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Scritto da nel Il Libro del Viaggiatore, Numero 52 - 16 Dicembre 2008 | 4 commenti

'Osteria dei pittori', memorie di Ugo Pirro

Chi fosse rimasto colpito da film come "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" o "A ciascuno il suo" o "La classe operaia va in paradiso"; oltre a ringraziare Gian Maria Volontè per le magistrali interpretazioni e Elio Petri per le impegnate regìe, deve ringraziare anche colui che, tra soggetto e sceneggiatura, ha dato a questi ed a svariati altri film la loro veste verbale.
Ugo Pirro (Salerno, 1920 – Roma, 2008) oltre a rimanere nella storia per aver letteralmente "dato la parola" al nostro cinema migliore, rimane, per gli estimatori della pittura italiana del dopoguerra, un'importante memoria storica.
Nel libro "Osteria dei pittori", descrive un momento particolare della nostra storia politica e artistica: quel 1948 che vide i Democristiani salire al governo e lo scisma tra arte figurativa e arte astratta. Partendo dal '48, si spinge poi fino ai primi sintomi del Boom economico.
Ma l'ingrediente che rende veramente gustoso questo libro, è il modo di raccontare la storia ufficiale (entità di per se austera e impersonale) attraverso episodi e aneddoti che ebbero come protagonisti, oltre allo stesso Pirro, artisti come Mafai, Turcato, Consagra, Scarpitta, Vedova ecc.
Tutti comunisti eppure tutti biasimati dal rigore morale del loro stesso partito, che vedeva nell'arte una specie di Biblia pauperum, e che a tale scopo aveva scelto come "pittore di corte" Renato Guttuso, fautore e teorico di quel realismo di matrice post-cubista ma tutto infiammato di passione mediterranea, siciliana nel suo caso; tanto da spingere Marino Mazzacurati a definire Guttuso "La Picassata alla siciliana"!
Tutti nomi destinati ad entrare nel collezionismo e nei manuali di arte contemporanea, ma che all'epoca erano semplicemente artisti affamati, clienti a credito dell'osteria romana dei Fratelli Menghi, i quali, credendo coraggiosamente nel talento, nelle idee ma soprattutto nell'umanità di questa speciale clientela, li sfamarono durante gli anni del primo dopoguera, anni difficili per tutti, anni difficilissimi per artisti che all'epoca non valevano niente per il mercato, compreso lo stesso Mafai, artista già maturo e già noto per l'esperienza della Scuola Romana, il quale andava progressivamente affrancandosi dal lessico figurativo espressionista per sintonizzarsi anch'egli sulle frequenze dell'astrattismo.
Così, le prime avvisaglie dell'ingerenza andreottiana nelle cose dell'arte vengono vissute in prima persona proprio da Mafai, che proprio in quell'anno partecipava alla Quadriennale romana, e che avrebbe anche vinto, se solo i membri della giuria non fossero stati praticamente costretti a premiare qualcuno che non mostrasse i panni sporchi del Bel Paese, tipo partigiani torturati e sventramenti di case.
Un coraggioso Consagra-Don Chisciotte che durante la campagna elettorale del '48, nonostante il dileggio mosso nei confronti dell'arte astratta dalla borghesia, dal proletariato e dai dirigenti del partito comunista, tutte le mattine si caricava in spalla una sua scultura di ferro intitolata 'Fronte del Popolo' (ma totalmente astratta!) e andava a piazzarla sulle gradinate di Trinità de' Monti; e a chi gli chiedeva cosa facesse lì, egli rispondeva di fare propaganda a favore del Fronte del Popolo, e affermava che un partito che si diceva rivoluzionario, e che voleva cambiare il mondo, doveva appoggiare l'arte d'avanguardia.
Uno scaltro Pietro Cascella che, assieme allo stesso Pirro, riesce a vendere un falso Guttuso dipinto da Sanfilippo per settecento lire a un rigattiere.

E commuovono i ritratti che Ugo Pirro, nel 1984, a distanza di quasi quarant'anni, restituisce dei vari avventori dell'osteria Menghi, allora ubicata in via Flaminia, poche decine di metri fuori da piazza del Popolo. Avventori che vivevano alla giornata ogni aspetto della loro esistenza, dalle ambizioni agli amori, dalle amicizie agli scontri ideologici.

Ugo Pirro, Osteria dei pittori. 1984. 168 pagine. Sellerio editore Palermo. Euri 7,75 (se non di meno)

4 Commenti

  1. Egregio Fiorino Torre, complimenti vivissimi!

  2. Ciao! Sto cercando questo libro da un pò di tempo ormai, non c’è nessuno che ce l’ha e potrebbe venderlo?
    Saluti
    Edo

    • Per quel che so telefonando alla casa editrice il libro non è più stato pubblicato da molti anni. Io ne ho trovato una copia alla Biblioteca Nazionale e , per uso personale, me ne sono fatto una copia.
      Dovreste fare altrettanto credo.

  3. Anche io cerco questo libro…e possibile ordinarlo? Dove? Grazie

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