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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 39 - 16 Maggio 2008 | 0 commenti

Ci salverà la bellezza: XXI Fiera Internazionale del Libro

“Se fossi europeo, starei bene attento a non puntare il dito contro nulla e nessuno. Invece di far questo, apostrofando ingiuriosamente Israele o i palestinesi, per favore fate tutto quello che potete per aiutare entrambe le parti, perché tutte e due sono in procinto di prendere la più tormentosa decisione della loro storia… Non dovete più scegliere fra essere pro Israele o pro Palestina. Dovete essere per la pace”.
Si è concluso con questa citazione del saggio Contro il fanatismo di Amos Oz, uno dei rappresentanti di spicco della letteratura israeliana degli ultimi decenni, il discorso inaugurale di Giorgio Napolitano alla XXI Fiera Internazionale del Libro di Torino. Il Presidente della Repubblica, nell'intento di porre fine alle polemiche che hanno travolto quest'ultima edizione, ha ribadito la volontà e la necessità di scindere le ragioni che muovono una manifestazione culturale da qualsivoglia contesto politico. La scelta di Israele quale paese ospite d'onore in occasione del 60° anniversario della sua fondazione, aveva, infatti, scatenato nelle settimane precedenti non pochi dissensi. Alcuni esponenti dei centri sociali e dell'associazione Free Palestine, dopo aver bruciato la bandiera israeliana durante il corteo del Primo maggio in atto di protesta, hanno organizzato una manifestazione per il boicottaggio della Fiera, apostrofando come “vergognosa” la decisione di onorare lo stato israeliano.
Ciò che Napolitano ha voluto sottolineare nel suo discorso inaugurale è come uno dei valori essenziali della Fiera del Libro sia proprio quella di promuovere il confronto e il dialogo tra culture, posizioni di pensiero ed esperienze creative al di là di preclusioni aprioristiche fondate su basi politiche. La manifestazione torinese ha voluto puntare i riflettori su quella parte di Israele che continua a sopravvivere quotidianamente nonostante i fatti di cronaca. Un Israele che ogni giorno lavora, sogna e s'interroga contribuendo così ad arricchire non solo il proprio patrimonio storico-culturale ma fornendo il suo personale contributo all'evoluzione di una ricerca culturale secondo una prospettiva comune.
Tema dell'edizione 2008 della Fiera Internazionale del Libro è “Ci salverà la bellezza”, ispirata dalla domanda che uno dei personaggi de L'Idiota di Dostoevskij pone al principe Myskin: “La bellezza salverà il mondo?”. Mai tema fu più appropriato. Il concetto del Bello è antico quanto la filosofia, o forse ancor di più. Da sempre gli uomini s'interrogano su cosa sia la bellezza e per quanto sfugga a una definizione univoca è evidente lo stretto legame tra estetica ed etica. Difficile stabilire oggi cosa sia la bellezza in letteratura e nelle varie arti, delineare cosa ci si aspetti da un'opera d'arte per definirla tale, tracciare i confini del Bello e stabilire quale sia il suo rapporto con gli oggetti industriali prodotti in larga scala. Col variare delle epoche variano i canoni estetici ma ciò che rimane immutata è la nostra capacità di sorprenderci di fronte alla bellezza, quel senso di ammirazione e quasi di gratitudine che scopriamo in noi nell'atto di coglierla.
Una pulsione recondita ci spinge verso il Bello, soddisfacimento di un desiderio arcano capace di elevare l'essere, dandoci per un attimo l'illusione che di fronte ad esso non esistano più colori né bandiere ma solo il profondo piacere che si prova nel coglierlo. Vorrei che la bellezza fosse capace di salvare il mondo.

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