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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 37 - 16 Aprile 2008 | 1 commento

Espressopolis

 

Casualità. Forse sfortuna. In ogni campo possibile, indagini su scandali che durano da mesi e nessuno ne parla.
Poi, la primavera avanza, i fiori sbocciano, gli amori e le allergie dilagano, sta per iniziare il "Giro d'Italia" e si scopre che tutti i ciclisti sono dopati, o meglio, DROGATI!
Pensavate che il fatato mondo del vino, popolato di marchesi, conti e belle donne ne potesse essere esente?
Macché.

Giovedì 3 aprile. Partenza all'alba da Bologna, arrivo a Verona sempre all'alba (ma non mi sarò svegliato un po' presto?). Pronto a sedermi in trincea per salire sull'ottovolante del Vinitaly, pronto a fronteggiare giornalisti, buyer, broker e briker, e poi al weekend le orde di unni e lanzichenecchi che chiedono solamente "VINOOOOO" "mi scusi che tipo? rosso o bianco? fermo o frizzante?""VINOOOOOO!".
Una festa della bevanda cara a Dioniso. Momento di confronto tra facce stanche, rossastre ma allegre a causa della velocità dell'ottovolante.
Tutto stupendo, ma dopo due giorni incontro solamente facce scure. Che succede? Mi mettono davanti agli occhi la copertina di uno dei più autorevoli settimanali italiani:
"VELENITALY".
Copertina morigerata, in linea con la sobrietà del settimanale.
Il primo pensiero è di ritrovarsi nomi e ragioni sociali di imprenditori e aziende coinvolte, capire di cosa si tratta con pareri chiesti ad esperti chimici.
Invece L’Espresso nomina province sparse per l'Italia facendo di tutta un'erba un fascio, si crea confusione sostenendo che il vino sotto inchiesta sia tagliato con concimi, contenga sostanze cancerogene e quant'altro.
Un accusa frontale all'intero mondo del vino senza però assumersi responsabilità, nel momento in cui era in corso la fiere enologica più importante in Italia ed una delle più importanti al mondo, appena dopo lo scandalo del Brunello.
In seguito si è avuto modo di sapere da blog[1] meno famosi ma che in fatto di serietà avrebbero tanto da insegnare alla redazione dell'Espresso nomi, cognomi e misfatti[2].
Quattordici diverse aziende avrebbero comprato vino da un'unica azienda di Massafra (Ta).
Il vino in questione era si di pessima qualità, allungato e sottoposto a zuccheraggi al fine di poter ottenere una gradazione alcolica accettabile, contenente sostanze presenti anche in concimi: insomma non una prelibatezza, ma nemmeno vino al metanolo.
Vino fuorilegge sicuramente, in quanto prodotto con pratiche non permesse dalla legge e che ingerito in quantità considerevoli può provocare danni alla salute (per intenderci ricordatevi la classica "aureola" al risveglio dopo le feste universitarie).
Però sfogliando le pagine dell'Espresso si scopre che si tratta di un'inchiesta iniziata a settembre. Ma cosa hanno aspettato a parlarne?

A dire il vero non è la prima volta che l'Espresso ci sorprende con copertine del genere, mi torna alla memoria "Bio che Bluff", inchiesta che gettò nel panico il mondo del biologico. Al di la della copertina l'articolo non diceva altro che "state attenti, non tutti i prodotti biologici sono fatti bene". Grazie di avermi avvertito.
L'Espresso ogni tanto cade nella trappola dell'ALLARMISMO, che come ho scritto tempo addietro[3], non sopporto.
Ma torniamo al vino, che sicuramente ha subito un danno considerevole a causa di una poco sobria condotta giornalistica, di una tempistica che con Vinitaly prima ed elezioni alle porte dopo lascia piuttosto perplessi.
Ma io sono convinto che nel lungo (ma nemmeno troppo) periodo sarà l'Espresso ad uscirne con le ossa rotta, in quanto una settimanale della sua caratura non deve proporre copertine degne di Novella 2000: più di un produttore ha già deciso di non inviare i propri vini alla nota guida "Vini d'Italia" de l'Espresso e senza vini, una guida di vini, fa fatica ad esistere.
Non credo possa bastare il disappunto mostrato da Enzo Vizzari, direttore della guida di cui sopra, alla copertina VELENITALY per far passare la rabbia dei tanti viticoltori che pur non essendo coinvolti si sono ritrovati improvvisamente cosparsi di fango.
Di sicuro è però servito a Vizzari per vedersi oscurare il proprio blog dall’Espresso: complimenti vivissimi, un atteggiamento in linea con la libertà d’opinione e del giornalismo libero. È però in linea con un’altra querelle del giornalismo libero che regna nel nostro paese, quella tra Report e l’ex giornalista della trasmissione Pietro Barnard.[4]
Criticata la condotta giornalistica, non resta che sperare che l'inchiesta "Vendemmia Sicura" arrivi a conclusione condannando realmente i colpevoli: chi è nel mondo del vino da più anni rispetto al sottoscritto, ha sottolineato che alcune delle aziende coinvolte sono già salite alla ribalta in passato per altre "sviste".

Avremo un lieto fine o saremo per l'ennesima volta un popolo dalla memoria brevissima?




[1] http://www.aristide.biz e
[2] Si possono trovare sempre nei blog sopra citati alle pagine e
[3]
[4] http://www.disinformazione.it/censura_legale.htm

1 Commento

  1. un espresso grazie..e come lo desidera? macchiato

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