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Scritto da nel Numero 69 - 1 Maggio 2010, Politica | 0 commenti

Ultimo avviso?

Le recenti cronache registrano ormai da tempo varie difficoltà a definire la democrazia un sistema trasparente e compreso dai cittadini senza riserve, viste le continue tentazioni autoritare e populiste, in rapporto ai vari conflitti di interesse. I prossimi mesi vedranno il tema del presidenzialismo e delle riforme costituzionali divenire di crescente attualità !
Molti titoli di giornale lasciano trasparire preoccupazioni e denunce in questo senso :
- Democrazia in crisi, società civile anche (G. Zagrebelsky – Repubblica 07-11-09)
- Eco : “E' una democrazia malata” (Repubblica 31-08-09)
- Nous ne vivons pas en démocratie (José Saramago – Le Monde 24-11-06)
- Réinventer la démocratie (Le Monde 29-04-09)
- La democrazia alla prova dei nuovi fascismi (Corrado Augias – Venerdi' 25-09-09)
- Governo-magistrati, é scontro (Repubblica18-10-09)
- La nostra società é sclerotizzata come alla fine dell' Ancien Régime (LeMonde 04-08-009)
- L&G presieduta da G.Zagrebelsky vara il «libro nero della democrazia »
(Repubblica 3-4-10) …nessun paese ha subito un simile stress…Un quadro stupefacente : cosi' si distruggono gli equilibri costtituzionali.
- Attenti al complotto dei poteri forti (quello vero) – (C.Maltese Il Venerdi' 16-10-09 )
- Ma anche la destra non si fa mancare nulla : il Giornale 25-10-09 cita un brano inedito di
Fernando Pessoa : ”La democrazia ? é contro il popolo”
- Terminiamo ricordando che Le Monde diplomatique, al giro di boa del XIX° secolo nel feb.2000 , cosi' intitolava : UNA DEMOCRAZIA IN VIA DI FOSSILIZZAZIONE
Un articolo sulla Costituzione americana…”la democrazia sembra ormai in via di decomposizione” , riportando a conferma una dichiarazione del candidato repubblicano John McCain (sic!) il quale stima che la politica americana non é piu' nient'altro che “ un sistema elaborato di traffico d'influenza nel quale i due partiti si accordano per restare al potere vendendo il paese al maggior offerente, al piu' generoso” .

Sul terreno pratico, sembra strano, ma possiamo dire che ad ogni latitudine del mondo, ormai non c'é competizione elettorale che non sia contrassegnata da richieste di controllo dei voti, da denunce per brogli elettorali, ma vediamo come le cause di questo malessere, fra dubbi e critiche, vengono approfondite :
Su Repubblica del 15-12-08, dove Fabio Gambaro da Parigi intervista Pierre Rosanvallon, autore della “La legitimité démocratique”…
”Oggi il voto non é piu' un momento di identificazione con un gruppo sociale, un territorio o un partito politico. Il voto ha cambiato natura. In passato era la manifestazione di un'identità sociale, oggi esprime un'opinione individuale. Questa trasformazione é accompagnata da una crescente disaffezione nei confronti dei partiti politici e dalla crisi dello stato inteso come amministrazione dell'interesse comune”…“Il paradosso dell'antipolitica é che rende il potere sempre piu' distante e quindi intoccabile. La sua critica radicale non produce un'appropriazione sociale, ma una situazione in cui i cittadini sono sempre piu' espropriati dei procedimenti democratici. Nasce da qui quel populismo “dal basso”, le cui forme sono diverse dal populismo tradizionale del XIX secolo”…Oggi le elezioni sono diventate un semplice processo di nomina che anticipa sempre meno le scelte a venire…”

