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Scritto da nel Internazionale, Numero 126 - 1 Febbraio 2016 | 0 commenti

Catalogna: accordo in extemis

Catalogna: accordo in extemis

Dopo un lunghissimo tira e molla alla fine c’è l’hanno fatta. Il voto anticipato è stato così scongiurato.

Mancavano giusto 24 ore alla scadenza del termine massimo per la formazione del governo regionale (le elezioni si erano tenute lo scorso 27 settembre per ulteriori approfondimenti si rimanda al numero di ottobre 2015) quando la coalizione di Junts Pel sí (frutto di un accordo tra conservatori nazionalisti e repubblicani) e la sinistra anticapitalista della Cup hanno trovato un accordo in zona Cesarini per la formazione del nuovo governo. I negoziati sono durati quasi quattro mesi un vero e proprio record. Un esito negativo avrebbe comportato nuove elezioni regionali nel mese di marzo e il magro risultato ottenuto dal partito di Artur Mas (Convergencia) alle recenti politiche potrebbe aver giocato un ruolo chiave in fase di trattativa. Dati alla mano, se si fosse andati a nuove elezioni con ogni probabilità lo scenario politico sarebbe ulteriormente cambiato proprio a discapito degli indipendentisti.

L’intesa tra le due componenti (in realtà molto distanti fra loro) prevede l’uscita di scena del presidente uscente della Generalitat, il potente Artur Mas (sulla quale la Cup aveva posto il veto) al quale subentra Carles Puigdemont, appartenente allo stesso partito di Mas (Convergiencia) Presidente dell’associazione dei municipi indipendentisti attuale sindaco di Girona. Di professione giornalista.

L’accordo per la formazione del nuovo Governo regionale ha lacerato la sinistra anticapitalista il cui comitato centrale si è spaccato come una mela al momento del voto “accordo si” “accordo no”. Alla fine l’ha spuntata il “si” nonostante i numerosi mal di pancia. Al momento dell’investitura di Puigdemont 2 dei 10 parlamentari della CUP si sono astenuti. In totale hanno votato a favore del sindaco di Girona 62 deputati del listone Junts pel sì e 8 parlamentari della Cup. Contro Puigdemont si sono schierati socialisti, popolari, Podemos e il gruppo di Ciudadanos guidato dal carismatico Alber Rivera.

Il nuovo presidente in continuità con il progetto politico del presidente uscente Mas ha dichiarato di voler arrivare all’indipendenza entro il prossimo 2017. Entro 18 mesi, come promesso più volte durante la campagna elettorale.

A differenza di Mas il presidente neo-eletto è un grande esperto di comunicazione digitale ed è attivissimo sui social (su Twitter ha ampiamente superato la soglia dei 70.000 followers). all’opposto del suo predecessore. Nel discorso di investitura ha ribadito la volontà di creare le tanto attesenuove istituzioni dello Stato indipendente, oltre all’Agenzia fiscale, auspicando altresì trattatiive con il governo centrale di Madrid, che ha già risposto per le rime con un secco “così non si va da nessuna parte” e ovviamente con l’Unione Europea.

Sembra che ci siano le basi per un governo stabile e duraturo. Detto ciò non sarà affatto semplice tenere insieme due schieramenti che hanno visioni diametralmente opposte su tematiche assai delicate quali welfare, Europa, Nato ecc…

 

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