Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 10 - 1 Febbraio 2007, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Alla caccia di Garibaldi

Nel 2007 ricorre il bicentenario della nascita e quindi è ragionevole aspettarsi che sia in Italia sia nell'America latina numerose iniziative ricorderanno questa figura quasi leggendaria.

Per coloro che hanno fatto le scuole negli anni cinquanta il Risorgimento era un argomento di grande peso e nel 1961 tutti ci affollammo a Torino a vederne la sua allora avveniristica celebrazione (c'era perfino una treno monorotaia che volava sopra i padiglioni), in occasione del primo centenario dell'unità d'Italia.

In verità, come spesso accade nel nostro mondo, ci si divideva fra tifosi di Garibaldi e di Mazzini: io, non avendo preferenze territoriali in quanto entrambi della Riviera ligure da bravo intellettuale preferivo Mazzini e il suo pensiero di diritti e doveri dei cittadini.

Ma quando andavo la domenica mattina con mio padre al giardino del Prolungamento l'imponente figura di Garibaldi a cavallo diretto verso Nizza di fronte al mare mi sorvegliava e quindi seguivo a scuola il maestro che raccontava le sue vicende e quelle di Anita, avvenute, in verità, nella lontana e paludosa Ravenna.

La vita mi ha portato a Bologna e ora il lavoro di mia moglie mi fa essere spesso a Ravenna.

Quale occasione migliore per ripercorrere la fuga di Garibaldi da Roma, cacciato dai francesi e inseguito dagli austriaci? La prima tappa è la Casa Guiccioli , perfettamente restaurata nel 2004 dalla Federazione delle cooperative di Ravenna, proprietaria fin dal 1914 dell'immobile, dove Anita Garibaldi spirò e che ora ospita illustrazioni e bandi della sfortunata Repubblica romana. La seconda il cippo eretto nel luogo dove fu sepolta per qualche giorno, poi il cimitero dove ora riposa e infine nella prima periferia della città il capanno di Garibaldi, dove in verità trascorse una sola notte, ma che è soggetto alle amorevoli cure dell'apposita Società conservatrice del Capanno Garibaldi, che lo offre ai visitatori perfettamente tirato a lucido.

Posto a 8 km a nord – est, il capanno è raggiungibile dalla S.S. 309, deviando per Marina Romea e dalla via Baiona, strada che dalla città conduce ai Lidi Nord, lungo la zona industriale. La segnaletica turistica, posta in corrispondenza del Ferry Terminal del porto di Ravenna, ne indica la posizione esatta davanti all'apposito parcheggio.

Il capanno Garibaldi si raggiunge percorrendo un viottolo pedonale, circondato da olivelle e tamerici, che penetra la valle della Baiona per 200 metri in un suggestivo ambiente.

Come già detto, Garibaldi vi giunse dopo la caduta della Repubblica Romana, inseguito dagli Austriaci mentre tentava di raggiungere Venezia. Il monumento segna perciò una tappa importante della “trafila” garibaldina che segnò il passaggio in queste zone.

Grazie all'opera della Società, che si protrae dal 1879, il capanno Garibaldi è giunto a noi in perfetto stato di conservazione. Nel 1972, il capanno, è stato sollevato dal livello originario di 1,25 metri per sottrarlo all'acqua e alla subsidenza del territorio ravennate.

Il sito per ulteriori informazioni e per essere aggiornati sulle manifestazioni in suo ricordo è www.capannogaribaldi.ra.it

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>