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Scritto da nel Numero 50 - 16 Novembre 2008, Viaggi | 2 commenti

Novità a Genova dalla Maria, al festival della Scienza e al Museo Galata del Mare

Il mio resoconto della annuale visita a Genova di questa stagione (questa volta in una giornata nella quale il vento ha quasi fatto affondare un traghetto) comincia dal tradizionale pranzo alla Maria: è successo un fatto clamoroso, il locale ha avuto una reazione di rigetto: i condizionatori d'aria sono stati eliminati e il pos per il bancomat e le carte di credito (a parte la curiosità di un tale attrezzo per pagare 9 euro per primo, secondo e bevanda…) si e' nascosto (per la vergogna?) in un invisibile sottoscala. La modernità rimane in un nuovo schermo piatto a fianco del montacarichi per segnare i piatti esauriti che verso le due si tinge di rosso… ma onestamente non mi sento di biasimarlo. La copertura dei telefonini è sempre precaria. La Maria ci ha lasciato (e il Secolo XIX le ha dedicato un pagina in Nazionale e nei giorni successivi due pagine in cronaca), ma la nuora mi ha garantito che la prossima volta non troverò al suo posto un Mac Donald.
Se un paio di anni fa mangiai vicino a un scienziato di fama internazionale andato in pensione il giorno prima (che cominciò a mangiare i ravioli con le mani in attesa di un cucchiaio perchè le forchette erano finite), questa volta avevo due distinti napoletani che, dovendo per lavoro andare a venti chilometri da Genova, ne approfittavano per fermarsi a mangiare. Ma una volta ho avuto un ex barbone, tutto fiero che grazie a una borsa lavoro, poteva pagarsi il pranzo invece di riceverlo in elemosina come era stato in passato. Credetemi la Maria non è solo una cucina che più genovese non si può, ma una esperienza di vita unica! E mi ha colpito leggere nelle pagine del Secolo XIX che questa mia sensazione è condivisa dal mondo intero, come potete verificare inserendo su Google Maria, vico Testadoro, Genova: si propone addirittura di dedicarle la strada!
Ma ora veniamo al Festival: questa volta i piedi hanno imposto un itinerario preciso, limitando la disponibilità a Palazzo Ducale e Porto antico.
Dei cento laboratori quindi ne ho potuto vedere solo una parte: segnalo quello dedicato ai disabili con strumenti che facevano calare la vista a noi normodotati, poi quello che faceva bolle di sapone poi…. consentitemi di parlare solo di due di matematica, uno in Palazzo Ducale nel quale i ragazzini si misuravano con la logica, la geometria e i nodi e uno ai Magazzini del Cotone con diverse curiosità sui numeri che purtroppo erano troppe da poter trascrivere ed erano disponibili solo sui pannelli. Chi è interessato trova tutte le manifestazioni su
www.festivalscienza.it
Con l'occasione segnalo una novità al Museo Galata, del quale mi ero già occupato quando fu inaugurato: il terzo piano è stato dedicato all'emigrazione, con la ricostruzione dei viaggi degli emigrati, degli ambienti delle navi, dormitori e refettori, con una notevole multimedialità che consente di ascoltare le storie, leggere le lettere e rivivere i controlli che i nostri nonni dovevano affrontare in queste occasioni. Per me, che ho passato gli ultimi cinque mesi a raccogliere in 150 pagine tutti i dati numerici ufficiali sull'emigrazione dalla Regione Emilia-Romagna dal 1869 al 2007, è stata una particolare emozione vedere cosa c'era dietro ai miei anonimi numeri. Tutte le informazioni su questo museo, imperdibile per chi ama il mare, su
www.galatamuseodelmare.it

2 Commenti

  1. Volevo solo fare il mio saluto all'ottima anima di Maria, l'oste della trattoria di cui si parla all'inizio dell'articolo…non sapevo che fosse morta. Mi sono commosso. Da spezzino quale sono, mi è capitato di andarci diverse volte, facendo da Cicerone agli amici che, conosciuti all'università di Bologna e curiosi di vedere Genova, mi seguivano in Liguria nel fine settimana.
    E ogni volta, dietro il bancone c'era lei…Maria, dolce modesto e sorridente bersaglio dei miei complimenti.
    Mi permetto di segnalare il link per leggere una breve ma densa intervista che le fecero qualche anno fa.

  2. Carina l'intervista: preciso inoltre che “la pasqualina che va a fare” e' con i carciofi (anche se piu' indaginosa da fare) e non con le bietole come invece si trova dalle altre parti

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