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Scritto da nel Numero 97 - 1 Marzo 2013, Viaggi | 0 commenti

Parco regionale Alta val Parma

Parco regionale Alta val Parma

 

Questo mese voglio invitarvi a scoprire un suggestivo parco che dalla panoramica cima di monte Sillara si estende lungo quasi tutto il settore orientale dell’Appennino parmense, fino alla valle dell’Enza e alle vette reggiane.
L’area protetta è nota come PARCO DEI CENTO LAGHI. Il nome stesso è indicativo della ricchezza d’acqua del territorio, dovuta alla presenza di correnti cariche di umidità provenienti dal mar Tirreno che, in prossimità del crinale, riversano in autunno abbondanti piogge e in inverno ingenti nevicate.
Tali condizioni ambientali in epoche remote favorirono la formazione di imponenti ghiacciai, la cui presenza è oggi rilevabile nelle morfologie dell’alta val Cedra, della dorsale di monte Navert e nei numerosi laghi di origine glaciale che, soprattutto alle quote più elevate, hanno conservato un suggestivo aspetto naturale (laghi Sillara, lago Scuro).
Alcuni degli specchi d’acqua della zona sono stati sfruttati per la produzione di elettricità (lago Ballano).

LE CORTI DI MONCHIO E IL CONTRABBANDO DEL SALE

Nel Medioevo, l’assenza di strade, la posizione remota e lontana dai centri di potere di questi territori hanno favorito una forte autonomia dei governi locali, che nell’alta val Cedra e in limitate aree del Pratica e dell’Enza si è manifestata attraverso la pacifica democrazia delle “ Corti di Monchio”. Le corti (14 in totale) erano state acquisite attraverso donazioni imperiali dai vescovi di Parma. Il governo era affidato ad un podestà nominato dai vescovi e in ogni villaggio un campanaro sovrintendeva a prati e pascoli. Inoltre ogni anno gli abitanti avevano facoltà di eleggere un proprio console e alcuni consiglieri. Le corti mantennero la loro autonomia anche sotto il dominio ducale, fino all’epoca napoleonica.

Una delle principali opportunità per chi conduceva la dura vita di montagna era il contrabbando del sale con la Toscana, condotto dagli abitanti di questo territorio per oltre otto secoli. Una delle principali merci di scambio era appunto il sale marino toscano, decisamente a buon mercato rispetto a quello ducale estratto a Salsomaggiore. Per questo motivo, alla trama di percorsi stretti e accidentati che si arrampicavano fin sul crinale venne dato il nome di “via del sale”. Ed uno dei punti in cui principalmente si incontravano i montanari toscani e parmensi era il passo di Cirone.

LA VEGETAZIONE

Lumiditàcostantecaratteristicadiquestezonefavoriscelapresenzadifoltiboschifinoaquotebasse:finoai1000milpaesaggiovegetaleèinteressatodaboschimistidilatifoglieaceduo(carpinonero,cerro,maggiociondolo,nocciolo,biancospino,prugnolo).

Salendo di quota si incontrano prevalentemente faggete, a formare boschi cedui, negli ultimi anni convertiti ad alto fusto. In particolare, da rilevare che, intorno a lago Ballano e lago Verde, risaltano tra i faggi i relitti di estesi boschi presenti in tali zone dopo l’ultima glaciazione: maestosi abeti bianchi, rossi e tassi (che costituiscono un patrimonio genetico unico e originale, oggetto di un progetto europeo che oggi interessa tutto l’Appennino emiliano).

Dopogliultimifaggicespugliosiecontorti,siapronolezonesommatali,rivestitedavaccinieti(traiqualispuntanoalcunespecieglaciali:ginepronanoerosaalpina),bassebrughiere,praterie.Sullecresteventoseèpossibileimbattersiinalcunirelittiglaciali,qualiSempervivummontanumePrimulaapennina(esclusivadelcrinaleparmenseereggiano).

LA FAUNA

Dopo l’accanita persecuzione cui è stato soggetto nel Novecento, oggi il lupo è segnalato con diversi piccoli gruppi stabili nelle valli di Parma e Cedra ed è tra l’altro accuratamente monitorato in termini di popolazione e di dinamiche relative alle sue prede abituali, grazie a un progetto finanziato con fondi europei.

Altra presenza importante, oltre ai mammiferi tipici appenninici (capriolo, cinghiale, cervo), è l’aquila reale, che compare spesso nelle praterie di alta quota, una cui coppia negli ultimi anni ha nidificato all’interno del parco.

I laghi d’alta quota erano in origine (per via del loro isolamento e scarsità di sostanze nutritive) privi di pesci, che sono stati in seguito immessi ripetutamente per favorire la pesca sportiva (salmonidi: trota fario, salmerino alpino). Questi pesci sono però diventati oggi una forte minaccia per gli anfibi che si riproducono in questi ambienti, quali il tritone alpestre, la salamandra pezzata e la rana temporaria.

DA FARE E DA VEDERE

Oltreallepiacevoliescursioniche,portandofinoinvetta,consentonodiammirareglisplendidilaghidiorigineglaciale,ilparcooffreanchealtrepossibilitàdiscopertaeconoscenzadelterritorio:

  • sentiero delle zone umide: lunga escursione di ca 7 ore che collega la piana di Lagdei (alta Val Parma) a Prato Spilla (alta Val Cedra)
  • itinerario delle torbiere: da Prato Spilla a Pian dei Giunchi (ca un’ora e mezzo di cammno)
  • percorso delle frazioni che conduce alla visita di tre fra le Corti di Monchio (ca 8 km), nell’alta Val Cedra, con la possibilità di approfondire aspetti legati al’ambiente, all’utilizzo delle risorse idriche, alla cultura locale, alle architetture dei villaggi montani
  • laciclopistadelParcodeiCentoLaghi:bensegnalataretediciclabiliperMTBchesisviluppaperca150km,conitinerarichevarianoperdifficoltà,lunghezza,ambienti,paesaggi.

QuestomesevoglioinvitarviascoprireunsuggestivoparcochedallapanoramicacimadimonteSillarasiestendelungoquasituttoilsettoreorientaledellAppenninoparmense,finoallavalledellEnzaeallevettereggiane.

L’area protetta è nota come PARCO DEI CENTO LAGHI. Il nome stesso è indicativo della ricchezza d’acqua del territorio, dovuta alla presenza di correnti cariche di umidità provenienti dal mar Tirreno che, in prossimità del crinale, riversano in autunno abbondanti piogge e in inverno ingenti nevicate.

Talicondizioniambientaliinepocheremotefavorironolaformazionediimponentighiacciai,lacuipresenzaèoggirilevabilenellemorfologiedellaltavalCedra,delladorsaledimonteNaverteneinumerosilaghidiorigineglacialeche,soprattuttoallequotepiùelevate,hannoconservatounsuggestivoaspettonaturale(laghiSillara,lagoScuro).

Alcuni degli specchi d’acqua della zona sono stati sfruttati per la produzione di elettricità (lago Ballano).

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