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Scritto da nel Numero 94 - 1 Novembre 2012, Viaggi | 0 commenti

Salve, O Piemonte!

Varallo

Dopo anni di insistenze di un caro amico è giunto finalmente il momento di visitare il Sacro Monte di Varallo Sesia, per il quale questa nota vuole essere solo una sollecitazione alla visita, in quanto non posso dare una descrizione adeguata sia per ragioni di spazio, sia perché di fatto si tratterebbe di una missione impossibile dato lo splendore delle opere.
A parte la difficoltà di raggiungere questo posto un po' fuori mano, iniziamo la visita dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove gli affreschi realizzati da Gaudenzio Ferrari nella parete divisoria, in suo onore detta gaudenziana, costituiscono uno dei capolavori della pittura rinascimentale tra Piemonte e Lombardia. Essi raccontano La Vita e la Passione di Cristo attraverso scene che occupano una superficie di 10,4 x 8 metri: venti riquadri di uguale grandezza illustrano – secondo un tradizionale schema geometrico pensato per assolvere alla funzione pedagogica di Biblia pauperum – le vicende salienti del racconto evangelico, dalla Annunciazione alla Resurrezione di Cristo. Una ulteriore scena, di dimensione quadrupla, posta al centro della parete, rappresenta l'acme drammatico del racconto ed il punto di naturale convergenza dello sguardo dei fedeli: la Crocifissione di Cristo.
Da qui una agile funivia ci porta al Sacro Monte, posto in una splendida posizione. La struttura del Sacro Monte di Varallo data dalla Basilica dell'Assunta e da quarantacinque cappelle, tutte numerate, è suddivisa in due zone: una prima si snoda in salita tra gli alberi di un bosco; la seconda si dispiega come una sorta di tessuto urbano di una città della Palestina al tempo di Gesù, denominata la Nuova Gerusalemme. Oltrepassata la Porta Aurea si transita davanti ai palazzi con porticato, posti di fronte alla basilica ed attorno alla Piazza del Tempio, la piazza religiosa raggiungibile anche dalla Scala Santa, ove è posta una fontana di inizio XVI secolo i cui zampilli ricordano simbolicamente le Piaghe del Signore; poco distante si trova la Piazza dei Tribunali, ovvero la piazza civile, con le corti di giustizia romane ed ebraiche.
Impossibile in questa sede soffermarsi su tutte le cappelle (gli interessati potranno attingere ai siti sotto indicati) affrescate e animate da statue policrome, Ma come posso non citare quella della Crocefissione, dalla quale abbiamo fatto fatica a distaccarci, oscillando senza tregua fra i due punti di osservazione, per l'imponenza delle statue del Ferrari, le espressioni dei volti delle persone e degli animali, cavalli e cagnetti, solo Niccolò dell'Arca nel suo Compianto di Bologna mi ha trasmesso altrettanta impressione. Questa meriterebbe da sola la lunga strada per arrivarci!
Per maggiori dettagli si rinvia a http://it.wikipedia.org/wiki/Sacro_Monte_di_Varallo e per questo artista da me scoperto per la prima volta http://it.wikipedia.org/wiki/Gaudenzio_Ferrari e ora mi riservo di cercare altre sue opere. Per informazioni pratiche www.sacrimonti.net
Rientrati nel paese abbiamo visitato la Pinacoteca, che raccoglie circa 3.300 opere di notevole valore dal XV al XX secolo: sculture lignee, affreschi staccati dal Sacro Monte, opere su tavole e tela. Ampio spazio è dedicato alle glorie locali il già citato rinascimentale Gaudenzio Ferrari e il seicentesco Tanzio da Varallo. Chiude una prestigiosa raccolta di 194 maioliche di tutte le principali manifatture italiane, fra le quali Savona e Albissola. Ulteriori informazioni si possono trovare su www.pinacotecadivarallo.it
Torino
Sono ormai tante le volte che sono passato da Torino pertanto questa volta mi sono limitato a rivedere due musei: l'Unico, nel suo genere, Museo Nazionale del Cinema ospitato dall'imponente Mole Antonelliana al terrazzo della quale, con una indimenticabile vista, porta un ascensore che attraverso la prestigiosa cupola. Il Museo è tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e per la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative. Ma ciò che lo rende davvero unico è la peculiarità del suo allestimento espositivo, moltiplicando i percorsi di visita per dare vita a una presentazione spettacolare, che investe il visitatore di continui e inattesi stimoli visivi e uditivi, proprio come capita quando si assiste alla proiezione di un film capace di coinvolgere ed emozionare. Il Museo è più di un museo e chi vi entra non è solo un visitatore, ma anche un esploratore, un autore, un attore, uno spettatore al quale il Museo regala l'emozione di un'esperienza che non è facilmente dimenticabile. Per maggiori informazioni www.museocinema.it
L'altro è stato quello dell'Automobile, recentemente ristrutturato in modo radicale. Nel percorso espositivo si racconta la storia e l'evoluzione dell'automobile, ma anche le tematiche sociali legata ad essa, la trasformazione da mezzo di trasporto a oggetto di culto, dalle origini fino all'evoluzione contemporanea del pensiero creativo, il tutto attraverso spettacolari ambientazioni che mettono in scena i preziosi pezzi della collezione. L'allestimento è effettivamente molto bello e accattivante, ma non segue un ordinamento cronologico, come un vecchio estimatore di musei come me auspicherebbe. Tutte le informazioni si trovano su www.museoauto.it