Nessuna meraviglia allora se un anno dopo, quasi in contemporanea, in Francia e in Italia, l'astensionismo (assieme a schede bianche e nulle) prende piede svolgendo un ruolo fondamentale nello svuotamento dei risultati elettorali regionali. Secondo i quali risulta che il Sultano, come lo definisce Sartori, é stato votato da 1 italiano su 6…Peggio di Bush alla sua prima elezione : 1 americano su quattro, peggio anche di Obama, un americano su tre !
Sempre su Repubblica del 19-06-09 vediamo un'analisi dei libri di Sartori e Salvadori, presentata da Gustavo Zagrebelsky su un articolo intitolato :
LA FINZIONE DEMOCRATICA QUANDO COMANDANO LE OLIGARCHIE
“Giovanni Sartori parla di “ costituzione incostituzionale …E' la condizione del nostro tempo, alla quale siamo inchiodati. Non osiamo dire apertamente : la costituzione, la democrazia non ci sono piu' perché abbiamo paura che cada la maschera, una maschera che conta poco, ma pur sempre qualcosa, quantomeno per la nostra rassicurazione e per la nostra speranza che non tutto cio' che di buono contengono quelle parole é andato perduto e che domani forse, potrà essere diverso… Nessuno si dichiara dittatore. Tutti fanno finta di essere democratici. Ma non lo sono, perché l'erosione della costituzione come garanzia ne consente un esercizio concentrato e illimitato. La legge non serve contro le prepotenze, ma diventa essa stessa prepotenza…
La riflessione di Salvadori si allarga alla crisi mondiale delle democrazie, di cui la crisi italiana é solo un modesto esempio alquanto grottesco…Un concetto importante nella sua analisi é quello di “post-democrazia”, un regime (la democrazia) che non ha tenuto il passo con la corsa del capitalismo alla globalizzazione. Eccone i segni : le competizioni elettorali controllate da professionisti esperti nelle tecniche di persuasione, i cittadini ridotti all'acquiescenza, la politica decisa tra governi eletti ed élite economiche, strapotere delle lobby, disugualglianze sociali crescenti e riduzioni delle politiche sociali a misure di ordine pubblico. La post-democrazia é questo regime delle oligarchie del denaro, che possono comprare il consenso o, in mancanza, possono reprimere il dissenso, anche con l'uso della forza e perfino della guerra.”

Saremmo tentati di esaminare anche il fallimento dell'esportazione della democrazia nei paesi…”arretrati”, come ce lo propone Curzio Maltese intitolando un editoriale del “Venerdi” il 25 settembre 2009 : “Non esportiamo democrazia. Ma armi si”…
Ma visti i limiti di casa nostra, prima di farla da maestri, vi rinunciamo volentieri !
Non ci rimane che ricordare come nei testi sull'entropia, sui quali ci siamo già cimentati, questa tendenza al disordine fosse già stata prevista nel vecchio testo di Jeremy Rifkin – Entropia – il “che fare” per salvare il mondo – edito nel marzo 1992 !!!
“Le istituzioni economiche e politiche, come le macchine, sono trasformatori di energia…
La maggior parte dell'energia viene profusa nella produzione di dispositivi di trasformazione. In questo stadio, le istituzioni economiche e politiche hanno sopratutto la funzione di progettazione e di coordinamento. La loro funzione é innovativa e quindi esige una notevole dose di manovrabilità…per mantenere una condizione di flusso massimo, diventa necessario rimediare continuamente al disordine che progredisce sempre piu' velocemente in ogni parte del sistema. Le istituzioni economiche e politiche ampliano le loro funzioni ed estendono le loro potenzialità di intervento. Le burocrazie crescono al succedersi di ogni crisi. Periodicamente, quando le istituzioni non sono piu' in grado di contenere il disordine in aumento, scoppiano. Quando cio' accade vengono costituite nuove istituzioni ancora piu' grandi e piu' centralizzate, in modo da rimediare al disordine e cosi' via.”

Il prof. Grianti nei lontani anni '90 partecipando ad un Costanzo-show affermo' autorevolmente ma anche con un pizzico di ingenuità, che…
”tutti i politici dovrebbero conoscere “il secondo principio della termodinamica”…
Davvero difficile non continuare a vedere quella fede scientifica, disattesa, se non tradita…!
Terminiamo nel ricordo del I° Maggio, citando la notizia che tempo fa'sui muri dell' università di Città del Messico accanto alla classica scritta :
PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI …una mano anonima aveva aggiunto in pieno stile ultimatista, che fatichiamo a condividere…ULTIMO AVVISO !!!
Qualcosa in meno del Sarkozyano “Tutti insieme é possibile”…Qualcosa in piu' , forse, del veltroniano se po' fa' oppure del YES WE CAN alla Obama, qualcosa che piuttosto assomiglia tanto al romanesco…dateve 'na mossa !… Basterà questo a riempire il vuoto democratico ?

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