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Scritto da nel Numero 89 - 1 Maggio 2012, Tempo e spazio liberi | 1 commento

Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dei musei del mondo a Rimini

E' ormai consuetudine che ogni anno vengano allestite in diverse città mostre più o meno impegnative, ottima occasione per una gita fuori porta, magari per prenotare per la prossima stagione estiva. E quindi non ho potuto mancare all'ultima iniziativa di Linea d'ombra (l'organizzazione creata nel 1996 da Marco Goldin) al castello San Sismondo di Rimini che chiude il 3 giugno.
Devo premettere che la fatica di trovare un filo conduttore per tutte queste manifestazioni sia veramente una impresa improba: questa pertanto si limita a raccogliere “Capolavori dai Musei del mondo” senza altre pretese, d'altra parte bisogna considerare che nei quindici anni della sua attività la società ha collaborato con oltre trecento musei e istituzioni di tutto il mondo, ottenendo in prestito circa tremila importanti dipinti, disegni e sculture, che hanno contribuito ad arricchire le mostre realizzate, facendo loro attingere un livello di riconosciuta qualità. In questi quindici anni sono stati circa sette milioni i visitatori che hanno frequentato le mostre organizzate da Linea d'ombra, ponendole molto spesso al primo posto tra quelle italiane e tra le prime nel mondo.

La rassegna si apre con un da me molto apprezzato Canaletto che presenta la sua Venezia e mi permette di vederla secoli dopo con i suoi occhi, e prosegue rappresentando una lezione di storia dell'arte con opere che partono da metà Quattrocento fino al Novecento. Il Ratto delle Sabine di Picasso chiude la rassegna con una ardito accostamento, mentre non chiedetemi di commentare i tre Bacon vicini perché sono educato, ho invece apprezzato particolarmente il Clown di Renoir il Vecchio che soffre di Van Gogh.

Tutte le informazioni si trovano del sito:

dove troverete anche una Galleria dei quadri sopra la prima pagina, prestate attenzione perché il manifesto non è una immagine unica, ma scorrono altri 26 quadri.

1 Commento

  1. Quella di Rimini è una mostra sontuosa, che va vista quasi contemporaneamente a quella di San Marino, decisamente più piccina ma altrettanto importante: ci sono un imperdibile wyeth e un sempre grandissimo hopper. Però non concordo granché sul trittico di Bacon, che è a mio parere una delle punte estreme della mostra riminese (con il canaletto, il picasso, ovviamente il van gogh e tutta la sezione dedicata agli impressionisti nelle ultime stanzine in fondo).

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