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Scritto da nel Editoriale, Numero 100 - 1 Giugno 2013 | 0 commenti

Lettera al Direttore

Lettera al Direttore

Caro direttore,

 

anche per questa edizione de “L’arengo del viaggiatore” simbolicamente cosi significativa, siamo arrivati al numero 100, ho deciso di rivolgermi direttamente a te, così come feci in occasione del quinto compleanno dell’Arengo (numero 81 -1 luglio 2011).

 

L’oggetto della mia riflessione stavolta non riguarda le possibilità di crescita della rivista. La qualità e la trasversalità delle opinioni pubblicate dai collaboratori dell’Arengo è tale da garantire una proposta letteraria di buon livello e in costante spontaneo miglioramento. Ciò che merita ora d’essere analizzato è il ruolo che l’Arengo ha ed ha intenzione di avere nel presente e nel futuro prossimo.

 

Siti, forum, blog e social network vari in quantità smodata offrono una marea di informazioni ai naviganti, spesso confondendo l’utente o rendendo un servizio di pessima qualità. L’intricato paesaggio informatico pare inoltre guidato comunque da logiche mercantili: in qualche modo, si induce l’ingenuo fruitore di internet a soddisfare la sua pulsione d’informazione proprio consultando pagine in cui c’è scritto esattamente ciò che egli stesso desidera leggere. Così appagherà la sua indole critica. Un po’ come il berlusconiano che acquista “Il giornale” (è solo parzialmente possibile fare un simile esempio di parte politica opposta proprio a causa della componente ipercritica, autolesionista ed intellettualmente dignitosa che caratterizza da sempre la sinistra: non è assolutamente certo che chi compra “L’unità” o “La Repubblica” legga commenti positivi sul Partito democratico).

 

La garbata e apertissima linea editoriale dell’Arengo, se poi così si può definire, ha permesso l’espressione di opinioni così differenti fra loro da rendere la lettura della nostra rivista «consigliabile a tutti». In un contesto come quello attuale della rete internet in cui è così facile urlare senza filtri la propria idea, mi domando se questa semplicità di comunicazione possa in qualche modo mettere in ombra realtà editoriali come la nostra a vantaggio, in fin dei conti, di nessuno e a scapito di tutti.

 

D’altronde, rimango basito, perplesso nel vedere sullo schermo del mio computer la quantità clamorosa di blog che accompagnano ogni sito d’informazione. Compresi quelli più autorevoli. A questo punto mi chiedo quanto effettivamente l’estrema «democratizzazione» della libertà d’informazione (e di esprimere in rete il proprio punto di vista) abbia contribuito al miglioramento della formazione e della consapevolezza del cittadino. Tuttavia, appare pressoché improbabile e, forse, inopportuno, pensare ad una sorta di «selezione» o «soglia di sbarramento» che permetta all’utente di scegliere solamente fra fonti d’informazione e testate «autorevoli», «credibili» ed «oneste». E’ intrigante immaginare una specie d’albo o archivio di pubblicazioni on line che includa unicamente riviste di «qualità». Ma sono solamente pensieri vacui ed assurdi in quanto è oramai assodato che ogni forma di limitazione o selezione dell’informazione da pubblicare potrebbe facilmente incidere sulla piena libertà della stessa. Insomma, da sempre chi propone interpretazioni «alternative» delle dinamiche della storia e della società, magari in contrasto con quelle convenzionali, ha grosse difficoltà ad ottenere un’adeguata diffusione. L’idea paventata di selezione potrebbe colpire negativamente innanzitutto proprio questo genere di pubblicazioni.

 

Nell’attuale abbondanza di proposte di riflessioni di libero pensiero, l’Arengo saprà guadagnarsi ancora più spazio, semplicemente continuando ad essere quello che è: una piazza serena ed accogliente che ospita le più svariate riflessioni, purché espresse in maniera educata. Indipendentemente da urli e schiamazzi cibernetici che li gravitano attorno.

 

 

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