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Scritto da nel Numero 108 - 1 Aprile 2014, Scienza | 0 commenti

Pochi passi all’ alba

Pochi passi all’ alba

Ci conviviamo da sempre, ma ne sappiamo veramente molto poco. La gravità è talmente connaturata nella nostra vita quotidiana, da farci dimenticare che si tratta di una delle forze fondamentali dell’ universo.

Di strada ne è stata fatta lungo il sentiero tracciato da Galileo e Newton, ma la natura di questo fenomeno rimane ancora avvolta nel mistero.

Un passo avanti forse decisivo, ma ci vorrà ancora del tempo per saperlo, è quello compiuto da ricercatori dell’ Università di Harvard, che con gli esperimenti BICEP avrebbero individuato le tracce delle onde gravitazionali prodotte all’ alba dell’ universo.

Già nel 1915 Einstein, nella sua teoria della relatività generale, aveva descritto la gravità come una distorsione dello spazio-tempo, ma, almeno fino ad oggi, non era stato possibile rilevarne gli effetti.

Protagonista del progetto Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization (BICEP), è un telescopio installato presso la base americana Amundsen-Scott al Polo Sud.

Il programma di ricerca era dedicato allo studio di un caposaldo della cosmologia, la radiazione cosmica di fondo. Scoperta nel 1965, è considerata l’ eco del Big Bang e sarebbe stata emessa 300.000 anni dopo la nascita dell’ universo. L’ esistenza di questa radiazione, che permea tutto il cosmo in maniera uniforme, ha fornito una prova  determinante ai sostenitori della teoria del botto primordiale.

Se i dati verranno confermati, BICEP è riuscito ad andare ancora più indietro nel tempo, avvicinandosi al fatidico momento della scintilla iniziale. Se così fosse è stato aggiunto un tassello fondamentale a una teoria, quella del Big bang, che, nonostante sia ormai consolidata anche nell’ immaginario collettivo, all’ inizio non ha avuto vita facile.

Il nome stesso fu ironicamente attribuito nella metà del secolo scorso dall’ astronomo inglese Fred Hoyle. Lo scienziato britannico era un fiero oppositore dell’ ipotesi di un punto di partenza primordiale, ogni ammasso di galassie, ogni stella, ogni atomo ha avuto un inizio, ma non l’Universo, sosteneva. Secondo Hoyle l’ universo è infinito, non ha avuto inizio ne avrà fine e la materia che lo compone viene creata dalla trasformazione della sua energia di espansione.

Questa teoria, detta dell’ universo stazionario, dopo il duro colpo ricevuto mezzo secolo fa con la scoperta della radiazione cosmica di fondo, probabilmente è stata messa definitivamente al tappeto dai dati rilevati dal programma BICEP.

Le osservazioni degli scienziati statunitensi hanno individuato nella radiazione cosmica di fondo gli effetti delle onde gravitazionali generate dall’ universo primordiale, il prossimo obiettivo sarà l’ osservazione diretta di questi fenomeni cosmici. Una ricerca che vede protagonista anche l’ Italia con Virgo, un sofisticato  interferometro gravitazionale realizzato in collaborazione con la Francia.

Il sogno dei fisici; Einstein ci spese parecchi anni della sua vita, e riuscire a unificare in una teoria unica, detta del tutto, le quattro forze presenti in natura, elettromagnetica, nucleare debole, nucleare forte e gravitazionale. Per le prime tre sono a buon punto forse BICEP ha aperto la strada anche per l’ ultima.

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