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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 77 - 1 Marzo 2011 | 0 commenti

Per provare

Per provare

 


In data 20 febbraio 2011, in due località distinte incontratesi sulla rete telematica, sono state rinvenute alcune prove che aprirebbero una nuova indagine sul Cavaliere.


Strane ed interessanti analogie si riscontrano con la figura dell'ex capo della sezione omicidi di Roma della fine anni 70, il Commissario, promosso poi al comando dell’ufficio politico della questura.


Partiamo subito dalle foto segnaletiche dei due indiziati:  

                         

   


L’aspetto fisico e l’atteggiamento esteriore dei due potrebbe trarci in inganno nel momento in cui li paragoniamo; ma cerchiamo di andare più in profondità.

Dietro l’immagine statuaria ed impassibile del Commissario si nasconde in realtà un uomo dalla doppia personalità: un assassino nato solo per il semplice gusto di “dimostrare la sua insospettabilità”. Appare come uomo autoritario, Commissario che sfrutta tutti i mezzi a lui concessi dallo Stato per condannare coloro i quali non rispettano la legge, reprimendo qualsiasi forza che si opponga al suo potere… al cospetto di persone su di cui non riesce o non può esercitare alcuna forma di autorità si rende conto di non essere onnipotente ed è esattamente in queste circostanze di disarmo che la superba figura della sua maschera si smantella.

L’immagine del Cavaliere invece è quella di un bonario e ilare uomo, che si diverte a irridere colleghi, rituali e consuetudini della vita di un capo di stato come il “Pierino” delle barzellette.

Calamita vogliosa di attrarre su di se tutto e l'attenzione di tutti, si ritrova spesso sommerso dalla spazzatura che, risucchiata nel suo sistema, si fossilizza a creare l'ambientazione della prossima barzelletta di cui sarà protagonista.

Il commissario vive di schizofrenia, inizialmente nascosta, poi sempre più evidente.

La sfida che lancia verso il sistema, verso lo stato e i suoi colleghi, verso se stesso per dimostrare di essere “un cittadino al di sopra di ogni sospetto” — lasciando appositamente tracce e indizi sulla scena del delitto, sfidando testimoni, prima velatamente poi sempre più sfacciatamente — lascia spazio al bisogno di essere fermato.

E se anche lui volesse essere fermato?

Da anni dissemina indizi che dimostrerebbero la sua colpevolezza, indizi sempre più evidenti, sempre maggiormente aggravanti delle sue colpe che puntualmente vengono condonate.

Il suo spirito d’onnipotenza lo porta a combattere l’evidenza per riuscire a rimanere in vita, a dimostrare di essere immune, di essere un “cittadino al di sopra di ogni sospetto” nonostante sia al centro di tutti i sospetti.

Ma le prove della sua colpevolezza si mostrano sempre con contorni più marcati e si sovrappongono fino a iniziare a confondergli le idee, a balbettare frasi senza alcun senso.

 

 


Un giorno Pierino vede l'Italia in tv e dice: «voglio controllare questa meraviglia».
Allora decide di comprarsi le televisioni.

Poi decide di comprarsi i cittadini.
Quindi decide di essere al di sopra dei cittadini, pena la loro dignità.


Il giorno dopo i cittadini vedono una macchina e dicono: «vogliamo guidare questa meraviglia».
Allora indossarono una divisa…

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