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Scritto da nel Numero 70 - 1 Giugno 2010, Politica | 0 commenti

(Ri)costruire

Il 19 maggio scorso il Giro d'Italia fa tappa a L'Aquila su esplicito intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, “non siete soli”, le istituzioni sono vicine al capoluogo abruzzese distrutto dal sisma del 6 aprile 2009.

Il terremoto de L'Aquila è stato il terremoto mediaticamente più “invasivo” nella storia del paese. Draquila della Guzzanti è l'ultimo esempio dell'evento terremoto.
Ma quali sono i numeri del terremoto? Il messaggio dei media è stato di contrasto, inchieste e propaganda si sono date battaglia sulla carta stampata e in tv.

Il terremoto è un'emergenza che si divide in due fasi: la prima riguarda le ore immediatamente successive al sisma quindi gli alloggi con le tende, mentre nella seconda fase si passa ai moduli abitativi provvisori, container o case di legno. I tempi di realizzazione dei map sono mediamente di 211 giorni, 62 a San Giuliano di Puglia nel 2002, 360 giorni invece in Irpinia nel 1980. A L'Aquila i primi 30 moduli abitativi sono stati consegnati a 116 giorni dal sisma, in Umbria a 98, in Molise a 82 giorni. A L'Aquila i primi cittadini a ricevere la casa di legno sono stati gli abitanti di San Demetrio a cavallo tra agosto e settembre 2009 (http://ilcentro.gelocal.it/laquila/terremoto). Attraverso un decreto legge approvato il 29 aprile 2009, il Governo mette da parte 4,7 miliardi di euro da destinare “…in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile.” (www.governo.it) Come si legge letteralmente nel documento i soldi saranno reperiti “dall'indizione di nuove lotterie, provvedimenti anti – evasione”, Le risorse non arriveranno a pioggia ma spalmate fino al 2033. Le risorse finanziarie secondo Tremonti verranno reperite anche con la spesa farmaceutica.

La crisi economica che attanaglia il paese è evidente, il decreto del governo si mostra insufficiente. Di questi giorni la protesta dei comuni esclusi dal cratere, cioè di coloro che hanno avuto danni dal sisma ma sono esclusi dalla virtuale zona rossa d'intervento stabilita da Bertolaso. Protestano perché oltre ad essere esclusi dai benefici economici assistono in queste ore alla privazioni dei diritti, come l'accesso ai fondi comunitari e regionali. Fondi che spettano di diritto a tutti i comuni della regione che ora invece vengono esclusivamente dirottati sull'aquilano proprio a causa dell'inconsistenza del decreto governativo. Collasso del sistema economico regionale senza precedenti con la disoccupazione che sale al 10% anche per l'effetto terremoto, molte le attività commerciali mai ripartite da dopo il 6 aprile. Ma il decreto dopo un'attentata lettura,in un passo afferma che il governo può attingere anche nei fondi riservati alle aree sottoutilizzate e a quello delle infrastrutture. Dunque i soldi possono essere prelevati ovunque, centinaia i progetti e cantieri bloccati a causa della mancanza di fondi. Gli unici soldi “sicuri” sono giunti per gli interventi sulle chiese e i beni del Vaticano, da Roma gli interventi per i fratelli aquilani giungono tempestivi. Oggi in percentuale, a L'Aquila sono più le chiese aperte che le case. Infatti la popolazione è dimezzata, circa 26.000 le persone presenti sul territorio. il progetto c.a.s.e. ha accolto 4.500 famiglie, con un costo a metro quadro di 2.400 euro. Migliaia i terremotati che vivono lungo la costa negli alberghi, che si sentono discriminati dall'assegnazione delle casette di legno: Un terremotato in albergo costa allo stato 50euro al giorno. Sono soltanto 18.000 coloro che hanno una casa di legno. In Irpinia, secondo un'indagine condotta da Antonello Caporale, il 30 giugno 1981, il costo al metro quadro dei prefabbricati attualizzato ad oggi è di mille euro al metro quadro, meno della metà dei costi aquilani. E' lunga e tortuosa la strada della ricostruzione che nella competizione dei numeri perde di vista l'aspetto sociale del problema terremoto: l'agonizzare della città. L'Aquila è semideserta, manca la ricostruzione del tessuto sociale. La quasi totalità dei cittadini vive nei paesi limitrofi. In nessun terremoto italiano i cittadini sono stati così lontani dai propri luoghi.
Il collasso del sistema dello smaltimento delle macerie è un problema enorme, immagini di rovine talmente metabolizzate da sembrare set cinematografici, finzione e realtà a L'Aquila si incontrano e separano continuamente.

Dopo la bocciatura della Commissione Statuto e regolamenti del Comune de L'Aquila sulla cittadinanza onoraria a Bertolaso, la cronaca delle ultime settimane vede la vicenda di denunce e controquerele tra i consiglieri abruzzesi dell'Italia dei Valori e la Protezione Civile nazionale, oggetto: la gestione delle risorse finanziarie adoperate durante la fase post sisma del terremoto del 6 aprile 2009.

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