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Scritto da nel Internazionale, Numero 70 - 1 Giugno 2010 | 1 commento

La Politica di Difesa Europea: una missione civilizzatrice?

Gran parte dell'opinione pubblica Europea ritiene gli Stati Uniti i poliziotti del mondo - grazie alla loro potenza politica, economica e militare – gli USA sono in grado di proiettare la propria forza ed influenza in tutte le regioni del mondo. Anche per questo gli USA sono spesso considerati unilateralisti, guerriglieri e visti agli antipodi della missione civilizzatrice europea. Mentre l'influenza americana nel mondo si avvera attraverso il “potere duro” o meglio l'hard power cioè il predominio incontrastato a livello tecnologico e militare, l'Europa viene spesso etichettata come “potere morbido” o soft power capace grazie al rispetto per le leggi internazionali ed al potere delle idee di influenzare la politica internazionale. Senza voler discutere quale sia il ruolo degli USA è interessante soffermarsi sulla politica estera europea.

Qual'è il ruolo dell'UE nel mondo? Noi Europei possiamo veramente considerarci parte di una più alta missione civilizzatrice? È vero che l'Europa elargisce più fondi a paesi in via di sviluppo che qualsiasi altra regione nel mondo, è vero che l'UE combatte il cambiamento climatico ma, di fatto, a livello strategico l'Europa conta troppo poco. Lo testimoniano le missioni di pace che l'Europa ha affrontato nell'ultimo decennio, quasi tutte sono state di piccole dimensioni e poco rilevanti. L'attenzione della comunità internazionale è sempre più diretta a stati come Iran, Pakistan, Yemen, Somalia nei quali i rischi maggiori vengono dalle ripercussioni di eventuali azioni militari ed è invece riconosciuto che il modo migliore per affrontare la situazione è attraverso azioni più morbide, il momento dell'Europa potrebbe essere arrivato. In verità guardando alle 12 missioni a cui l'UE partecipa è molto facile capire quanto poco rilevante sia il ruolo dell'Europa. Gli esempi più eclatanti sono in Afghanistan e Iraq, nel primo caso l'UE non è stata in grado di reclutare abbastanza funzionari per ricoprire i 400 posti disponibili; nel secondo, la cui missione è formare le forze dell'ordine Irachene gli Europei non possono neanche entrare all'interno dell'Iraq. Visti questi due casi sarebbe opportuno ripensare la politica civilizzatrice Europea, dopo tutto Afghanistan e Iraq sono le missioni più importanti per l'Europa. Le altre 10 missioni sono prevalentemente in Africa e nei Balcani con l'eccezione di una missione di pace in Georgia ed una in Indonesia. Mentre ogni missione di pace è diversa, l'Europa ha reagito meglio quando ha dovuto completare o continuare una missione di pace già avviata dall'ONU. Si potrebbe quindi concludere che il ruolo dell'Europa è determinante solo quando vi è l'avvallo dell'intera comunità internazionale – Stati Uniti compresi. Questa posizione però mette in cattiva luce la leadership europea. L'unica missione, sui generis è l'operazione in Somalia nella lotta contro i pirati nel Golfo di Aden. In questo caso, l'UE è riuscita a rispondere efficacemente e velocemente alle richieste della comunità internazionale. I pirati non sono di sicuro il nemico più pericoloso, ma la risposta Europea – parte di una task force multilaterale – è rimasta compatta e affidabile. Rimane comunque il problema di definire quale sia il ruolo strategico dell'Unione nel mondo. Al momento la crisi Greca ha spostato l'attenzione sull'economia, ma per formare un Europa forte è indispensabile riflettere su quale sia il punto di forza Europeo a livello strategico. Sembrerebbe che questa forza civilizzatrice debba ancora essere ben definita.

1 Commento

  1. e vai di strategic studies e peace enforcement!!!

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