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Scritto da nel Numero 37 - 16 Aprile 2008, Politica | 2 commenti

La legalità rende liberi

La vicenda di Max Mosley è interessante sotto diversi punti di vista, al di là del dubbio gusto di guardare su internet un filmettino a carattere pornografico mentre per tale svago il web offre siti ben più interessanti.

Max Rufus Mosley (nato a Londra il 13 marzo 1940) quarto figlio di Oswald Ernald Mosley (fondatore del BUF, Unione Fascista Britannica, partito politico degli anni trenta) è attualmente presidente della FIA. Ultimamente, un importante giornale britannico ha reso nota la sua partecipazione ad un ambiguo party fetish in stile nazista, dove lo stesso Mosley impersonava i sadomasochistici ruoli di vittima ed aguzzino di un campo di concentramento.

A seguito della pubblicazione del filmato, su Max Mosley si è abbattuto non solo il bastone da padrona della prostituta ma lo sconcerto e l’indignazione dell’opinione pubblica, delle Federazioni Nazionali che ne hanno chiesto le dimissioni e delle persone con le quali pubblicamente intrattiene relazioni di lavoro. La scenetta si colloca mentre in Italia viene acclamato come eroe chi condannato per mafia tace rifiutando le lusinghe della Giustizia e negli Stati Uniti un'intercettazione telefonica dell'Fbi recentemente ha incastrato il politico Spitzer, governatore dello Stato di New York, per l’organizzazione di un incontro con una squillo 'di lusso'. La morale sarebbe per il presidente FIA un bell’invito con diritto di tribuna in lista con Boselli, elemento probabilmente necessario per espiare i propri peccati.

Ma così come la tettuta aguzzina si ritrovava nella scena successiva a recitare la parte della schiava, Max non ha rinunciato a rispondere punto per punto alle accuse a lui rivolte:

"Molti possono trovare che certi comportamenti siano inaccettabili, ma sono inoffensivi e completamente legali. Molta gente fa cose in camera da letto o ha abitudini personali che altri trovano ripugnanti. Ma finché restano riservate nessuno ha nulla da obiettare. L'offesa non è quello che ho fatto io, ma il fatto stesso che sia stata resa pubblica". Per questo Max ha querelato il giornale e respinto la richiesta di dimissioni e aggiunto: “Se avessi guidato a velocità su una strada pubblica, o ubriaco, allora sì che mi sarei dimesso il giorno stesso".

Tuttavia ha ritenuto di specificare come fosse una montatura la ricostruzione della vicenda in chiave nazista.

Premesso che il problema non tocca Briatore che “Alla sua età non può parlare di sesso…” (noblesse oblige), la riflessione sorge spontanea.

Ma com’è possibile che i gusti sessuali siano la variabile discriminante per valutare l’operato di un dirigente? E’ giusto che la trasmissione di un video personale e il fatto che la democrazia consenta lo spionaggio da parte delle prostitute (che a differenza delle categorie regolate da Albi professionali non sono tenute ad alcuna deontologia e a differenza delle schiave di una volta godano giustamente di diritti civili), possa trasformarsi in un’intrusione tra le mutande di Max Mosley? Non è forse questa l’espressione da parte del voyeur di un’ancora più volgare dimensione non intima della sessualità?

Ben precisa la risposta del presidente Mosley che, Cofferati’s way, individua nella legalità la chiave della convivenza e nella guida oltre i limiti di velocità il maggiore dei peccati.

In questo contesto ci saremmo aspettati più coraggio e la rivendicazione del gusto sessuale nazista, anche se così non fosse stato, per il gusto della libertà. La libertà del sesso e del denaro, che consente di sfogare liberamente i vizi privati che nella vita pubblica e diurna rimangono imprigionati nelle regole della società.

D’altra parte, però, è innegabile osservare come in un sistema di relazioni personali l’opinione dell’altro sia più importante della legalità: è la legge ad inseguire la realtà e non viceversa ed è per questo che Max Mosley probabilmente verrà sfiduciato. Il moralismo protestante, si sa, non fa sconti.

Da che mondo è mondo la sessualità rappresenta un momento di intimità personale: capita di imbattersi nelle persone più potenti del mondo nude come bambini ed immersi nelle più strane modalità di espressione del corpo. Ma da che mondo è mondo, occhio non vede e cuore non duole.

La democrazia obbliga il popolo a valutare le classi dirigenti, il che nella storia accade solo da pochi decenni, e la tecnologia consente di sapere tutto, da pochi anni. Facciamo in modo di imparare a gestire tutto questo Potere e di non effettuare le nostre scelte in base al gossip e di non farci governare da Striscia

la Notizia o del youtube.com di turno, altrimenti il prossimo potente non saremo noi.

2 Commenti

  1. gran bell'articolo Caporedattore..
    i miei complimenti, condivido appieno il contenuto..un dubbio mi sorge tuttavia..sembra che il giusto diritto alla riservatezza della vita privata possa risultare un facile argomento in favore del divieto di intercettazioni,anch'esse strumento pervasivo della privacy individuale.
    è allora importante discutere e distinuguere due fenomeni. quello della documentazione (filmati, registrazioni, soprattutto quando a fini di inchiesta) e la loro divulgazione. tra l'altro questo è stato un punto di forte rottura tra i due schieramenti politici nella passata campagna elettorale.
    credo proprio che questo argomento sia da copertina e meriti un maggiore approfondimento in futuro tra le pagine virtuali dell'Arengo.
    lei che dice? lo annotiamo tra i prossimi ODG?

  2. grazie stefano i suoi complimenti sono come i gol fuori casa, valgono doppio..
    in questo articolo prendo atto senza discutere del fatto che non è possibile fermare la tecnologia ed il gusto bramoso della gente di entrare nelle mutande dei ricchi. voglio però ricordare che occorrono della testa e del cuore per poterne poi uscire sani…

    ancora in questi giorni vediamo come alla gente piaccia avere un capo, un re e vedere come vive bene putin che si sposa la ballerina bravissima e bellissima e silvio che adesso può regnare dalla sardegna al milan alle veline

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