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Scritto da nel Internazionale, Numero 123 - 1 Ottobre 2015 | 0 commenti

Catalunya: vittoria a metà per gli indipendentisti

Catalunya: vittoria a metà per gli indipendentisti

Alla fine il fronte pro-indipendenza ottiene una vittoria agro-dolce, i favorevoli all’indipendenza sono infatti per la prima volta nella storia maggioranza assoluta nel Parlamento catalano (72 seggi su 135), ma non hanno la maggioranza di voti. Infatti sommando i voti della lista unitaria Junts pel sì che ha unito conservatori e indipendentisti repubblicani agli anti-capitalisti della Cup si arriva ad un onesto ma di per sé insufficiente 48,7. Ad oggi per eleggere il presidente della Generalitat (Regione) Junts pel sì dovrà necessariamente trovare l’accordo con gli antagonisti della Cup (vera sorpresa di queste elezioni schizzati all’8,2%, 10 seggi rispetto ai 3 delle scorse regionali) da sempre critici con il presidente uscente Artur Mas accusato da quest’ultimi dei numerosi tagli che hanno imperversato negli ultimi 3 anni soprattutto sul fronte della sanità e dell’istruzione. Antonio Banos, candidato presidente della Cup che ha fatto incetta fra giovani e disoccupati (lievemente aumentati in Catalonia nell’ultimo periodo) intervistato subito dopo i primi sondaggi non ha esitato definire Mas “ responsabile di tagli e corruzione”. Ergo non sarà facile trovare un candidato che soddisfi tutti i palati.

In mezzo a tutto ciò nella nottata del 27 settembre gente di tutte le età ha invaso festante il centro di Barcelona con bandiere indipendentiste scandendo cori anti-Madrid (con i quali la rivalità non è solamente calcistica).

Queste elezioni regionali confermano anche il tracollo del Partito Popolare ai minimi storici nella regione, mentre i Socialisti pur perdendo voti, soprattutto nelle storiche roccaforti all’interno della cintura di Barcelona, entrano in Parlamento con 16 seggi. Una sorpresa di queste elezioni è rappresentato dal successo del partito filo-spagnolo di Ciutadans che arriva ad un inaspettato 18% facendo breccia prevalentemente fra l’elettorato vicino al Partito Popular. Nonostante il successo alle amministrative dello scorso maggio (che gli hanno consentito di eleggere il sindaco di Barcelona) va male anche Podemos (Podem) coalizzato con gli ambientalisti catalani nel listone “Catalunya si que es pot” senza una posizione chiara sul tema dell’indipendenza arriva a stento all’8%. Intanto tra un paio di mesi arrivano le elezioni nazionali che oltre ad essere un banco di prova per il governo potrebbero queste sì essere davvero determinanti per il futuro della regione catalana.

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