Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 115 - 1 Dicembre 2014, Politica | 0 commenti

Marie Le Pen e l’altro Matteo

Marie Le Pen e l’altro Matteo

Le elezioni regionali tenutesi in Emilia Romagna lo scorso 24 novembre sono un significativo esempio di come la politica italiana si stia europizzando. L’astensione frutto del fatto che ormai il cittadino vede il voto più come un diritto che come un dovere, e lo scollamento tra la politica e la cosidetta società civile appare al momento irriversabile.

Uno dei vincitori di queste elezioni è un europarlamentare, l’altro Matteo, Salvini, che con la Lega ha raggiunto il 19.42%, dopo 13.67% del 2010 e il 4.8% del 2005.

Salvini esulta perché conquista voti nell’area grillina e in quella di una certa sinistra attraverso una campagna elettorale basta sulla contrapposizione con l’Europa e l’Euro, a cui si aggiunge il tema della lotta all’immigrazione che in alcuni esponenti leghisiti è arrivata al lmite della xenfobia.

Salvini, rispetto al precedente segretario Maroni, parla molto di “italiani” di identità nazionale e questo fa si che la Lega conquisti voti a destra avvicinando anche aree più vicine ai movimenti come Casa Pound.

Sull’economia, la difesa dei piccole e piccolissime aziende, l’ultima provocazione del leader leghista è stata la proposta di non pagare la Tari, la tassa sui rifiuti.

Salvini pesca voti un po ovunque grazie alla trasversalità dei temi che tratta andando direttamente alla pancia degli elettori. Durante la campagna elettorale così come nei talk usa un linguaggio diretto fatto di esempi concreti e pratici che hanno immediata aderenza su chi ascolta.

Se Renzi parla di globalizzazione Salvini parla degli agricoltori del basso modenese; se Renzi parla di multinazionali Salvini parla delle scuole della periferia di Milano e dei problemi creati dagli stranieri.

In campo europeo Salvini ha stretto alleanza con Marie Le Pen, la leader del Front National, con cui condivide l’euroscetticismo, la lotta all’immigrazione e l’identita nazionale; nei giorni scorsi la Le Pen su Salvini ha detto: “È un uomo estremamente coraggioso, ha impresso una svolta nazionale che domani rimetterà la Lega Nord al centro della vita politica italiana”. 

Salvini e Le Pen puntano a raccogliere un elettorato sempre più vasto in quanto cresce in Europa quella fetta di popolazione che sta vivendo solo gli aspetti negativi della crisi economica a cui si aggiunge un mal riuscito progetto di integrazione rispetto ai cambiamenti delle società.

Salvini dunque in Italia cerca di essere un po’ come Le Pen, ma tra i due leader ci sono differenze sostanziali, il Front National è un partito di destra che in Francia si oppone in ugual modo a destra e sinistra, mentre Salvini cerca alleanze con Forza Italia.

La Lega Nord non è un partito di destra, o almeno ideologicamente, strutturato come partito “indipendendista”, che ha fatto delle secessione prima e del federalismo poi un cavallo di battaglia, mentre oggi con Salvini tratta argomenti più vicini alla destra.

Una strategia che al momento sembre ripagare, tuttavia il Front National conquista voti su tutto il paese mentra la Lega è radicata al Nord, considerato anche il consolidamento in Emilia.

Il Futuro del Carroccio imporrà a Salvini, prima o poi, una scelta chiara sulla linea politica che verrà adottata, non basterà più rispondere che ciò che ha a cuore sono soltanto gli agricoltori di Piacenza, o gli artigiani di Brescia.

Salvini dovrà decidere se mandare definitivamente in cantina i ferri vecchi, e avviare un nuovo corso magari cambiando il contenitore per cercare di ottenere consensi su tutto il Paese.

Il consenso del leader leghista in questo momento è in ascesa e l’occasione di conquistare consensi anche nell’odiato Mezzogiorno del Paese fa gola a Matteo, che magari sogna una sfida elettorale contro il suo omonimo, proprio come fece Marie Le Pen nel 2012, quando conquistò quasi il 18% delle preferenze, terza forza del Paese.

Le Pen ha raccolto un voto di protesta trasversale riuscendo nell’intento di trasmettere il messaggio che Front National non è necessariamente destra, ma partito del popolo infatti partiti ben più moderati, come ad esempio i Modem e i Verdi, hanno perso molti voti che si sono spostati nel Front National.

Salvini ha avviato un processo di trasformazione del partito virando a destra, ma la Lega non è il Front National, la sua capacità comunicativa è una delle chiavi del suo successo, basterà per scalare la destra italiana?

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>