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Scritto da nel Numero 52 - 16 Dicembre 2008, Scienza | 0 commenti

Piccoli ma indistruttibili

Nel dibattito scientifico sull’origine della vita sulla Terra, la teoria della panspermia, termine di origine greca che significa semi dappertutto, cominciò ad affermarsi nei primi decenni dell’ottocento, ma fu il chimico svedese Svante Arrhenius, all’ nizio del ventesimo secolo, ad elaborarla compiutamente.
L’idea fondamentale di questa linea di pensiero è che la vita non si sia originata sulla Terra, ma sia giunta dallo spazio, trasportata da corpi celesti come meteoriti e comete.
Un’ipotesi che si mette in antitesi con quella che vede i primi composti organici nascere dal brodo primordiale presente sul nostro pianeta nella sua infanzia, la cui dimostrazione fu tentata sperimentalmente nel 1953 con la famosa boccia di Miller. Lo scienziato realizzò un apparato costituito da una sfera di vetro, contenente una miscela di metano, ammoniaca, idrogeno e vapore acqueo, considerati elementi presenti nell’ atmosfera terrestre primordiale, che sottopose a scariche elettriche e radiazione ultravioletta.
Dopo questo bombardamento all’interno della sfera si formò un brodo di composti organici, possibile punto di partenza per lo sviluppo di forme di vita.
Secondo la panspermia di Arrhenius, invece la vita sulla Terra sarebbe frutto della colonizzazione del nostro pianeta da parte di spore batteriche in grado di viaggiare nello spazio spinte dalle radiazioni luminose.
Un’ipotesi ripresa successivamente da scienziati come Hoyle e Wickramasinghe, per i quali alcuni tipi di batteri potrebbero sopravvivere alle condizioni proibitive del cosmo.
Gli abissi siderali non si presentano come un ambiente molto ospitale per gli esseri viventi, con temperature che sfiorano lo zero assoluto, 273 gradi centigradi sottozero, e radiazioni micidiali, come i raggi gamma e ultravioletti.
Numerosi esperimenti scientifici hanno però dimostrato come alcuni microrganismi siano veramente dei duri, resistendo a condizioni che sarebbero letali per tutti gli altri esseri viventi.
Un tema che ha influenzato anche cinema e letteratura, come nel film di Romero La notte dei morti viventi, dove il rientro di una sonda dallo spazio porta sulla Terra un microrganismo in grado di risvegliare i morti.
Recenti osservazioni di alcune comete, come quella di Halley, la Hale-Bopp e la Hyakutake, hanno individuato sia nella chioma che nella coda di questi corpi celesti la presenza di diversi composti organici, molecole che sono state rinvenute anche in diversi meteoriti.
La teoria della panspermia sembra aver trovato nuovo vigore dopo la recente scoperta di una molecola di zucchero all’interno di una nube interstellare, situata nella Via Lattea a circa 26.000 anni luce dal nostro pianeta.
Il glicoaldeide, il composto individuato tramite il radiotelescopio delle Alpi di Grenoble, è un elemento determinante nella complessa sequenza di reazioni chimiche che portano alle due molecole fondamentali per l’origine della vita: il DNA e l’RNA.

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