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Scritto da nel Internazionale, Numero 69 - 1 Maggio 2010 | 0 commenti

La Cina e i suoi barbari

Quando la Cina era l'Impero di Mezzo, tutto ciò che stava oltre i confini era trascurabile e di poca importanza. Gli abitanti di quei territori erano infatti barbari: così come nel mondo classico occidentale la parola “barbaro” indicava una persona con difficoltà a esprimersi ovvero parlava una lingua diversa dal Greco o Latino, ugualmente per i Cinesi erano barbari tutti quei popoli che parlavano altre lingue e risiedevano al di fuori dello Zhongguo.

Il rapporto tra impero cinese e barbari è stato nel corso dei secoli caratterizzato da osmosi e isolamento. Nel saggio “La Cina e i Barbari”, l'autore Lionello Lanciotti descrive le relazioni tra cinesi ed esterni nelle varie epoche mettendo in evidenza il prolungato stato di accerchiamento subito dall'Impero. Ai tempi della dinastia Zhou (tra il XII e il III secolo a.C.) i Cinesi agricoltori e stanziali nel bacino del Fiume Giallo subivano le scorrerie delle popolazioni nomadi spinte dalla ricerca di nuovi pascoli: a Nord vivevano i BeiDi, ricoperti da pelli d'animali e abitanti in caverne; a Sud le tribù dei NanMan, dal volto tatuato e consumatori di carne cruda; a Est gli DongYi, dai lunghi capelli e dal corpo tatuato; a Occidente le tribù dei XiRong, vestiti con pelli d'animali e che non si cibavano di cereali. “Alcune abitudini di queste popolazioni come il tatuaggio, il vivere in caverne, il vestirsi di pelli e piume, e il cibarsi di alimenti crudi contrastavano completamente con quelle dei Cinesi ed erano da questi interpretate come la conseguenza di genti cresciute in un ambiente privo di condizioni di armonia e di riserbo, non influenzato da norme rituali elementari. Inoltre i Cinesi affermavano che le lingue di tali popolazioni non erano intelligibili, così come erano diversi i loro gusti e i loro desideri”.

A testimonianza della destabilizzante e costante minaccia delle incursioni dei barbari, vi è indubbiamente uno dei monumenti più conosciuti al mondo: la Grande Muraglia, confine fisico e ideale tra due realtà contrapposte. Costruita a partire dal III secolo a.C. con l'intento di contenere le incursioni dei popoli nomadi provenienti da Occidente, soprattutto tribù mongole, disattese più volte la sua funzione a causa dello sterminato territorio da tenere sottocontrollo e da falle che periodicamente e facilmente si venivano a creare nella struttura.

Le invasioni da parte di popoli centroasiatici non sono quindi un fenomeno esclusivamente europeo, ancora più significativo che Europa e Cina abbiano talvolta avuto nemici comuni: ne sono un esempio gli Alani (Wusun per i Cinesi), gli Unni (Xiongnu), i Tartari, i Mongoli.

Così come l'Europa, l'Impero cinese è riuscito nel corso dei secoli a difendersi, talvolta respingendo, altre volte subendo e altre ancora assimilando i propri barbari.
Abituato a subire minacce dai confini occidentali, l'invasione che portò alla fine del millenario impero, ebbe invece origine dal mare, tra XVI e XX secolo, per mano dei barbari europei.

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