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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 26 - 16 Ottobre 2007 | 0 commenti

Sbucciando le cipolle: la confessione di Günter Grass

Nato a Danzica il 16 ottobre 1927, Günter Grass, esordì nel 1956 con la raccolta di poesie I pregi dei galli a vento, cui fece seguito Il tamburo di latta, romanzo ne consacrò la notorietà. In occasione del suo ottantesimo compleanno, uscirà in Italia Sbucciando le cipolle, opera autobiografica che nell'agosto 2006 travolse lo scrittore in quello che fu definito lo scandalo letterario dell'estate.

A più di sessant'anni dalla caduta del Terzo Raich, colui che nel 1999 ricevette il premio Nobel per la letteratura, il volto dell'intelligenza tedesca, l'intellettuale glorificato dalla critica perché capace di rivisitare la storia contemporanea ricordandone i dimenticati, rivela di essersi arruolato 17enne nelle Waffen SS, reparto militare d'elite guidato da Himmler.

Scoppia il putiferio. Le prime pagine dei giornali tedeschi si affollano di commenti d'indignazione, accuse, maliziosi sogghigni. C'è chi propone il ritiro del Nobel, chi crede che la notizia sia solo una trovata pubblicitaria, chi addirittura ipotizza sia frutto dell'immaginazione del vecchio Grass, che per tanti anni lottò al fine di scuotere le coscienze di chi preferì dimenticare un passato scomodo, sino ad identificarsi in quelle stesse persone.

Ognuno fa la sua ipotesi, ognuno emette la sua sentenza, molti non si risparmiano voli pindarici da psicanalisti in erba. Da parte sua Günter Grass, non tenta di giustificare in alcun modo i lunghi anni di silenzio, semplicemente decide di confessare ciò che per tutta la vita ha taciuto, una sorta di pubblica ammenda.

Sbucciando le cipolle racconta gli anni della giovinezza a Danzica, gli ultimi mesi da soldato, il ferimento, nel '45, la prigionia. Racconta del breve incontro col giovane Joseph Ratzinger, descritto come un ragazzo molto cattolico che spesso faceva citazioni in latino, ma che non disdegnava neanche il gioco dei dadi, e soprattutto che sognava di entrare nella Chiesa e riuscire a far carriera. Un'opera autobiografica che indaga la coscienza di un popolo che da più di sessantanni, tra sensi di colpa e sentimenti di vergogna, continua a chiedersi: “Avrei potuto riconoscere cosa stava accadendo davvero in quel momento?”. Tuttavia, nemmeno un premio Nobel sa dare risposte in questo senso, ne tenta di farlo.

Quest'ultimo romanzo di Grass, ha venduto in Germania 130 mila copie nella prima settimana d'uscita, e nonostante la scabrosa rivelazione, lo scrittore continua ad essere considerato, dalla critica tedesca, un'autorità in campo etico. Non so prevedere se in Italia Sbucciando le cipolle avrà lo stesso successo, o se il dibattito continuerà; c'è da chiedersi però se un nuovo dibattito non potrebbe nascere da un'analisi dei tanti intellettuali italiani che non ebbero un passato poi così diverso da quello dello scrittore di Danzica.

Una volta Günter Grass suddivise il popolo tedesco in tre categorie: colpevoli, complici e maggioranza silenziosa. A quale di queste siamo appartenuti?

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