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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 44 - 1 Agosto 2008 | 0 commenti

Effluvi divini

Care fanciulle, cari fanciulli. Si avvicinano le vacanze, e molti di voi iniziano già a sognare mete lontane, accontentandosi spesso di mete vicine, spesso dovendo rimanere nelle città.
Ma ovunque voi andiate, fate un salto nelle cantine, consiglio da amico.
In questo periodo dell'anno le vigne sono stupende: magari non hanno i colori dell'autunno ma sono incredibilmente vive, pronte a donare il frutto che porterà alla creazione del vino.
Insomma, fate del bene alla vostra anima, al vostro cuore e ad altre innumeravoli parti del vostro corpo. Perché il vino fa bene!
È arrivato il momento di raccontarvi degli effetti benefici del vino, sia per farvi bere con più voglia (…vabbe, forse dovrei disincentivare) sia per farvi bere consapevolmente.
Tutto ebbe inizio nel 1988, quando quel sant'uomo del Dottor Carper scrisse nel libro “The Food Pharmacy” che il vino era tra le sostanze naturali che aiutava a prevenire le malattie cardiache e ad innalzare il livello dell'HDL, il colesterolo buono, a discapito del LDL, quello cattivo.
Tempo tre anni e quella gran persona di Jack Masquelier rivelò al mondo le proprietà benefiche delle protoantocianidine (sostanze coloranti dell'uva).
In seguito le scoperte si sono accavallate fino ad arrivare a parlare di autentici paradossi come quello emiliano o francese, due zone in cui gli abitanti hanno uno stile alimentare tutt'altro che morigerato, in cui i cibi grassi la fanno da padrone, dove le quattro gambe della tavola altro non sono che le zampe, anzi gli zamponi, del maiale, ma in cui inspiegabilmente i problemi cardiaci sono sotto la media nordeuropea (per la Francia) e italiana (Emilia).
Si da il caso che uno di questi paradossi, quello francese per l'esatezza, sia entrato nelle case statunitensi durante una popolare trasmissione, “60 minuti”, dando la speranza ai tanti longilinei statunitensi. E come spesso accase, se si muove il collosso a stelle e stricie gli investimenti e gli introiti per le ricerche piovono dai grattacieli.
Ma scendiamo dalla De Lorean DMC-12 (n.d.r. la macchina di “Ritorno al futuro”), e andiamo nello specifico.
Oggi i medici affermano che 40 g di vino al giorno per gli uomini e 20 per le donne (am spies) diminuiscono del 30 % il rischio di coronaropatie (malattie della coronarie), studio rafforzato da uno scienziato neozelandese, quel brava persona del Dottor Jackson, che ha sottolineato come nei consumatori abituali il rischio di infarto del miocardio diminuisce del 75% negli uomini e del 61% nelle donne. Ciò è dovuto alle proprietà anticoagulanti dell'alcol.
Sottolineo nei consumatori abituali, in quanto l'effetto ha durata di 24-48 ore e in alcuni soggetti passato questo limite si ha un risultato contrario. Quindi meglio essere bevitori abituali e non i bevitori della domenica.
Inoltre il vino, specialmente quello rosso e proveniente da medie/alte colline, contiene una sostanza come il trans e cis resveratrolo, le quali ha la proprietà di combattere l'ateriosclerosi (non l'arterio…trattasi di un'altra malattia cardiaca) e l'iperlipemia (aumento di grassi nel sangue). Da studi recenti dimostrano che il resveratrolo inibisca i processi tumurali.
Pensavate che soltanto Einstein tirasse in ballo i gemelli? Vi sbagliavate! Da studi effettuati su gruppi di umarells gemelli nei quali uno consuma 1-2 bicchieri di vino al giorno mentre l'altro o non ne consuma affatto o ne consuma quantità superiori il primo risultava avere una maggiore elasticità mentale. Sono ancora in corso studi per vedere se può esistere una correlazione positiva tra un consumo morigerato di vino e la prevenzione del morbo di Alzheimer.
Inviavate Morandi che va ancora a correre la maratona di New York pur essendo oramai un umarell? Il vostro traguardo non è la pensione ma il torneo di calcetto over 60? Bevete! Eh già, le persone anziane che hanno consumato regolarmente vino nella loro vita hanno una maggiore densità ossea. Quindi, cari i miei astemi, non lamentatevi dell'artrosi.
Vogliamo parlare di virus e batteri? Va bene: il vino è anche un antibatterico.
Studi su soggetti adulti non fumatori che consumavano regolarmente il nettare di Bacco sono risultati resistenti ad almeno 5 ceppi di influenza.

Brindiaaaaaaaam, lalalalalalalalala…..

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