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Scritto da nel Numero 139 - 1 Aprile 2017, Politica | 0 commenti

En Marche!

En Marche!

A 39 anni e con una brillante carriera accademica e professionale alle spalle, Emmanuel Macron a differenza della larga parte della sua generazione decide di impegnarsi in politica e di farlo coerentemente dalla parte delle proprie idee. Formatosi all’ENA, la scuola francese di alta formazione per dirigenti pubblici, è diventato milionario lavorando per Rothschild conducendo negoziati per transazioni miliardarie. Un figlio dell’elite che invece di vergognarsene ed inseguire il populismo decide di mettersi En Marche!, In Marcia!. Innalzando la bandiera dell’Europa, la proposta politica di Macron sembra poter raccogliere dietro di sé un consenso diffuso, giovane e progressista altrimenti lasciato sempre più orfano da quando i partiti socialisti hanno deciso di rifugiarsi nei riflessi del passato abbandonando le posizioni di avanguardia e modernizzazione che negli anni Ottanta Craxi, Mitterand e Gonzales avevano intrapreso.

Al di là delle indubbie capacità di direzione dimostrate nella propria vita lavorativa, ciò che colpisce è la nitidezza delle posizioni politiche, che sembrano segnare una discontinuità con il mainstream corrente.

-          Essere fieramente europei, per onorare la memoria di chi dorme sotto le lapidi dei cimiteri militari e per consentire a chi lavora uno spazio competitivo di opportunità di movimento, affari, conoscenza, studio

-          Un servizio militare obbligatorio di un mese, per uomini e donne, e un impegno francese nella costruzione di una difesa europea

-          La difesa dell’industria nella competizione globale attraverso investimenti pubblici nazionali, l’attrazione di talenti internazionali attraverso la semplificazione dei visti, l’accesso al mercato europeo a chi produca entro i confini dell’Unione almeno la metà dei propri prodotti

-          Diritti minimi nel mercato del lavoro stabiliti per legge per consentire maggiore vicinanza delle trattative alle singole realtà aziendali

Il programma si trova sul sito del movimento https://en-marche.fr/emmanuel-macron/le-programme.

La crescita di questo movimento negli ultimi mesi ricorda stagioni politiche di attese di rinnovamento che il nostro Paese viveva per l’ultima volta ai tempi de L’Ulivo e che sono poi naufragate nell’incapacità della classe dirigente di portare avanti le riforme promesse alla prova degli scontri coi diritti acquisiti e le posizioni sindacali più conservatrici. In Francia la sfida non è molto diversa, per lo spessore delle situazioni consolidate, l’estrema diffusione di un nazionalismo che proviene da secoli di grandeur, la ferocia del terrorismo fondamentalista: è per questo che dopo essere stati francesi dopo gli attacchi a Charlie Hebdo, noi europei vorremmo esserlo anche nella costruzione di un grande movimento unionista europeo, che funga da polo di attrazione delle energie migliori del Continente e come punto di riferimento alternativo alla cialtroneria populista, ai fascismi di ritorno e allo scivolamento delle elite lungo un piano inclinato che sta allontanando sempre di più il senso comune quotidiano dalla rappresentanza politica.

Avanti, En Marche!

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