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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 3 - 1 Ottobre 2006 | 0 commenti

Diffusione tecnologica, parte prima – Tutte le amanti del signor Q

Nel numero 1 dell'Arengo siamo venuti a conoscere la vita travagliata del signor Q. Era bastato un attimo per far dimenticare al signor Q tutte quelle insicurezze causate dalla vista della perfetta simmetria che accompagnava ogni movenza del signor O. Era bastato quell'incontro segnato dal destino per dare un senso alla sua vita. Era bastata lei, la signora U.

Era lei l'altra metà della mela, finalmente l'aveva trovata e sapeva che da quell'istante sarebbero rimasti sempre insieme, uno a fianco dell'altra. Questo era quello che si ripeteva agli albori del loro amore…ma, ahimè, la vita di coppia non e' sempre una favola dal lieto fine. Dopo l'iniziale euforia, il signor Q cominciava a soffrire l'onnipresenza della signora U che, sempre lì al suo braccetto, non gli dava più un attimo di tregua. Difficile la convivenza, soprattutto quando là fuori c' era tutto un alfabeto da scoprire pieno di letterine disponibili.

Oggi le cose sono cambiate, la signora U e' ormai distante ed il signor Q ama pavoneggiarsi in giro accompagnato da ben 5 letterine: la W, la E, la R, la T e la Y.

Non mi credete? Abbassate gli occhi sulla tastiera del vostro computer e digitate la parola QWERTY. Ma cosa significa QWERTY?

Per la maggior parte di noi assolutamente niente; nel mondo cibernetico la parola QWERTY è invece usata per riferirsi alla tastiera più diffusa al mondo, mentre in quello accademico QWERTY e' divenuto sinonimo di un fenomeno che caratterizza i mercati a rete, conosciuto come “lock-in”.

Nei sistemi a rete l'utilizzo diffuso di uno standard tecnologico comporta grandi vantaggi, perché garantisce un alto grado di compatibilità, riducendo non di poco i costi di connessione. E' chiaro che in queste circostanze la convenienza ad adottare un prodotto anziché un altro, in parte dipende dalle caratteristiche del prodotto, ma e' soprattutto influenzata dal numero di persone che lo usano.

Nell'Europa ottocentesca persone appartenenti a paesi diversi comunicavano in francese e, fino a non troppo tempo fa, nelle scuole era questa la lingua che s'insegnava; oggi invece, dovendo scegliere, la gente preferisce imparare l'inglese. Perché? Facile rispondere, l'inglese ormai e' divenuta la lingua ufficiale, la parlano tutti. Potremmo dire che la convenienza ad imparare una lingua non dipenda solo dalle caratteristiche della lingua in sé, ma anche dal numero di persone che già la parlano. In casi come questo il beneficio derivante dall'utilizzo di un prodotto (lingua o tecnologia che sia) aumenta con il numero di persone che l'hanno già in uso. In termini economici: “esternalita' di rete”.

Nei sistemi a rete la diffusione di una tecnologia presenta quindi un andamento esponenziale che generalmente culmina con l'affermazione di uno standard. Un processo questo non privo di rischi perché inevitabilmente comporta la creazione di barriere all'entrata che potrebbero ostacolare nel futuro l'adozione di nuove tecnologie migliori o altrettanto competitive. Il rischio di cui stiamo parlando e' quello di trovarci a dipendere e rimanere quindi vincolati all'utilizzo di uno standard tecnologico, anche quando sarebbe più conveniente adottarne un atro.

“Lock-in” per l'appunto.

Ma chi ha deciso di separare il signor Q dalla signora U e soprattutto, perchè?

E' stato il signor Christopher Sholes che nel lontano 1868 brevettò la tastiera QWERTY per macchine da scrivere. La tastiera QWERTY aveva un pregio: l'ordine delle lettere era stato pensato in maniera tale da rallentare la velocità con cui si sarebbe potuto battere a macchina.

Uno svantaggio penserete voi! Non a quei tempi, quando un errore di battitura, magari causato da fretta o distrazione, sarebbe costato caro. I tempi però sono cambiati ed oggi alla tastiera QWERTY e' stato aggiunto il tasto canc. che ci consente di correggere comodamente ogni eventuale errore ortografico senza bisogno di dover riscrivere l'intera pagina.

Con il passaggio dalla macchina da scrivere al computer sarebbe quindi sensato abbandonare lo standard QWERTY ed usare altre tastiere che consentono una battitura più rapida. La tastiera DSK per esempio (Dvorak Semplified Keyboard), brevettata nel 1932 da mr. Dvorak, e detentrice di numerosi record “speed typing”.[1]

Figura 1: esempio di tastiera DSK

Grazie ad un influente articolo pubblicato negli anni '80[2], la tastiera QWERTY e' diventata l'esempio classico per indicare il fenomeno “lock-in”, ma se pensiamo al caso Microsoft la storia che ci si presenta e' davvero simile: Windows e' il sistema operativo più commercializzato e la maggior parte di noi, comprese università ed uffici statali, continua ad utilizzarlo per inerzia, pagandone i relativi diritti d'autore, nonostante l'esistenza di alternative altrettanto efficienti (se non di più) acquistabili legalmente ed a costo zero, o tutt' al più al costo di un corso d'aggiornamento (in merito ci sarebbe da chiedersi perché lo Stato, che grazie al suo potere coercitivo potrebbe indebolire questa sorta di dipendenza tecnologica, non abbia davvero preso ancora la decisione di adottare software e programmi open source nei luoghi pubblici).

A pensarci bene Il fenomeno del lock-in e' quasi paradossale: tutti staremmo meglio se la vecchia tecnologia venisse rimpiazzata da una nuova e migliore, ma questo non avviene perché a nessuno conviene esporsi e fare il primo passo[3]. Per fare un esempio, se tutti usassimo DSK potremmo scrivere più velocemente, ma se dovessi essere l'unico ad avere quella tastiera impazzirei all'idea di dover scrivere su un computer diverso dal mio.

Ma chi dovrebbe farlo questo primo passo? I produttori? Difficile aspettarselo da chi domina il mercato; allontanandosi da uno standard e da un mercato così redditizio, avrebbero solo da rimetterci. Imprese minori rischierebbero non poco ad investire in maniera irreversibile in una nuova tecnologia senza conoscere le possibilità di spodestare il vecchio e consolidato standard, e soprattutto le banche, di fronte a questa incertezza, potrebbero essere restie a finanziare progetti così pretenziosi.

Come ridurre le incertezze che ci legano a questi mercati, come aiutare gli agenti economici a coordinare le proprie scelte ed abbandonare standard tecnologici ormai superati?


[1] In realtà l'Apple ha mostrato un crescente interesse verso la DSK; nel 1988 esce l'Apple IIC che, pur mantenendo la tastiera QWERTY come default, permette di passare alla tastiera DSK.

[2] David, P., 1985. Clio and the economics of QWERTY. American Economic Review 75, 332-337.

[3] Se tutti usassimo DSK potremmo scrivere più velocemente, ma se dovessi essere l'unico ad avere quella tastiera impazzirei all'idea di dover scrivere su un computer diverso dal mio.

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