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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 21 - 16 Luglio 2007 | 0 commenti

Due mostre a Ravenna dedicate a Domenico Baccarini e Felice Casorati

Ancora una volta la città di Ravenna si distingue nel campo della manifestazioni culturali, non per nulla è stata scelta come sede della facoltà di Beni culturali e del corso di laurea in Tecnologie del restauro!

Le due mostre che vi segnalo sono al Museo d'arte della città di Ravenna, ospitato dalla Loggetta lombardesca in via di Roma 13 e hanno un oggetto decisamente più moderno rispetto a Felix Ravenna.

La prima è dedicata a Domenico Baccarini, un pittore faentino tra il simbolismo e il liberty con una vita molto sfortunata, terminata a soli ventiquattro anni un secolo fa.

L'esposizione, curata da Claudio Spadoni, documenta la precoce attività dell'artista faentino attraverso un centinaio di opere tra dipinti, disegni e sculture.

Tra i tanti selezionati dipinti, in mostra è visibile il grande trittico L'umanità dinanzi alla vita, opera incompiuta, assente da oltre cinquant'anni dalle scene espositive: dalle grandi dimensioni, fu realizzata dall'artista nel periodo romano (1904), in una fase di profonda riflessione sull'uomo, sulla vita e la morte. Vi sono poi i dipinti del periodo veneziano, i numerosi ritratti, gli intensi ed inconfondibili autoritratti, le vedute di Faenza e i tanti scorci familiari, dove sempre prevale un intenso cromatismo. Notevole è la produzione scultorea che documenta lo straordinario talento di Baccarini: dai gruppi plastici con figure femminili, quali Sensazioni dell'anima o Primavera, ai tanti ritratti dell'amata Bitta; dalle piccole figure infantili, omaggio alla figlia Maria Teresa, ai grandi busti dei personaggi e degli artisti del suo cenacolo (da Beltramelli a Costetti, da Golfieri a Zanelli, etc.). Importanti sono i suoi modelli da cui derivò la produzione in maiolica su ampia scala di tante botteghe ceramiche faentine e che fecero la fortuna “popolare” di Baccarini.

Il centenario della morte è ricordata anche con due mostre nella città natale, una nel Museo Internazionale delle ceramiche (Il cenacolo baccariniano, www.micfaenza.org) e una nella Pinacoteca (Domenico Baccarini. Disegni dalle Collezioni comunali, www.pinacotecafaenza.it)

La seconda, curata da Claudia Gian Ferrari, Michela Scolaro e Claudio Spadoni, è dedicata a Felice Casorati, pittore piemontese molto più longevo (1883-1963), attraverso la selezione di oltre un centinaio di opere dagli esordi secessionisti alle composizioni neoquattrocentiste, dal realismo magico alle inquiete nature morte degli anni cinquanta. Il percorso della mostra spazia dal primo decennio agli anni sessanta del XX secolo, attraverso le opere più significative come La preghiera (1914), Ritratto di Renato Gualino (1923), Ragazze dormienti (1927), le nature morte con le uova, i tanti enigmatici ritratti tra cui quello, fondamentale, di Silvana Cenni. Se però devo dire la mia opinione l'unico quadro che mi ha colpito è il ritratto di Piero Gobetti, che chiude la rassegna osservando intensamente il visitatore.

Per ulteriori informazioni rimando al sito www.museocitta.ra.it

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