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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 39 - 16 Maggio 2008 | 0 commenti

Rudolf Steiner (Parte Seconda)

 

Da segnalare che, prima del suo trasferimento a Weimar (città di Goethe) come collaboratore dell'archivio Goethiano,  ebbe il suo primo difficile incontro col mondo dell'educazione (oggi esistono le scuole steineriane n.d.r.), avendo ricevuto l'incarico di educatore di bambino affetto da idrocefalia riuscendo nell'intento di farlo iscrivere al ginnasio con i coetanei.

Nel 1891 lo raggiunse l'invito a partecipare alla grande edizione delle opere di Goethe ed in seguito a trasferirsi a Weimar (città del Goethe n.d.r.) come collaboratore dell'archivio goethiano.
Si trasformò col passare del tempo la sua concezione dell'apprendimento: se prima il mondo esteriore gli forniva naturalmente tutto ciò di cui aveva bisogno si rese conto che esso invece non poteva fornirgli quanto richiedeva la sua anima.

Il lavoro in archivio gli permise di accrescere considerevolmente la sua conoscenza su Goethe, e poté trarre molto giovamento dal continuo confronto con poeti, filologi, artisti ed altre personalità del mondo della cultura, oltre che da un punto di vista anche umano, potendo così ampliare la sua conoscenza sugli uomini, cosa che probabilmente si ripercuoterà positivamente sui studi pedagogici.

Col passare del tempo sorsero però alcune distinzioni sulla veduta della "filosofia" goethiana rispetto ai suoi colleghi:«Da essi doveva risultare come il metodo goethiano di ricerca e di pensiero, per la sua ampiezza e per la capacità di penetrare spiritualmente nelle cose, fosse giunto a molte scoperte nei diversi rami della scienza. Per me non era importante esporre queste singole scoperte come tali, ma volevo mostrare che esse, come i fiori da una pianta, risultavano da una concezione della natura conforme allo spirito».
Si accorse che l'unica cosa a cui egli veramente aspirava era di penetrare sempre più profondamente nel mondo dello spirito. Fu appunto lo stesso Goethe, "il realista che massimamente possedeva il senso per le piccolezze e per i compiti terreni”, ad indicargli la strada.

Differenze di vedute che si accompagnarono a problemi relazionali con i colleghi, problemi che erano però compensati dalla "colta" vita sociale che Weimar offriva.

Nel frattempo diede continuità ai suoi lavori filosofici. Dopo Basi di una teoria della conoscenza della concezione goethiana del mondo scritto anni prima a Vienna, si laureò con la tesi Verità e Scienza, nel quale approfondì il rapporto tra umanesimo e scienza.
Lavori che lo portarono a pubblicare nel 1894 La filosofia della libertà (nella prima edizione con sottotitolo Risultati di osservazione animica secondo il metodo delle scienze naturali). L'obiettivo dichiarato era di volgere lo sguardo attendo dell'osservazione scientifica al mondo interiore al fine di riuscire a superare i limiti della conoscenza imposti dai teorici ed essere libero di approfondire studi e idee.

In seguito pubblicò altri libri con la stessa visione scientifico spirituale: Frederico Nietzsche, lottatore contro il suo tempo (1895) e La concezione goethiana del mondo (1897).

Poco prima del suo trasferimento da Weimar, forse anche a causa dei suoi studi e o delle sue idee si trovò incredibilmente affascinato dal mondo sensibile, per tutto ciò che fosse esteriore. Accompagno questa "nuova" esperienza col mondo reale con un'intensificazione dell'attività di meditazione a cui era già dedito da tempo.
«…Ebbi l'impressione che il mondo sensibile avesse qualcosa da svelarmi, qualche cosa che esso soltanto potesse svelarmi. Entrai così, per la precisione e la forza dell'osservazione compiuta mediante i sensi, in un dominio sino allora sconosciuto».
«Quando si osserva il mondo fisico si esce completamente da se stessi. Proprio per questo si può ritornare nel mondo spirituale con accresciuta penetrazione».
Decisamente un personaggio eccentrico, pur essendo molto riduttivo questo termine.
Il consiglio che vi do è di prendere le sue frasi, di cui ogni tanto mi diverto a darvi qualche assaggio, e non perdervi troppo nella spiritualità ma ad avere un approccio pragmatico…giusto per compensare, altrimenti…

Come vi ho preannunciato Steiner lascio Weimar per trasferirsi nel 1897 a Berlino, con il ruolo di editore del «Magazin für Literatur».

 

 

 

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