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Scritto da nel Editoriale, Numero 100 - 1 Giugno 2013 | 0 commenti

100 e non più 100?

100 e non più 100?

L’Arengo del Viaggiatore compie cento numeri.

La cifra tonda di questa metrica non euclidea, sicuramente una scusa come un’altra per l’autocelebrazione di chi 7 anni fa si imbarcò in quest’avventura, rappresenta davvero la viva e vibrante soddisfazione di festeggiare questa ricorrenza in compagnia di persone che 7 anni fa non c’erano e che, lungo la strada, si sono aggregate al nostro carro.

Un carro trainato dai collaboratori e dai lettori, da chi in redazione ha reso possibile il procedere carnevalesco di maschere varie e colorate, reali e virtuali, scritte e parlate. E’ grazie a questo paziente e costante impegno, alla goccia quindicinale e poi mensile, che abbiamo eretto un piccolo monumento alto 100 numeri e spesso quanto gli articoli prodotti: a memoria della nostra voglia di condividere, di discutere, di commentare e di farlo senza cedere né piegarsi alle modalità banali del web, del tweet, della semplificazione e dell’insulto. Siamo andati a testa alta in direzione ostinata e contraria, di fronte a chi ci suggeriva la più standard e sicura via del blog, mentre abbiamo preferito vergare a chiari bit la serenità e il desiderio di seguire non ciò che massimizza il profitto e la visibilità ma ciò che si ritiene opportuno per crescere.

Rivista di libero pensiero svolta nel tempo libero, L’Arengo del Viaggiatore appartiene a chi lo fa. Per questo il numero 100 si intitola con un apparentemente testardo autoconvincimento “il nostro giornale”, dal momento che chi desidera farlo suo non deve far altro che compiere la scelta e seguirla. Lo stesso titolo, a onor del vero, vuole omaggiare quello che nel Natale del 1896 apparve sul primo numero dell’Avanti, in una situazione ben diversa dalla nostra, per identificare la militanza che quel giornale voleva portare avanti. Un titolo ricco di impegno e della speranza di fornire il proprio contributo al mondo che ci circonda.

L’Arengo non si schiera politicamente per un partito o per l’altro, ma non siamo indifferenti alla politica: il luogo del libero pensiero motivato, condiviso e illustrato è di per sé un’opzione di tolleranza e democrazia che ci rende fieri di aver coinvolto collaboratori sparpagliati lungo tutto l’intero arco della  politica nazionale.

Procedendo a cadenza mensile, con due gustose pause festive, il numero 200 è atteso nel 2023. Pare il caso di chiedersi millenaristicamente se siamo di fronte a un 100 e non più 100? Chissà che non porti bene, come le nefaste profezie dell’anno Mille.

 

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