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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 69 - 1 Maggio 2010 | 0 commenti

La “secessione viennese” – Egon Schiele

La “secessione viennese” – Egon Schiele



La Secessione viennese fu un movimento di giovani artisti che all'inizio del '900 si dissociarono dagli stili tradizionali. Questo movimento, fondato nel 1897, nacque a Vienna, città che subì diverse trasformazioni e fu importante centro di rinnovamento culturale.

In questo movimento, l'arte viene vissuta come denuncia del falso perbenismo dello Stato alla luce del declino dell'Impero Asburgico. In pittura i principali esponenti, furono Gustave Klimt ed Egon Schiele.

Quest'ultimo nacque da Adolf Schiele, morto prematuramente in seguito al decorso di una grave malattia mentale quando il figlio aveva solo 15 anni. Fu un evento che segnò in maniera traumatica la giovinezza dell'artista.

Da giovane Schiele nutrì dapprima un profondo interesse per la pittura decorativista di Klimt, a cui si ispirò inizialmente dopo il loro incontro nel 1907: fu lui a introdurlo nell'ambiente della Secessione. Ricevette anche grande influenza da parte di Van Gogh, da cui riprende il nervosismo del tratto e il colore intenso e a spessi strati. Ma Schiele svilupperà molto presto uno stile personale e non classificabile. In seguito sarà infatti la sua visione cupa e tormentata a prendere il sopravvento, dando vita a corpi descritti da linee tortuose, ravvivati da colori dissonanti e dotati di espressioni distorte e turbate.

Il suo modo di dipingere è la testimonianza del malessere dovuto alla problematica che affligge la sua interiorità. Le figure contorte prendono vita in un cozzare di piani senza volume né prospettiva, e hanno le sembianze di esseri umani dai contorni così precari da risultare irreali.


La donna è rappresentata come una creatura angosciosa, che si agita inquieta su sé stessa. Nelle numerose rappresentazioni è infatti dotata di un appetito sessuale insaziabile che sfoga nell'ossessione auto-erotica.

Durante tutta la sua carriera Egon coltivò un interesse morboso per il corpo femminile e per il sesso a cui non affianca la funzione di tramite per un contatto spirituale, ma che tiene abbassato a puro soddisfacimento di pulsioni irrefrenabili. Per le sue opere ritraeva modelle, finché non fu messo in carcere con l'accusa di stupro e poi rilasciato. Questo evento ampliò probabilmente quel conflitto irrisolto che solo la relazione con Edith, la donna che sposò nel 1915, appianò in parte, rendendo il contorno dei soggetti meno frastagliato e più sinuoso e donando loro un'ambientazione più definita, sebbene mai reale. Dunque le ultime opere sono più lineari e disciplinate: il tema del sesso è affrontato in maniera un po' meno ossessiva e più armonica.


La vita di Egon venne stroncata all'età di 28 anni dall'influenza spagnola di cui era morta poco tempo prima la moglie Edith.

Schiele, come tutti gli artisti delle Avanguardie, diede il suo contributo alla negazione totale dell'arte accademica, intraprendendo liberamente, favorito dall'ambiente che lo circonda, il suo stile. Questo, scevro da ogni convenzione tradizionale, è volto unicamente all'impatto sull'osservatore. Decisiva infatti è la provocazione che suscita sullo spettatore attraverso l'introspezione psicologica che lo aiuta a esprimere il suo disagio.


In quegli anni iniziano a prendere avvio le teorie di Freud sull'inconscio, e tutta l'arte delle avanguardie si orienta su una visione sempre più radicalmente emotiva e concettuale. Si abbandona con fermezza la rappresentazione naturalistica per lasciare spazio all'indagine sull'animo umano.




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