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Scritto da nel Numero 16 - 1 Maggio 2007, Scienza | 0 commenti

Dove il Cielo è più buio

Come è nato l' universo? Avrà mai una fine? Quesiti che sembrano avere risposte al di fuori della comprensione umana, ma ai quali la scienza sta cercando da tempo di trovare una soluzione. Fra i paladini di questa impresa c' è Stephen Hawking, uno dei più grandi scienziati contemporanei, che, nonostante l' immobilità a cui è costretto da una grave malattia neurologica, in oltre trenta anni di studi ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della fisica teorica. In particolare Hawking ha concentrato il suo lavoro su una tipologia di corpi celesti molto misteriosi, conosciuti più che altro come oggetti inquietanti ai lettori di fantascienza: i buchi neri.

Abile divulgatore, Hawking ha scritto numerosi libri che hanno riscosso un grande successo di pubblico, riuscendo ad avvicinare migliaia di lettori ad una scienza complessa come la cosmologia, contribuendo a fare luce su questi oscuri abitanti del cosmo, considerati nell' immaginario collettivo una sorta di voraci mostri spaziali.
Ancora invisibili all' occhio umano, i buchi neri, la cui esistenza era prevista dalla teoria della relatività generale, sono rappresentati graficamente come dei coni con il vertice rivolto verso il basso.

Queste entità cosmiche vengono considerate a livello scientifico come una linea di frontiera, oltre la quale cessano di valere le leggi della fisica che governano l' universo attualmente conosciuto.

Il loro nome, ideato dal fisico americano John Wheeler, deriva da quella che è la caratteristica principale di questi corpi celesti: la presenza di una forza gravitazionale così intensa da non permettere neppure alle radiazioni luminose di uscire. Il confine che delimita il bordo del buco nero viene denominato orizzonte degli eventi.

All' interno di un buco nero la densità raggiunge livelli inimmaginabili: il volume di un centimetro cubo raggiunge il peso di una montagna.

Sulla loro origine sono state avanzate diverse teorie. Generalmente sembra accertato che i buchi neri siano l' ultimo passaggio dell' evoluzione di alcuni tipi di stelle che, esaurito il loro combustibile, vedono terminare anche le reazioni nucleari origine della pressione verso l' esterno che controbilanciava la gravità interna. Se la massa della stella supera un certo limite, pari a 1,7 volte la massa del nostro Sole la pressione non riesce più ad arrestare il collasso gravitazionale della stella, che implode su sé stessa. A quel punto si genera un' entità buia di densità altissima: il buco nero.

Esiste anche la possibilità, prevista da Hawking, che i buchi neri possano avere origine non stellare, in questo caso si parla di buchi neri primordiali.

La comunità scientifica ritiene probabile che nel centro di molte galassie, compresa la nostra, sia presente un buco nero. Una teoria che sembra avvalorata da recenti osservazioni delle orbite di alcune stelle.

Una delle prossime conquiste della fisica sarà la produzione artificiale di mini buchi neri. Un esperimento rivoluzionario che verrà realizzato presso il il Large Hadron Collider, LHC, di Ginevra.

Si tratta dell' acceleratore di particelle più potente del mondo, uno strumento gigantesco del diametro di 27 chilometri.

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