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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 7 - 1 Dicembre 2006 | 0 commenti

Amarcord Barolo – Quinta Parte

Nascita dell'Italia e delle aziende del vino

In seguito alla nascita dell'Italia e del trasferimento della capitale da Torino a Firenze il Barolo attraversò un periodo di appannamento come l'ex capitale; inoltre il destino giocò strani scherzi: il successore di Cavour, che non ebbe molto tempo per goder dei risultati del suo lavoro, per la carica di Primo Ministro fu Bettino Ricasoli, proprietario di grandi tenute e patriarca del Chianti.

Periodo che venne superato con la scoperta di Torino come città industriale: nacquero in quegli anni la Martini&Rossi, Gancia e Contratto.

Nelle Langhe il conte di Mirafiori ristrutturò la sua tenuta e nel 1878 fondò la “Casa Vinicola E .di Mirafiore” (n.b. l'attuale Fontanafredda), la quale fu la prima impresa razionalmente impostata per la produzione e valorizzazione del Barolo. Azienda che deve la sua nascita indirettamente ai Savoia: in seguito all'amore clandestino tra il Re Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana, il Re per scusarsi del matrimonio morganatico e dell'esilio forzato da corte alla quale costringeva la propria amante, la nominò contessa di Mirafiori e le donò tale tenuta.

Nel frattempo il prestigio internazionale del Barolo continuava a crescere: nel 1881 venne fondata in California da Pietro Carlo Rossi, un emigrato di Dogliani, una grande azienda vinicola nella quale oltre a Claret, Zinfandel e Borgogna si produceva Barolo.

Si iniziò a sentire il bisogno di specializzazione, visto le possibili nuove prospettive che si stagliavano all'orizzonte e per l'insorgere di nuove malattie come l'oidio, la filossera e la peronospora. Le prime iniziative furono di creare nel 1872 due Stazioni Enologiche a Gattinara ed Asti, quali centri di sperimentazione vinicola. Nel 1875 si svolse a Torino il primo Congresso Enologico Italiano. Il passo avanti più importante fu sicuramente la fondazione della Scuola di Viticoltura ed Enologia ad Alba nel 1881, seconda scuola in Italia di questo tipo dopo quella fondata a Conegliano Veneto. Da segnalare che il primo direttore di tale scuola fu Domizio Cavazza, il padre del Barbaresco.

L'inizio del XX secolo è un periodo particolarmente difficile per il Barolo come per tutta l'agricoltura italiana. La povertà e l'arretratezza delle campagne causarono l'emigrazione di milioni di italiani, lasciando le campagne sprovviste di manodopera, in un periodo in cui la meccanizzazione non aveva ancora preso piede.

Inoltre la filossera, colpì duramente il Piemonte, costringendo a ripiantare le vecchie vigne. Non tutti potevano permetterselo, e si assistette ad una notevole riduzione delle aree vitate e ad un abbandono forzato delle campagne di molti contadini.

La situazione peggiorò ancora durante la Grande Guerra, molti uomini furono chiamati al fronte svuotando ulteriormente le campagne, e il periodo che ne seguì fu di grande instabilità e povertà. Povertà che portò a privilegiare vigne di Barbera, Freisa e Dolcetto, più resistenti alla filossera, rispetto al nebbiolo.

Con il crescere della fama ed il prestigio del Barolo iniziarono i primi raggiri e le prime forme di imitazione che non potevano arrecare altro che danno.

Nel 1873 l'assessore del Comune di Barolo Ghisolfi lamentava di fronte al Consiglio Comunale la circolazione di “falsi Barolo” i quali recavano “non lieve danno alla rinomanza di questo tipo di vino ormai dei nostri il più stimato tanto in Italia che nelle piazze estere”. Per rispondere a tale problema il Comune di Barolo fece un primo censimento di tutti i coltivatori d'uva Nebbiolo da Barolo e delle prime aziende vinicole.

È del 1899 invece l'iniziativa dell'onorevole Calissano, originario d'Alba e fondatore della scuola per enotecnici nella stessa città (la prima venne fondata a Conegliano Veneto), il quale denunciò l'assenza di una legge che punisse le frodi e le contraffazioni di un vino tipico italiano, citando ovviamente come esempio il Barolo e il Barbaresco.

Nel 1903 venne pubblicata la prima delimitazione delle zone di origine dei vini albesi e nel 1908 fu fatto il primo passo per la creazione del futuro Consorzio di tutela, con la creazione della ”Associazione per la tutela del Barolo contro le frodi e le false indicazioni”.

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