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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 88 - 1 Aprile 2012 | 0 commenti

Perché una statua piccola così

Lucio Dalla era una presenza nel centro di Bologna: durante una semplice passeggiata in centro capitava di vederlo sul motorino, al bar, al cinema o anche in sala giochi, per chi ricorda gli anni della sua gioventù. Sbucava da ogni angolo della città, ma siamo sicuri che con la medesima leggerezza fosse solito apparire in ogni dove, pronto a cogliere nel passante quelle suggestioni che la sua musica ha poi trasmesso in ogni angolo del mondo. La sua presenza attenta e gentile è quella che più ci manca dopo l’ultimo acuto del suo cuore, la cui eco ha amplificato in maniera indefinita i sentimenti che ognuno di noi, privatamente, associa al nostro cantautore.

E’ giusto e normale che Bologna rifletta sul modo migliore di onorare il suo amato concittadino, tenendo bene a mente il valore universale di questo ricordo, che così come la musica non si fermerà dentro le mura cittadine ma con la polvere dei sogni volerà oltre il fresco delle stelle e negli anni che verranno. La proposta della statua a dimensione naturale in un angolo di Piazza Celestini, sotto casa sua, con la mano rivolta in un gentile saluto verso i passanti, vuole significare proprio il bisogno di rendere presente quel sentimento di affetto che la vita dell’artista ha allacciato con la vita delle persone. Una statua semplice, non formale, che rappresenti Lucio Dalla per come lui amava mostrarsi alla gente: fermandoci a salutarlo, potremo toccare con mano come la grandezza umana possa stare in un involucro minuto, né ingombrante né invasivo, testimoniare un ricordo in grado di attraversare il tempo, sentire nel cuore la musica di una Bologna accogliente, discreta, riconoscente, stimata all’estero. In effetti, questo tipo di scultura mostra già la sua forza comunicativa in varie parti del mondo: da Pessoa a Lisbona a Joyce a Trieste e così via.

L’Arengo del Viaggiatore è una rivista di libero pensiero senza scopo di lucro e come tale, fin dai tempi della sua fondazione più di cinque anni fa, è abituato a discutere serenamente tra posizioni anche molto diverse tra loro, cercando di trovare le ragioni e i limiti delle une e delle altre per misurare quella più efficace. La nostra soddisfazione deriva dal semplice gusto di partecipare in maniera costruttiva al mondo in cui viviamo. Con questo spirito e nient’altro offriamo in maniera trasparente le nostre idee al dibattito pubblico, con la convinzione che la città di Bologna sarà in grado di trovare il modo migliore per ricordare il nostro grande artista.

(articolo apparso sulle pagine bolognesi del Resto del Carlino del 14 marzo scorso)

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