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Scritto da nel Internazionale, Numero 130 - 1 Giugno 2016 | 0 commenti

Kim e la sua Corea

Kim e la sua Corea

La dittatura di Kim Jong Un è talmente estrema e con caratteri così bizzarri da far dimenticare le atrocità da essa perpetrata nei confronti della proprio popolo – che vive in miseria ma che è convinto che il resto del mondo versi in condizioni peggiori –  e le concrete minacce nucleari rivolte quotidianamente verso il resto del mondo.
Lo stesso Kim, grassottello e con capelli a spazzola, sembra tutto tranne che un pericoloso dittatore. Il Leader Supremo viene percepito dall’Occidente in modo distorto, tanto da essere diventato una bizzarra icona pop.
 
Gli articoli sulla Repubblica Popolare Democratica di Corea e sul suo leader invadono le riviste, non tanto nelle rubriche di politica internazionale quanto più in quelle di cultura, curiosità e gossip con accattivanti titoli a effetto.
Ecco qualche esempio.
Nel gennaio 2016 Vanity Fair pubblica “21 cose che potrete vedere solo nella Corea del Nord” (a patto di riuscirci ad arrivare). Nell’elenco: l’essere degni di avere la tessera del Partito, l’idrolatia dei leader, la bici gratis a famiglia, l’energia elettrica altalenante, la rete intranet dello stato, l’esercito più numeroso del mondo, ecc… .
A inizio anno l’Huffington Post elenca le “10 imprese più folli del dittatore della Corea del Nord”: acconciatura di capelli per tutti in stile Kim (“taglio corto, non più di 2 cm”); elezioni con un unico candidato; cambio del fuso orario (slittato di mezzora); medicinale capace di curare AIDS, ebola e cancro; analisi al microscopio per testare genuinità dell’insalata nel piatto; Kim premiato per  5 anni consecutivi come uomo meglio vestito della Corea del Nord; lo zio sbranato dai cani poichè colpevole di tentato golpe; divieto di merendine al cioccolato; pena di morte per il Ministro della Difesa colpevole d’essersi addormentato durante una cerimonia; ecc… 
A maggio Focus.it  ci introduce alle “15 cose che forse non sai sulla Corea del Nord”: divieto all’importazione di armi, cellulari e pubblicazioni; ancora la l’internet locale Kwangmyong; i campi di concentramento; Kim Jong Nam, fratello maggiore del dittatore, arrestato in Giappone con passaporto falso; il salario medio degli operai tra 1.5 e 2.5 € al mese; le 32 residenze e i 6 treni di Kim Jong Un; lo Stadio Rungnado da 150mila posti; divieto per i bluejeans; ecc…
 
In realtà, nonostante l’autorevolezza delle riviste sopracitate, molti dei punti risultano dubbi, non verificabili, smentiti parzialmente o completamente. Eppure tutti elementi utili a costruire la mitologia del Brillante Compagno. Un po’ come era già accaduto a suo tempo al padre, il Presidente Eterno Kim Jong Il.
Il giovane Kim Jong Un ha apparentemente in mano il paese: eletto dall’ultimo Congresso del Partito (unico) dei Lavoratori di Corea, dopo 36 anni dall’ultima assemblea, “Grande sole del 21° secolo”. Lo sviluppo missilistico e di armi nucleari sta però condannando il paese ad un ulteriore isolamento internazionale, a danno, soprattutto, dei (forse) 24 milioni di Nord Coreani.

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