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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 66 - 1 Febbraio 2010 | 2 commenti

Anno nuovo in Romagna

da Rimini a Cesenatico, da Rembrandt al Presepio nel Museo Marinaro

E’ mio costume accompagnare mia moglie alle mostre importanti e riferire qui le mie impressioni: in questo quadro sono stato a Rimini alla mostra aperta fino a marzo dedicata a sessantacinque capolavori della pittura europea dal Cinquecento al Novecento provenienti da uno tra i maggiori musei del mondo, il Museum of Fine Arts di Boston. La mostra, che  ripercorre molte importanti scuole nazionali in Europa è allestita da Marco Goldin secondo un’idea di continui e significativi accostamenti, ed è articolata in sei sezioni: Il sentimento religioso, La nobiltà del ritratto, L'intimità del ritratto, Nature morte, Interni, Il nuovo paesaggio.

La visita mi ha provocato una strana sensazione: i pregevoli quadri sono europei e sono dello stesso livello di quelli custoditi nei nostri musei (per esempio mi ha colpito un normalissimo e da me molto apprezzato Canaletto), e perché io li vedessi hanno attraversato l’Oceano fino a Boston (dove testimoniano la nostra cultura) e da li ritornati in Europa e infine ritorneranno a casa, insomma una sensazione di sommo spreco di movimento. Per spiegarmi meglio una volta vidi una mostra di quadri di pittori americani che erano sbarcati in Italia per farsi vedere da noi: trovai logico portare la cultura americana a chi non può recarsi colà, ma questo via vai mi pare singolare.
Chi comunque desidera apprezzare questa prestigiosa esibizione può consultare il sito
www.lineadombra.it dove è possibile anche prenotare l’ingresso ed evitare una discreta coda.
Se siete nel week end vi consiglio un salto alla vicina Cesenatico a vedere il Museo della  Marineria estremamente curato nell’architettura e nell’esposizione, con esaurienti pannelli esplorativi.
Due sezioni: quella Terra ospita al centro un trabaccolo e un bragozzo – le due imbarcazioni protagoniste dell'epopea della marineria a vela nell'alto Adriatico – completamente attrezzate con le loro vele "al terzo". Nella prima parte del percorso, dedicata alla "struttura e costruzione", si possono toccare con mano i semplici materiali e le tecnologie con i quali l'uomo ha navigato per millenni. Tra i pezzi esposti, una ruota da cordaio con la ricostruzione del suo funzionamento, e una bottega ottocentesca di carpenteria navale acquisita in blocco e riallestita dentro al museo. La seconda parte è dedicata a "propulsione e governo": qui sono esposte ancore antiche e moderne, tra cui due relitti risalenti al XVII secolo. Seguono alcune installazioni didattiche dove si può misurare la propria abilità con manovre, nodi e paranchi. Ampia parte è dedicata all'evoluzione dell'attrezzatura velica, mentre una serie di motori raccontano il passaggio dalle barche tradizionali agli scafi a motore.
Le dieci barche della Galleggiante, sempre visibile sul Canale disegnato da Leonardo, comprendono le diverse tipologie maggiormente utilizzate dalla marineria a vela nell'alto Adriatico tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento: sono presenti infatti due trabaccoli da pesca (barchetti), tre bragozzi, una lancia, una paranza, un topo, una battana, e un trabaccolo da trasporto, sul quale in estate è possibile salire e visitare l’ampia stiva di carico e le cabine. Io ho avuto la straordinaria fortuna di vederle popolate dal Presepio, dalla prima domenica di dicembre sino all’Epifania, qui le statue dei personaggi del racconto evangelico si mescolano assieme alle figure del borgo marinaro, che rappresentano se stesse e i loro mestieri. Insieme alla Sacra Famiglia, possiamo vedere chi salpa o rammenda le reti, chi conduce le imbarcazioni, chi vende il pesce o il falegname che ripara il fasciame, al posto dei tradizionali pastori e delle pecorelle. Particolarmente suggestiva risulta l’immagine riflessa delle luci e delle statue illuminate nell’acqua del canale, Il presepio è un inno alla nascita di una nuova vita e come tale mi commuove anche se sono un ateo profondamente convinto.
Un cenno doveroso all’Antiquarium dove sono esposti i reperti archeologici della zona e alla mostra temporanea “Lo specchio del mare, carte dell’Adriatico dal XVI  al XIX secolo” circa cinquanta carte, tutte provenienti dalla collezione del medico bolognese Marco Asta, dai primi esemplari del XVI secolo sino a giungere a metà Ottocento, quando la cartografia vede mutare le sue tecniche e procedimenti.
Per ulteriori informazioni, orari di visita ecc.
www.museomarineria.eu

2 Commenti

  1. caro ex direttore responsabile, sono contento di aver letto le sue perplessità in merito alla mostra di Rimini,mostra che ho visitato lasciandomi non senza dubbi.
    alcuni riguardavano la decisione di accostrare in spazi non molto grandi tematiche molto diverse trattate da pittori in secoli altrettanto diversi..come dire, uno zibaldone.
    inoltre, mosso forse da senitmenti nazionalistici, mi son chiesto perchè mai dovrei recarmi a boston per vedere dei capolavori europei, o a londra per ammirare il vero partenone..opere che, in molti casi, hanno viaggiato a seguito di conquiste militari e non solo di scambi commerciali.
    in più, la sua osservazione sugli sprechi aggiunge altra carne al fuoco…
    ha senso cavalcare l'onda del “ridateci la gioconda”, o dovremo accontentarci a delle tarsferte parigine, aspettando magari lì'occasione che il louvre chiuda per restauri perchè la Monna Lisa respiri di nuovo aria di casa?

  2. Mah! Io però non pretendo che Boston ci restituisca i nostri quadri: se li tenga pure da mostrare agli americani che non possono venire qui. Ma loro sono i destinatari (e quindi va bene lo zibaldone) non noi europei che ne abbiamo di tutti e di più. La Monna Lisa poi è in Europa, quindi è come se avesse cambiato città…

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