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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 44 - 1 Agosto 2008 | 0 commenti

Giochi di parole

I progetti, le idee, gli assiomi nascono da percorsi differenti: da una mela che cade, da un colle caro, da un bagno ristoratore.
A volte invece nascono da una stronz…ehm, stupidata. Tranquilli, non voglio prendermi querele (almeno non prima delle vacanze) ne offendere chicchesia.
A definirla tale è stato lo stesso ideatore, il giornalista Franco Zanetti.
Di che sto parlando? Di abbinare le musiche di Brian Eno al vino.
“Me lo chiedevo da qualche anno: com’è possibile che nessuno ci ancora mai pensato, finora? E mi rispondevo: perché, ammettilo, è un po’ una str…una banalità abbinare Brian Eno e il vino, approfittando…del cognome del più musicista tra i non musicisti.”


«Eno/logie – how many grapes went into the wine» è un progetto che nasce da un gioco di parole sviluppato dal giornalista Franco Zanetti: la parola “Eno”, appunto, rappresenta l’anello di congiunzione tra il mondo del vino (in greco il prefisso significa ôinos, cioè vino) e la musica di Brian Eno.
Il sottotitolo “How many grapes went into the wine”, prende spunto da una serie di studi dello studioso e teorico londinese della cibernetica Stafford Beer (altro gioco di parole…) che destino vuole fosse molto apprezzato dal “non musicista in questione”.


Il nuovo album del Popoli Dalpane Ensemble costituisce una rilettura semiacustica della produzione artistica di Eno a metà degli anni ’70, subito dopo la sua uscita dal gruppo «Roxy Music». In quel periodo, Eno produsse brani d’avanguardia, sperimentali, ma anche prime produzioni di quel genere musicale che in seguito sarà definito «Ambient», nonché fonte d’ispirazione per numerosi registi: Nanni Moretti, per esempio, ha incluso il brano «By this river» (che sarà suonato durante la serata dal Popoli Dalpane Ensemble) nella colonna sonora del film «La stanza del figlio», Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2001.

Ho potuto apprezzare il 24 luglio, presso il chiostro dell’Arena del Sole, questo connubio vino-musiche.
Molto belle le musiche di Brian Eno, classico artista che tutti conoscono pur senza saperlo, belle le riletture di un gruppo che, parole del chitarrista dei jacarè Rocco Casino Papia, appartengono all’elite musicale bolognese (n.d.r. di conseguenza internazionale…); buoni i vini dati in degustazione a fine concerto: Pignoletto di Vallona, produttore di spicco della scena bolognese (merita una visita in quel di Castello di Serravalle) e un Lambrusco Rosè dei Casali, decisamente sorprendente e adatto al clima afoso di questi giorni.
Nel caso vi fosse venuta voglia di assaggiare queste musiche e ascoltare uno o due bicchieri di vino non avete che andare in quel di Dozza, nella piazza antistante la Rocca Sforzesca, la Notte di San Lorenzo per fare da testimoni a questo felice matrimonio.

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