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Scritto da nel Bologna, Numero 25 - 1 Ottobre 2007 | 0 commenti

Egregio Signor Sindaco

Chi scrive è un cittadino bolognese, che democraticamente valuta l’operato dei propri amministratori ponderandone i pro ed i contro.

Il ragionamento politico non fa una piega: l’opera di Sergio Cofferati come sindaco di Bologna sta raggiungendo la notorietà nazionale che ci si attendeva prima del suo insediamento.

Da questo punto di vista occorre riconoscere il grande successo personale: la severa scelta della tutela della legalità, a partire dai piccoli comportamenti quotidiani, ha fornito la linea guida per le Amministrazioni locali di centro sinistra, rendendo residuale il propagandismo che da anni è bandiera del centro destra specialmente nella nostra città, e aiutato il Governo nazionale a qualificarsi per l’attenzione alle esigenze della sicurezza dei cittadini. Per il centro sinistra non c’è altra strada se non quella di capire che l’insicurezza colpisce le fasce più deboli della società, i deboli, gli anziani, i malati, le donne: abbandonare la necessità delle persone di sentirsi sicure a casa propria, ha ragione il Ministro Amato, può far spargere quella goccia di sangue che rende la ‘tigre della reazione’ pronta a sbranarci. Significa scatenare una guerra tra poveri, la fine della sinistra.

A Bologna il centro sinistra è stato sconfitto, nel 1999, proprio così.

Il Podestà giunto da Cremona ha letto le cose come stanno e scelto di tutelare i valori giusti. Inoltre sta procedendo speditamente ad una collaborazione con Alleanza Nazionale sulle politiche della sicurezza, che come ormai chiaro a tutti non sono né di destra né di sinistra. Come dargli torto?

Non potrà inoltre essere accusato di favoritismo verso chi lo ha sostenuto: l’assegnazione dei bandi per la gestione dei centri sportivi ha prediletto la qualità dell’offerta rispetto alla tradizione, non ha esitato a criticare la Lega delle Cooperative respingendone le pressioni. Ecco disarcionata l’opposizione dall’altro cavallo di battaglia.

Spiegherò adesso perché finché non compirà pochi altri passi, di carattere politico e non personale, non risulterà mai simpatico ai cittadini bolognesi. Capisco possa non interessare a chi ha chiaramente individuato il target di cittadini trascurabili (tra cui le esigenze del sottoscritto), ma se non sarà rispettata una certa coerenza tra le parole e i fatti, a perdere non sarà la Sinistra che governa Bologna ma proprio l’idea stessa di Politica in città. E di questo, lo assicuro, dovrebbe interessarsi il Sindaco.

Se è vero come è vero che la legalità è l’unico possibile metodo di convivenza, allora occorre che in una società giusta la legge favorisca gli onesti. Questo pensano i bolognesi, il senso di giustizia di alcuni dei quali è stato colpito da alcuni provvedimenti dell’Amministrazione comunale.

1 – Vietare la vendita di bevande alcoliche da parte degli alimentari notturni (gestiti da immigrati pachistani e bengalesi) perché qualcun’altro potrebbe schiamazzare ubriaco, significa che per la maleducazione di pochi si penalizza chi è venuto a Bologna per lavorare tutto il giorno e tutta la notte e dormire in pochi metri quadri per poter mandare i soldi a casa. Significa colpire l’unico vero aiuto che l’Occidente consente ai Paesi in via di sviluppo. Questa non è legalità, questa è una città che ammette di non essere in grado di difendere pochi metri di strada e fa pagare tale incapacità delle Forze dell’Ordine ai lavoratori immigrati. Questo provvedimento è socialmente razzista. D’altronde, come pensare che chi i corpi militari partiti per difendere la sicurezza in Iraq possano essere in grado di affrontare Via del Pratello?

Inoltre il fatto che questa ordinanza non sia mai stata pubblicata a chiare lettere nei locali delle vie colpite scritta fa sì che nessuno ne conosca il testo: la legalità va scritta e questo è un principio alla base di ogni ordinamento giuridico moderno. Altrimenti non è possibile rispettarla e condividerla.

2 – Se di notte vedete delle file di carri attrezzi che si avventano su una zona della città, ne rapiscono le auto parcheggiate e si fanno pagare la multa, la rimozione ed il pernottamento (almeno un centinaio di euro a infrazione tanto per cominciare + 15 euro a notte) e vedete dopo pochi minuti passare un camioncino che spruzza l’acqua, vi rendete conto che questa Amministrazione (come le precedenti) è schiava della lobby delle rimozioni. Qualcuno ha mai provato a recuperare la propria auto sentendosi chiedere il riscatto: 130 con fattura o 90 senza? E non pensate di poter avere ragione: se vi rimuovono ingiustamente l’auto l’onere della prova è a carico vostro, così come le spese di citazione. Oltre che l’IVA.

La domanda è semplice: non è proprio possibile spruzzare l’acqua sotto le auto usando un tubo (come avviene d’estate, d’altronde) e una scopa ma si debba rendere impossibile e costosa la vita al cittadino che magari si è recato per una settimana fuori città?

3 – E’ giusto che non si possano infrangere le regole del traffico: ma è possibile che per attraversare 25 metri di Via de’ Carbonesi occorra percorrere 3 km intorno ai viali di circonvallazione? Mi spiego meglio: non è sbagliata la telecamera, è proprio sbagliata quella corsia preferenziale (così come non hanno senso in Via del Lavoro e Vittorio Veneto, a futura memoria).

Inoltre se le regole vanno rispettate, non è giusto che ogni anno cambi il Piano del Traffico e con essi si intervenga pesantemente sulle nostre abitudini di mobilità. La legge, se giusta, non si cambia. Allora decidetela una volta, e non cambiatela più.

E’ per questo ordine di motivi che, signor Sindaco, lei è davvero antipatico. Mentre riscuote simpatia l’opera del Ministro Bersani che ci fa risparmiare 2 euro a ricarica, il suo rubarci 15 euro a notte per averci rimosso l’auto, o costringerci a balletti sulla porta dei bar notturni tra la sigaretta e la bibita in nome della paura per eventuali controlli in base ad un’ordinanza che non conosce nessuno, o chiuderci l’alimentare sotto casa all’ora di cena, ci toglie di certo piacere e comodità nel frequentare la nostra città. Che riteniamo invece possa essere vivibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, come le moderne città europee: ma questa, mi rendo conto, è un’altra idea di città.

Se crede davvero che sia impossibile conciliare le esigenze della sicurezza con normali ed educate abitudini di vita e ritiene che ci debba essere il coprifuoco, allora la convivenza civile e lo sviluppo della città hanno perso in partenza.

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