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Scritto da nel Numero 149 - 1 Marzo 2018, Politica | 0 commenti

Paura eh

Paura eh

Il paradosso è che quelli che si dicono grossi e fieri eredi del romano Duce nostro condottiero, fondatore dell’Impero, redentore delle nere faccette che avrebbero sorriso al sole dell’Urbe abbiano una clamorosa paura di qualche migliaio di persone che, tra i morsi della fame, della vita e delle onde sbarcano sulle coste e per piccoli bambini neonati, venuti al mondo come ciascuna persona da sempre, dai quali intendono difendersi privandoli di un pezzo di carta.

Questi atteggiamenti ricordano tanto il fanciullo che nel suo letto chiede alla mamma una formula magica per evitare che dal buio della notte possa uscire un uomo nero, o i timori affettivi che un primogenito vive quando nasce il fratellino: pensare che mamma-burocrazia possa tutto, che solo con un clic possa impedire al mondo di entrare nella nostra cameretta, di trasformare un immaginario di fanciullo in adulta realtà.

Così come la figura dell’Europa matrigna, perché allora se la buro-mamma non protegge il nostro viziato fanciullino allora non può che essere una mamma cattiva da sostituire con un altro grande protettore dei nostri vizi: stampiamo i soldi e saremo ricchi. Tanto non se ne accorge nessuno, chiusi come siamo nella nostra cameretta, intenti a cliccare sullo schermo del nostro device.

Le grandiose follie visionarie costruttive e distruttive degli ideali con cui il Novecento ha dapprima demolito e poi ricostruito il nostro continente sono ridotti a marchio da sfoggiare sul profilo social, da grandi passioni umane di progresso a limitate proiezioni di blocchi emotivi pre-adolescenziali, in una spirale di degrado del livello culturale del dibattito pubblico che altro non fa se non il gioco di chi nella dimensione pubblica non crede e in questi spazi di paura della vita sparge parole di morte.

Da dizionario Treccani consultabile online dicesi vigliacca “l’azione, comportamento di chi sopraffà, insulta o danneggia altri con sfacciata protervia, nella fiducia o sicurezza di restare impunito”. La sfacciata protervia di chi si fa scudo di un documento che ha in tasca grazie al caso fortuito della nascita e vuole sopraffare la vita di chi quel pezzo di carta non ha, protetto dalle norme che tutelano la legittima procedura burocratica sovrana, che si permette di insultare chi costruisce la propria vita nelle pieghe di un sistema che lo danneggia perché senza il timbro appropriato neanche può lavorare non è che un vigliacco.

Si tratta di capire se vogliamo eleggere la vigliaccheria o se la lasciamo chiusa nella cameretta, sepolta sotto il letto insieme alla paura dell’uomo nero.

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