Vercelli
La nostra visita al Piemonte ha visto anche una passeggiata per Vercelli, una città con un delizioso centro storico impreziosito da chiese e palazzi barocchi, torri medievali e viali moderni. La cupola del Duomo e i campanili di Sant'Andrea svettano su tutti gli altri edifici e indicano al viaggiatore la giusta via verso i gioielli della città. La sosta di poche ore ci ha fatto soffermare principalmente nel Museo Leone, trascurando il rivale Borgogna, seguendo le preferenze del nostro prestigioso accompagnatore. Il Museo trae il suo nome dal notaio Camillo Leone che lasciò per testamento nel 1907 al locale Istituto di Belle Arti le sue collezioni di reperti archeologici, memorie storiche cittadine, oggetti di arte applicata e libri antichi. Particolarmente rilevante risulta l'ambiente che le accoglie: un edifico di forme piacentiniane dell'ing. Augusto Cavallari Murat che risulta essere un pezzo per un museo di musei, se mai fosse costruita una cosa siffatta, dove viene ricostruita la storia d
ella città dalla preistoria all'ottocento in sette sale. Particolarmente suggestivo è il Salone romano, immaginato come un'aula absidale con ampie vetrine,rivestite a specchio, nel quale trovano posto reperti di scavo o di collezione di provenienza dal vercellese raggruppati per materiali: bronzi marmi, ceramica e vetri. Degna di nota la raccolta (1.100 pezzi) di cinquecentine ed incunaboli sulla città prevalentemente di editori locali. La struttura collega il palazzo Langosco, dove era la prima sede, che ora ospita vetri soffiati veneziani, maioliche delle principali manifatture italiane, abiti del settecento e preziosi arredi dal XIII al XVI secolo, alla cinquecentesca casa Alciati, costituendo così il complesso attuale, recentemente arricchitosi di una Sala delle Armi. Per ogni approfondimento rimando come sempre al sito http://www.museoleone.it/ .

Una sosta è stata dedicata anche alla chiesa di S. Andrea il cui impianto ricorda quello benedettino-cistercense: vi si nota la presenza di un chiostro, intorno al quale si dispongono la chiesa, la dispensa, il refettorio e il dormitorio. Il rosone che decora la facciata è uno dei simboli della città e viene riprodotto in argento e donato agli ospiti illustri e agli amici più cari.
Ma il ricordo più vivace rimangono i dipinti di Gaudenzio Ferrari che abbiamo ritrovato in San Cristoforo: aver conosciuto questo straordinario artista è stato sicuramente la cosa più notevole di questa gita!

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