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Scritto da nel Numero 48 - 16 Ottobre 2008, Viaggi | 0 commenti

Il Museo di Sasso Marconi

L' Arengo, con questa gita fuori porta rende omaggio alla radio: da questa sono poi derivati, fra gli altri, la televisione e i telefonini che ora sono diventati parte integrante della nostra vita e indirettamente anche la rete Internet che ci ospita.
Andiamo a Sasso Marconi, per visitare il Museo intitolato all'illustre cittadino, dedicato alle origini e agli sviluppi delle radiocomunicazioni, ospitato nella Villa Griffone già residenza della famiglia e da questa donata alla Fondazione l'anno dopo la morte nel 1938, ma questi ambienti, che videro i primi esperimenti del giovane inventore sono stati trasformati per il nuovo uso.
Grazie all'integrazione di apparati storici, ipertesti, filmati e dispositivi interattivi, il visitatore ha la possibilità di ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato la formazione e la vita con un'attenzione particolare per il periodo che va dal 1895 (primi esperimenti di telegrafia senza fili) al 1901 (lancio del primo segnale radio attraverso l'Atlantico).
Del mitico primo esperimento sono conservati riproduzioni funzionanti degli apparati trasmittente e ricevente e un fucile d'epoca a ricordo di quello che, come narra la storia o forse la leggenda, azionato dal contadino al di là della collina dei Celestini, di fronte alla finestra del laboratorio, annunciò che il segnale era stato ricevuto.
Il Museo ospita inoltre una serie di accurate ricostruzioni funzionanti di apparati scientifici dell'Ottocento collocate in diverse “isole espositive” dedicate ad alcune tappe fondamentali della storia dell'elettricità, ai precursori della storia della radio, alle applicazioni marittime dell'invenzione marconiana.
Il genio marconiano infatti fu quello di raccogliere esperienze e apparecchiature di studiosi di ogni paese e da queste realizzare la trasmissione senza fili.
Durante il percorso sono successivamente illustrati alcuni fondamentali sviluppi delle radiocomunicazioni nel XX secolo, in particolare il passaggio dalla radiotelegrafia alla radiofonia e alla radiodiffusione.
Particolarmente importante questa invenzione fu per i viaggi in mare (e oggi in quelli sulla luna e nello spazio siderale!): le navi, che prima erano totalmente isolate, ebbero successivamente la possibilità di comunicare, ciò ha fra l'altro consentito di salvare vite umane, come testimoniano i 705 superstiti del Titanic nel 1912. Un apposito ambiente ospita una stazione navale riprodotta nella sua complessità.
In mostra sono inoltre presenti interessanti documenti relativi alla formazione di Guglielmo Marconi, come il laboratorio, sopra citato, nel quale mosse i primi passi dall'età di quindici anni (ricostruito nella celebre “stanza dei bachi”) e alla sua attività di imprenditore nella Compagnia che egli fondò nel 1897 e che tuttora porta il suo nome.
Tra le attività che il Museo promuove vi è un programma di divulgazione scientifica per le scuole che si avvale di un laboratorio di esperimenti didattici relativi alla storia dell'elettricità, all'elettromagnetismo e alle telecomunicazioni.
Il parco, sorvegliato dalla statua dello scienziato, offre una piacevole veduta delle colline bolognesi, qui è ricostruita l'antenna che per prima lanciò il segnale e ospitata una stazione radioamatoriale gestita dall' A.R.I. di Bologna. Ricordiamo inoltre la chiglia dello yacht “Elettra” e il Mausoleo, edificato nel 1940/41 su disegno del Piacentini, dove riposano Guglielmo Marconi e la moglie.
La villa ospita anche un Centro di ricerca sulle radiocomunicazioni del Dipartimento di Elettronica, informatica e sistemistica dell'Università di Bologna e della Fondazione Ugo Bordoni di Roma, pertanto l'accesso è consentito solo su prenotazione e tramite visita guidata, inoltre per questa ragione la Villa non è dotata di un punto di ristoro, né di servizi per i visitatori.
Per ulteriori informazioni si può visitare il sito, molto bello e completo:
www.radiomarconi.com/marconi/marconimuseo.html

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