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Scritto da nel Bologna, Numero 67 - 1 Marzo 2010 | 0 commenti

Attraversare “L'idiota”. Laboratorio di scrittura alla Dozza



Il laboratorio di scrittura si è svolto durante le prove dello spettacolo Nastasja. Primo studio, regia di Paolo Billi, tenutesi nella chiesa della sezione penale della Dozza. Al laboratorio hanno partecipato sia i 15 detenuti, che hanno scelto di frequentare l'attività teatrale, sia le attrici di Botteghe Moliére, cimentandosi senza distinzione su alcuni temi principali del capolavoro di Dostoevkij. L'obiettivo del laboratorio non era quello di produrre scritture da inserire all'interno della drammaturgia dello spettacolo (come da qualche anno avviene col progetto teatrale all'Istituto Penale Minorile), ma di aiutare detenuti e non ad immergersi in maniera più agevole all'interno de L'idiota, attraversare il romanzo riflettendo sulle numerose problematiche che in esso vengono messe in luce. Infatti, non potendo pretendere che tutti riuscissero a leggere integralmente il libro, a causa soprattutto delle difficoltà linguistiche, era necessario rendere fruibile il testo a partire da alcuni brani significativi sui quali potersi mettere in gioco attraverso la scrittura.

Per queste ragioni si è scelto di lavorare innanzitutto sulla molteplicità dei punti di vista, sull'incessante gioco dialettico e labirintico che si viene a creare tra i personaggi attraverso il costante essere-fuori-luogo del principe Myskin. Ad ognuno dei partecipanti, perciò, è stato proposto di provare ad immaginare quali potessero essere stati i pensieri del proprio personaggio (i ruoli erano già stati assegnati) durante il primo incontro con “l'idiota”, che non necessariamente doveva corrispondere a quello effettivamente descritto nel romanzo; cercando così di rispondere ad alcune sollecitazioni ben precise: il tuo personaggio considera il principe un idiota, oppure lo crede solamente molto furbo? Che tipo di supposizioni fa durante il primo incontro? Quali sono gli atteggiamenti del principe che sottolineano il suo “idiotismo”?

Le scritture si sono equamente divise tra chi ha rilevato nel principe una stupidità completa e chi invece ha sostenuto si trattasse solo di estrema fragilità e forse insicurezza; ma tutti, nessuno escluso, sono rimasti colpiti dall'ambigua figura dell'idiota. Ad esempio Gianfranco-Rogozin, in linea con l'incipit del romanzo, ha scritto:


ROGOZIN
Ho conosciuto il principe in treno, durante un viaggio a Mosca. Il principe tornava in patria dopo diversi anni trascorsi in Svizzera, a suo dire era in cura presso uno psicologo. A prima vista può sembrare una persona fragile fisicamente, però molto lucido e colto. Mi ha colpito soprattutto il suo modo di esprimersi e di dire le cose, con estrema fragilità, ma molto convincenti e soprattutto con estrema gentilezza, e anche se avesse avuto torto, ascoltandolo gli avrei sempre dato ragione. Però il suo modo di fare contrasta nettamente con il mio. Io sono rozzo, dico quello che penso, e se non fosse così debole probabilmente gli farei passare quella su aria da “idiota”. Ecco questo è il termine giusto, si comporta come un idiota, forse lo fa per difendersi: chi maltratterebbe un idiota? Io lo fare volentieri, ma voglio conoscerlo più a fondo, quindi lo rivedrò e chissà se… potrò mai sfruttarlo?


Il nostro principe Myskin, Hussein, dopo aver ascoltato tutti i punti di vista degli altri personaggi, ha scritto la sua risposta calandosi perfettamente nel ruolo assegnatogli:


MISKIN
Secondo me tutti noi abbiamo storie d'amore quasi simili, gli stessi regali, tradimenti e fedeltà. Solo che ad alcuni di noi i tradimenti vengono scoperti, anche se dicono di no. Il problema era questo: mi sono innamorato di una persona, talmente innamorato che non potevo vivere né con lei, né senza di lei. Me ne sono reso conto anche io che ero diventato l'idiota. Credetemi, avrei voluto approdare in una piccola isola disabitata e finire la mia vita in solitudine, volevo lasciare tutto e andare via dall'altra parte del mondo. Non riuscivo a fare neanche un passo. Alcune persone che mi davano dell'idiota erano messe molto peggio di me, solo che a me non mi interessava niente di nessuno. Mi danno dell'idiota quando gli regalo i soldi, ma io li regalo perché per me i soldi non hanno nessun valore. Poi anche se Nastasja mi ha fatto conoscere una sua amica, una ragazza meravigliosa, che io amo moltissimo, ma una parte del mio cuore è rimasto malato per l'amore che provo per Nastasja. Qualcuno di voi ha detto che ci sono sette donne per ogni uomo, invece per me non esiste nessun altra, come se fosse l'unica al mondo. Non mi interessa niente del resto: l'unica cosa è Nastasja.


L'altro fulcro della vicenda è proprio Nastasja, perciò nella seconda scrittura si è cercato di affrontare e dipanare il groviglio delle innumerevoli e imprevedibili sfaccettature del suo carattere. Nella maggior parte dei casi il personaggio di Nastasja è stato interpretato come quello della volubile traditrice-tentatrice, un vortice in continuo mutamento che non lascia mai le cose al loro posto dopo il suo passaggio, ma che allo stesso tempo non riesce mai ad ottenere quello che vuole: forse pretende troppo, forse non sa cosa vuole. Così se Gianfranco si è calato perfettamente nella follia di Rogozin; Giulio, invece, ha reinterpretato il punto di vista di Ippolit come se fosse stato l'unico uomo ad essere riuscito a non venire soggiogato dal fascino di Nastasja:


ROGOZIN
Quella donna è diabolica, a volte si comporta come se fossi l'unico uomo della sua vita, altre volte mi ignora totalmente come se fossi trasparente… ma non sono trasparente, sono un uomo che può trasformare l'amore in odio, e se odio… io uccido! Non vorrei arrivare a questo gesto estremo, ma piuttosto che perderla la vorrei morta. Questa non è una minaccia, è una promessa.


