Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 70 - 1 Giugno 2010 | 0 commenti

In Erasmus alle Canarie per salvare l'Europa

Anche se e' alquanto improbabile che il pensiero stia attraversando le loro menti in questo anno accademico, i 523 membri del gruppo di Facebook “Studenti Erasmus che partiranno a Settembre 2009 per Las Palmas de Gran Canaria!!!” stanno anche loro contribuendo a rafforzare l'identita' europea e indirettamente forse ad evitare una crisi sociale in Europa.
La Commissione Europea in effetti sembra fare molto affidamento sul programma di mobilita' per gli studenti europei per il rafforzamento dell'identita' e dunque della cittadinanza europea. L'Erasmus innegabilmente offre l'opportunita' di realizzare un'esperienza di integrazione internazionale “dal basso”, che e' certo il modo piu' sano di costruzione di una identita' collettiva. Non a caso e' considerato uno dei “casi di successo” tra i programmi europei ed infatti nella nuova strategia comunitaria EU 2020 (“Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva“) e' previsto il suo rafforzamento tra le misure volte al miglioramento dell'istruzione e della formazione.

Vista l'aria che tira per le strade d'Europa, sembra una saggia decisione da parte della Commissione Europea quella di tenersi amici almeno gli studenti universitari (sempre che il potenziamento dell' Erasmus sia sufficiente a cio', dati i tagli che si prospettano all'orizzonte anche nel sistema universitario).
A cominciare dai dipendenti pubblici infatti, c'e' da aspettarsi che un'epidemia di malumore ed antipatia verso le istituzioni europee si diffondera' presto tra molteplici categorie sociali. Fattore scatenante, i programmi di tagli di bilancio annunciati da pressoche' tutti i paesi nelle ultime settimane. A rendere questi tagli di bilancio generalizzati particolarmente suscettibili di generare un deficit di consenso, concorre in primo luogo la loro entita' (nel complesso 120 miliardi dichiarati fino ad ora da Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda) e in secondo luogo il fatto che sara' la spesa sociale a risentirne maggiormente.
Sono state infatti annunciate riduzioni a pensioni, assegni di disoccupazione e stipendi dei dipendenti pubblici. Il rischio di un ulteriore calo generalizzato dei consumi e' dunque molto alto, ma altrettanto preoccupante e' il rischio che queste misure siano percepite come ingiuste e illegittime dalle diverse categorie sociali, suscitando un risentimento nei confronti dell'Unione Europea.

In quanto entita' politica basata su organismi democraticamente eletti ed amministrati, l'Unione Europea ha bisogno di consenso e legittimita' per poter funzionare. Ma consenso e legittimita' persistono in periodi di crisi solo se esiste la percezione di stare partecipando ad un progetto comune volto al perseguimento di obiettivi condivisi. Ovvero se esiste una identita' collettiva o perlomeno un processo di costruzione comune dell'identita'.
In questo senso (tralasciandone molti altri e rifuggendo di proposito l'intento di fornirne una definizione esaustiva), si puo' pensare all'identita' europea come a quell'insieme di valori che dota la cittadinanza europea di un significato simbolico condiviso e istiga nei cittadini europei il senso di appartenenza ad un sistema culturale ed istituzionale che e' comune, specifico e distinto.
La definizione dell'insieme di valori in questione e' a sua volta materia contesa e contestata, ma e' indiscutibile che tra essi rientrino la giustizia e la solidarieta' sociale. Inoltre, per costituire una identita' collettiva, un insieme di valori deve essere il frutto di una narrazione condivisa, e in effetti la giustizia e la solidarieta' sociale (cosi' come la democrazia e il rispetto dei diritti umani) hanno costituito il filo conduttore della storia-anzi delle storie della creazione delle istituzioni fondanti l'Unione Europea.

E' alla luce di quanto appena detto che l'Unione Europea sembra andare verso una crisi di consenso e legittimita', generata dalla fase di austerita' e stagnazione che si prospetta all'orizzonte.
Il progetto europeo infatti negli ultimi due decenni si e' concentrato troppo sulla costruzione di un mercato unico e sulla narrazione dell'Europa come uno spazio economico comune, tralasciando altre “storie” che avrebbero potuto rafforzare l'identita' collettiva europea (si pensi ad esempio alla “storia” del reddito minimo di cittadinanza) . Adesso il mercato unico vacilla (la sopravvivenza dell'Euro non e' ancora scontata), la sua salvaguardia richiede sacrifici percepiti perlopiu' come ingiustificati da parte dei cittadini e, in seguito ai tagli profondi e generalizzati alla spesa pubblica (senza contare le strategie di recupero della competitivita' basate sui tagli salariali), anche il perseguimento della giustizia e della solidarieta' sociale sembrano a rischio. Ovvero, uno dei valori fondanti l'identita' europea e' messo a repentaglio dalla narrazione dominante, incentrata sul mercato unico piuttosto che su principi condivisi, e che a sua volta sta perdendo il suo potere unificante e il suo carattere di fascinazione.
Data l'assenza di narrazioni alternative su cui basare il perseguimento di obiettivi comuni e rafforzare il senso di appartenenza (ad eccezione forse della narrazione sui diritti umani, sintetizzata dall'operato della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che e' pero' troppo distante e inaccessibile dalla maggioranza delle persone per costituire l'asse portante di una storia capace di essere raccontata nel quotidiano), non sembra improbabile un disamoramento e dunque un abbandono da parte dei cittadini del progetto europeo, che quindi risulta a rischio nella sua interita'. Se una crisi istituzionale e' la conseguenza prevedibile a livello europeo, la ripercussione a livello nazionale e' il dirompere della conflittualita' sociale.
Per evitare che una crisi sociale diffusa vada ad accompagnare la crisi economica nella maggior parte dei paesi europei, sembra auspicabile che la Commissione Europea riconfiguri la strategia comunitaria per il 2020 piu' nella direzione di un progetto comune di giustizia, solidarieta' e sicurezza sociale, possibilmente con interventi un po' piu' incisivi del rafforzamento dell'Erasmus, e prima che l'unica misura rimasta a disposizione per la costruzione di una identita' collettiva europea sia la svendita di biglietti Inter Rail con omaggio di mp3 di “Ragazzo dell'Europa” cantato da Gianna Nannini.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>