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Scritto da nel Economia e Politica, Numero 26 - 16 Ottobre 2007 | 0 commenti

Il mago di Segrate

Nel film Grand hotel Excelsior, Diego Abatantuono impersonava l'immaginifico mago di Segrate, quello per intendersi della celebre sequenza “oppebbacco sto lievitando”. A venticinque anni dalla pellicola che regalò ad Abatantuono la fama di simpatico “terroncello”, la piccola Segrate è tornata prepotentemente sotto i riflettori, a causa di un sortilegio che odora di truffa: in alcuni semafori la luce gialla dura soltanto due secondi. Tale istantaneità è risultata sospetta ai molti viandanti che nei mesi scorsi hanno avuto la sfortuna di attraversare la piccola cittadina alle porte di Milano: le lanterne semaforiche tarate al “centesimo di secondo”, erano incidentalmente le stesse su cui l'amministrazione comunale aveva installato il famigerato sistema t-red, quello che attraverso la fotorilevazione sanzionava automaticamente gli automobilisti che non rispettavano la luce rossa del semaforo.

A pensar male si fa peccato, comunque dopo migliaia di ricorsi la magistratura ha iniziato ad indagare su questa vicenda grottesca, e il liquame che n'è fuoriuscito è lo stesso su cui gli automobilisti e le associazioni di consumatori vociferavano da tempo: le amministrazioni comunali, oltre ad assicurare ovviamente un robusto fatturato alle aziende appaltatrici, garantiscono anche una cospicua percentuale sulle sanzioni, che secondo Repubblica arriverebbe in alcuni casi al 25%.

Ricapitolando, un qualsiasi comune x decide di porre sotto controllo elettronico un incrocio pericoloso di sua pertinenza, l'azienda y s'aggiudica l'appalto, ed oltre ad incassare giustamente la cifra con la quale si è chiusa la gara, può usufruire in sovrappiù di una sorta di pizzo legalizzato, la cui entità è direttamente proporzionale al numero d'infrazioni che rileverà il sistema installato dalla medesima azienda.

Perdendosi nei meandri e nelle infinite biforcazioni della legislazione italiana, tale esercizio potrebbe anche risultare legalmente ineccepibile, almeno fino a quando, l'azienda appaltatrice non inizia a “limare” i tempi previsti dal codice della strada; tempi dettati da una semplice proporzione aritmetica e dalle esigenze contingenti che il traffico impone all'automobilista. Se, ad esempio vige il limite di velocità dei 50 chilometri orari, ad attraversare un incrocio di 25 metri occorrerebbero teoricamente un paio di secondi(1,8), tuttavia, considerando che l'autovettura parte da ferma, e l'incrocio potrebbe non essere scorrevole, tale limite nella realtà andrebbe almeno triplicato, anche per un singolo mezzo.

Purtroppo, quella imbastita dai nuovi maghi di Segrate, non è una farsa isolata: i t-red si stanno diffondendo a macchia d'olio in svariati comuni d'Italia, e l'aspetto veramente inquietante, oltre al fatto che gli installatori ricevono una parte dei proventi (privati cittadini che hanno indirettamente la facoltà di sanzionare altri privati cittadini), consiste nel fatto, che diversi studi statistici su cui spicca quello condotto Virginia DOT Study (Dipartimento dei Trasporti dello Stato della Virginia), dimostrino in modo inequivocabile, come l'installazione dei t-red aumenti drasticamente il numero dei tamponamenti. In questo caso, come spesso avviene, l'indagine statistica ha semplicemente avvallato numericamente quello che il senso comune, basandosi semplicemente sul rapporto causale, aveva previsto da tempo: aumentando in modo esponenziale il numero delle frenate brusche, in prossimità degli incroci controllati dall'occhio di vetro, aumentano in modo proporzionale anche i tamponamenti.

Che le amministrazioni comunali si servano della Polizia Municipale, e di varie aziende appaltatrici per rinverdire i propri bilanci, non è un mistero per nessuno: ma che questo prelievo coatto avvenga talvolta a scapito della salute dei cittadini, è un fatto veramente scandaloso.

Il mago di Segrate, come gli ambulanti delle tre carte, sono truffatori che lo stato, il comune o la provincia, hanno il dovere di perseguire, non di imitare seguendo il miraggio del guadagno inseguito sul crinale che separa il lecito dall'illecito.

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