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Scritto da nel Internazionale, Numero 7 - 1 Dicembre 2006 | 0 commenti

Terminator 2: Schwarzy vince ancora (voltando le spalle a Bush)

“Ho sempre amato girare i sequel, ma questo è senza dubbio il meglio riuscito”. Arnold Schwarzenegger ha così esultato per la sua riconferma alla guida dello Stato della California lo scorso 7 novembre, trionfando con il 56% delle preferenze contro il 39% dell'avversario democratico Phil Angelides. Lo stesso giorno in cui l'America sembra aver voltato le spalle a Bush e alla sua politica.

Schwarzy vince quindi nuovamente nello Stato di Hollywood, terra storicamente democratica. Una sorpresa? Solo in parte: l'anno scorso era uscito umiliato dal referendum sul pacchetto di riforme da lui proposto, seccamente respinto dagli elettori, era quindi necessario un drastico cambiamento strategico-politico; la chiave del suo recupero sembra sia stata, infatti, oltre ad un avversario dal carisma insufficiente e ad una provvidenziale ripresa economica, un atteggiamento “poco repubblicano” e più bipartisan, con una maggiore collaborazione con l'opposizione democratica che ne ha garantito il successo trasversale.

Il suo successo può di fatto tranquillamente ritenersi una sconfitta per i Repubblicani, della loro politica e soprattutto di Gorge W. Bush. Terminator si è infatti tenuto ben lontano da apparizioni insieme al presidente USA (cosa atipica, anche se non sorprendente visto il forte calo di fiducia che ha colpito la Casa Bianca negli ultimi mesi[1]), trovandosi in rotta con lui su vari fronti, dall'ambiente alla ricerca sulle cellule staminali.

La sua vittoria è riconducibile essenzialmente a due fattori:

  1. i fatti: le misure realizzate per la lotta contro l'effetto serra, gli sconti su farmaci per i non assicurati ed il miglioramento di infrastrutture, scuole e trasporti, hanno attirato simpatie trasversali;
  2. un programma che segna una forte rottura con progetti ed iniziative repubblicane soprattutto in tema ambientale.

Strano ma vero: clima, ambiente, Kyoto, effetto serra sono stati i veri protagonisti della campagna elettorale dell'ex star hollywoodiana. Schwarzenegger ha dimostrato d'essere leader nella battaglia contro il “riscaldamento globale”, varando leggi per promuovere l'uso dell'energia solare e per ridurre le emissioni di anidride carbonica del 25% entro il 2020. La California è il primo stato ad imporre dei limiti così restrittivi. Certo, la cosa è un po' bizzarra, così come lo è d'altronde Hollywood: Schwarzy è proprietario di numerosi jet privati e grande collezionista di Hummer … l'auto più inquinante al mondo!!!

Proprio sull'ambiente è più evidente lo strappo con l'Amministrazione Bush: è in cantiere un progetto tra la California (il sesto stato più ricco al mondo) e gli stati del Nord-Est[2], per introdurre un emission trading teso a tradurre riduzione di emissioni di CO2 in vantaggi economici per le aziende. Una vera e propria sfida alla Casa Bianca (Bush verrà costretto a varare un piano nazionale?).

Un'America segnata dalla tragedia dell'Uragano Katrina sembra aver messo tra le sue prime preoccupazioni, assieme al terrorismo, l'emergenza ambientale. In tal senso è comprensibile la rinascita in popolarità di un'altra personalità della politica statunitense: Al Gore[3], ex vice di Clinton e sfidante di Bush alla presidenza nel 2000, si è trasformato in un personaggio carismatico e di grande spessore politico a livello internazionale[4]. Che il raggiungimento di questo nuovo status lo porti a diventare il terzo incomodo tra l'ex first lady Hillary Clinton e il ragazzo prodigio Barack Obama alle primarie democratiche per la scelta del candidato alla presidenza USA?

La vittoria democratica ha sancito l'inizio della campagna elettorale per le presidenziali del 2008 tra e all'interno dei due partiti. Tutti contro Bush, anche per salvare l'ambiente.

Il giorno del giudizio è vicino.


[1] Il 6 novembre, Bush si è presentato in Florida ad una convention per “dare una mano” al candidato governatore Charlie Crist che all'ultimo ha pensato bene di disertare l'incontro, “evitando” il presidente.

[2] New York, Connecticut, Delaware, Maine, New Hampshire, New Jersey, Vermont sono già impegnati nella riduzione di emissioni di CO2 entro il 2019.

[3] Vedi: Tobia Desalvo “Un problema più grande di noi”, L'Arengo del Viaggiatore N.6 – 16nov2006.

[4] E' in uscita nelle sale An Inconvenient Truth, suo film proprio sugli effetti delle alterazioni climatiche.

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