IPPOLIT
Non voglio che voi, Nastasja, ci rimaniate male, ma quello che voglio dirvi dal profondo del mio cuore sono poche parole chiare e definitive. Voi provate un forte sentimento d'amore per me, ma vi dico che io, come ben sapete, sono un uomo felicemente sposato e amo mia moglie, lei è la mia regina, e voi non vi state comportando correttamente nei miei confronti: sono amareggiato per voi. Addio, Nastasja, rubacuori di uomini sposati.


Durante l'attraversamento del romanzo si è poi giunti ad un punto cruciale che non poteva non attirare l'attenzione di chi affrontava per la prima volta L'idiota: ovvero il brano in cui Nastasja provoca Ganja, suo aspirante sposo, sfidandolo a tirare fuori a mani nude il pacco di soldi che lei ha appena gettato nel fuoco. Il tema del denaro, infatti, è centrale in tutto il romanzo sia come motore dell'azione sia come riflessione sul rapporto degli uomini col denaro. Abbiamo avuto così l'opportunità di chiedere ai detenuti che cosa avrebbero fatto loro se fossero stati al posto di Ganja, ottenendo risposte molto diverse:


KOLJA:
Non ho capito che cosa sta succedendo, è un gran casino. Povero Ganja, non lo so al suo posto come mi sarei comportato, veramente sono senza parole. Ma Nastasja è una gran provocatrice, è così di natura. Io li odio, li odio tutti. Ho una rabbia dentro che al posto suo accetterei la sfida e tirerei fuori il pacco di milioni, così non le darei la soddisfazione di prendersi gioco di noi.


MISKIN:
Non c'è niente di peggio di una persona senza carattere, senza valore. Lo stesso Ganja che non sa cosa fare della vita, troppo ingenuo. Mi fa solo male vedere le persone così che non sanno prendere una decisione importante. Al contrario Nastasja sa prendere le decisioni, ma secondo me prima di prendere una decisione bisogna contare fino a dieci e lei questo non lo sa fare: è peggio di Ganja!


In stretto legame con il tema del denaro si è sentita la necessità di sviluppare il tema delle cattiverie gratuite a partire dal gioco proposto nel romanzo da Ferdyschenko durante il compleanno di Nastasja: ovvero raccontare la cattiveria peggiore commessa nella propria vita. In questo modo si è potuto per una volta non condannare le cattiverie (commesse davvero o immaginate) ma giocare con esse, come squisito momento di intrattenimento. Alcune cattiverie sono risultate particolarmente astute e divertenti:


IVOLGIN
Un giorno di Dicembre passeggiando in centro città, sono andato a pagare la bolletta della luce, solo che c'era tanta gente che stava in fila per entrare in posta. Ho preso il numero: era l'85. Mi sono messo in sala d'attesa vicino a una signora anziana e ho notato che aveva il numero 25, ho visto che lei aveva sonno, così mentre era con gli occhi chiusi sono riuscito a cambiare il mio numero con il suo. Così sono riuscito a finire in fretta la coda e a fare le mie cose. Una bella giornata!


FERDYSCENKO
Un giorno un vecchio con un bel cavallo nero si ferma per chiedermi un'indicazione: vuole sapere se conosco un uomo che abita qui nel villaggio. Certo che lo conosco, è la mia risposta. Gli dico di seguirmi che lo accompagno. Gli mostro dove abita e lui mi chiede la cortesia di tenergli il cavallo per il tempo necessario a parlare con quell'uomo. A quel punto lo ringrazio, salgo sul cavallo e vado via. Dopo sono andato dai miei amici, e insieme uccidiamo il cavallo e ce lo mangiamo. Gran bella festa grazie a quel pollo!


Il laboratorio, dunque, ha giocato un ruolo importante nell'attraversamento del testo dostoevskjano in quanto palestra di comprensione che ha consentito ai detenuti che hanno partecipato all'esperienza teatrale di quest'anno di entrare in sintonia con la complessa materia dell'Idiota. Quindi il laboratorio di scrittura è stato utile non solo per chiarire alcuni momenti fondamentali del romanzo, che poi sono diventati il fulcro della drammaturgia di Nastasja, ma anche per confrontarsi in maniera attiva e non distaccata con la vicenda narrata da Dostoevskij. La scrittura, infatti, consente di mettersi in gioco anche con un'opera così complessa, apparentemente inavvicinabile se sprovvisti dei necessari riferimenti culturali, poiché rende possibile l'avvicinamento e la sovrapposizione tra la propria esperienza personale e quella narrata nella finzione letteraria. Può accadere, allora, che qualcuno sia in grado di entrare talmente in sintonia con il punto di vista di uno dei personaggi da riuscire ad esprimere con le proprie parole l'essenza stessa di quel personaggio:


MISKIN

Cara Nastasja,

quando ti ho conosciuta mi era cambiato il mondo, mi sentivo che tutte le cose avevano un senso, come l'alba e il tramonto, la luna e le stelle. Ho passato dei momenti bellissimi con te, ma poi è arrivato Rogozin come se fosse una tempesta e ha preso via tutto con sé. Non mi è rimasto niente. Dopo la tua decisione di andare via in questo modo, ora il sole la luna e le stelle non hanno più nessun senso per me.


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