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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 99 - 1 Maggio 2013 | 0 commenti

L’arte di saper fare l’ARTE: tra Crowdfounding e #INVASIONIDIGITALI

L’arte di saper fare l’ARTE: tra Crowdfounding e #INVASIONIDIGITALI

Nel mezzo di un lungo periodo di crisi di cui sembra ancora lontana la tanto sognata conclusione è ormai diventato quasi un imperativo sviluppare, e pure bene, quella che potremmo definire l’arte del saper fare in tempo di crisi. E se vi è un settore, in Italia, che sembra esser leader in quest’arte è il proprio il settore che, sull’arte stessa, opera ovvero: il mondo culturale. Ingiustamente quanto duramente temprato ormai da decenni, è il settore culturale italiano, sempre più decurtato delle proprie disponibilità economiche nonché relegato, spesso addirittura escluso, dalle diverse legislature e lasciato andare alla deriva in solitaria ad affondare, nonostante l’invidia mondiale e le tante opportunità in sé racchiuse.

Eppure, forse a seguito del duro allenamento, allo stato di generale crisi economica il settore culturale ha visto recentemente affermarsi due iniziative di grande spessore dimostrando di saper sviluppare e adattare nuove idee e forme di gestione che potremmo, osando, definire di massima resa con la minima spesa.

Ecco così farsi avanti, anche nel nostro Paese, iniziative quali il Crowdfounding e le Invasioni digitali: esempi virtuosi e umanistici in cui l’uomo, il pubblico, si trasforma da semplice utente ad investitore e promoter, portando alla nascita di un nuovo pubblico. Dove e quando mancano o falliscono per mancanza di mezzi le Istituzioni pubbliche ed i privati, ecco intervenire un nuovo soggetto culturale, una nuova forza rigeneratrice: il pubblico stesso.

Con il termine Crowdfounding ,che letteralmente significa finanziamento dalla folla, s’intende un processo di raccolta fondi per mezzo di una sottoscrizione pubblica spontanea e volontaria ad opera di un gruppo di persone. Un vero e proprio finanziamento dal basso che permette la mobilitazione di persone e risorse a sostegno di organizzazioni ed iniziative autonome tramite il web.

Esemplare, oltreoceano, fu in tal senso la campagna elettorale di Barack Obama del 2008 che utilizzò proprio il Crowdfounding come forma di raccolta fondi. Ma noti e diffusi sono anche gli utilizzi per processi di vario genere a sostegno umanitario o quelli a sostegno della ricerca che da tempo sono ormai diffusi e operanti anche sul nostro territorio. Il sistema, già diffuso all’estero anche in campo culturale, è stato di recente recepito e messo in atto con successo anche in Italia e, nel 2012-13, proprio a sostegno di due importanti progetti culturali artistici.

Se nel 2011, il museo Louvre di Parigi, ha raccolto per mezzo del progetto Tous Mécènes un milione di euro per l’acquisto del capolavoro rinascimentale “Le tre grazie” dello scultore tedesco Lucas Cranach, nel 2012 è stata la volta della Biennale di Venezia e di Palazzo Madama a Torino, promuovere importanti passi in questa direzione.

La riduzione del budget previsto ha portato ad un accordo tra il MiBAC e la Biennale di Venezia per la creazione del progetto Vice Versa, la raccolta fondi indirizzata al sostegno e al miglioramento dell’offerta culturale delle attività a supporto del padiglione Italia nr.55 dell’Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia. Le offerte che partivano da una sottoscrizione base di 5€ sino ad un massimo 10.000€ hanno portato alla raccolta complessiva di 100.316€ in 90 giorni. Diversi sono stati gli eventi e le iniziative promozionali cha hanno coinvolto varie città come Roma, Milano, Londra e New York. Ciascun donatore ha ricevuto, in base alla quota versata, una serie di benefit oltre all’occasione unica e irripetibile di intervenire in prima persona a favore dell’arte, che diviene spesso il vero ritorno.

Acquista con noi un pezzo di storia” è invece il suggestivo slogan scelto da Palazzo Madama a sostegno della propria iniziativa di Crowdfounding per l’acquisto di un servizio di porcellana Meissen del 1730, composto da 43 elementi appartenuto alla famiglia Taparelli d’Azeglio. Il servizio sarebbe dovuto andare all’asta il prossimo maggio da Bonhams a Londra ma la generosità dei donatori ha consentito al museo di ottenere il servizio fuori asta grazie ad un accordo con il proprietario e alla raccolta degli 80.000€ necessari. Anzi, grazie alla generosità dei donatori, la cifra raccolta è stata più alta (89.474.49€) permettendo così la copertura delle spese necessarie al trasporto e all’allestimento. La tutela del patrimonio trascende ogni singolo individuo e proprio questo deve aver spinto i cittadini a riportare “a casa” questo servizio. Cristina Maritano, curatrice delle collezioni di ceramica di Palazzo Madama, ha infatti ritrovato il servizio, integro, a termine di un lungo percorso di ricerca cominciato da una tazzina ritratta per mano dello stesso Massimo d’Azeglio nel “Quadretto di fiori con tazzina del servizio Taparelli” del 1843 e conservato presso la GAM di Torino.

Se il web e i social network divengono fondamentali per coadiuvare, gestire e diffondere il lavoro delle attività di Crowdfounding, ancora più lo sono e lo diventano nello svolgimento delle #INVASIONIDIGITALI, un progetto ideato da Fabrizio Todisco in collaborazione con laRete di travel blogger italiani di #iofacciorete, Officina turistica, Instagramers Italia el’Associazione nazionale piccoli musei. L’iniziativa, avviatasi da web e svoltasi sul territorio nazionale tra il 20-28 aprile 2013,  ha visto la realizzazione di molteplici ‘invasioni’, piccoli eventi presso musei e luoghi d’arte con un scopo ben definito: diffondere la cultura dell’utilizzo di internet e dei socialmedia per la promozione e diffusione del nostro patrimonio culturale. A dimostrazione che il pubblico è pronto a farsi mezzo e carico per promuovere il patrimonio artistico in modo nuovo, aperto, diffuso e soprattutto social.

Perché la crisi la si supera anche così: importando, inventando e cogliendo la sfida a fronte di tagli, soppressioni e quant’altro, si supera facendo buon uso di un mezzo tanto potente quale può essere il web 2.0 ma soprattutto, si supera nella società e nell’essere una società; si supera con pazienza e costanza, facendo rete per raccogliere e ridistribuire risorse finanziarie e media che siano.

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