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Scritto da nel Numero 109 - 1 Maggio 2014, Scienza | 0 commenti

Per un pugno di Euro

Per un pugno di Euro

Presov, 25 maggio 2014, ore 6.10. Possente come un monte dei Carpazi, tatuato su ciascuna porzione anatomica del corpo, torvo come può essere uno slavo alle prime luci dell’alba, Tomas accende il motore della sua Skoda Roomster 1.6 usata e rielabora nella mente le informazioni immagazzinate nei giorni precedenti: “tutti i cittadini europei votano con un sistema proporzionale e con soglie di sbarramento alla rappresentanza partitica non superiori al 5%”, come diceva lo spot che aveva letto. E ma poi? E le preferenze si possono esprimere? E cosa altro prevede la legge slovacca in merito? Vabbè…chissenefrega!! Navigatore satellitare, acquistato all’asta fallimentare di un emporio di Kosice, impostato in direzione occidente, pacchetto di Marlboro pronto all’uso sul cruscotto e musica hip hop a manetta sullo stereo ad accompagnare il viaggio di questo giovanottone dell’Est.

Guingamp, 25 maggio 2014, ore 10.25. Dalla scaletta del gigantesco bus a due piani Enora invia un ultimo saluto all’anziana nonna che l’ha accompagnata all’autostazione. Ed in quel gesto riflette tutta la bellezza misteriosa e selvaggia delle donne bretoni immortalate dagli impressionisti. Minuta ma sinuosa ed armoniosa, rossa di capelli, con un’espressione di estraneità sul volto però inguainata in un look sfrontato ed aggressivo, vagamente punk, Enora è pronta anch’essa ad affrontare il suo, tutto sommato, breve viaggio, durante il quale riuscirà facilmente a fagocitare le residue centoventi pagine dell’ultimo libro trafugato in biblioteca.

Friburgo in Bresgovia, 25 maggio 2014, ore 14.05. Helmut ha messo a punto e lustrato la sua moto giapponese la sera prima. Prima della cena in famiglia e prima soprattutto della solita colossale sbornia di fine settimana nella birreria Hausbrauerei Federling con gli amici. L’eccitazione che lo pervade non è la stessa di quando sfreccia in direzione Colmar, con a bordo qualche nuova fiamma su cui far colpo, mostrandole il pittoresco centro e i canali che caratterizzano la cittadina alsaziana, però la giornata è luminosa ed i postumi dell’alcol stanno evanescendo.

Swansea, 25 maggio 2014, ore 9.20. Vuoi per la ritrosia verso qualunque cosa si stacchi da terra per più di un metro, vuoi perché la sua carriera professionale gli concedeva il lusso di cambiare auto ogni 12-18 mesi, l’uomo d’affari Bryan si appresta a sperimentare la nuova fiammante Range Rover Evoque sulle strade che congiungono, via terra e via Eurotunnel, l’isola di Sua Maestà al continente; del resto egli effettuava quel viaggio, verso la Francia ed oltre, anche cinque-sei volte al mese.

Ioannina, 25 maggio 2014, ore 05.30. Lineamenti affilati come la lama del coltello, barba rada ed incolta, fumantino come un vulcano mai spento, abituato alla parola sin da ragazzo quando gli venne affibbiato il soprannome Sokrates, l’ormai sessantacinquenne Lazaros era considerato dai compaesani un po’ suonato, un esuberante nostalgico della rivoluzione, incapace di comprendere persino l’onda rivoltosa che scuoteva la sua derelitta Grecia, da lui considerata un esercizio di stile senza basi ideologiche concrete. Ciononostante dal piccolo borgo di Kalpaki erano partiti in cinque, con un furgone, nel cuore della notte, per accompagnare l’anziano compagno all’aeroporto.

Girona, 25 maggio 2014, ore 7.40. Ana Maria si era votata alla castità dopo una brutta storia che le aveva segnato l’adolescenza ma l’idea di diventare suora in un piccolo convento sulle alture catalane le era maturata solo dopo i trenta anni e da allora non era mai più espatriata. A vent’anni di distanza si accingeva dunque a salire sul treno che l’avrebbe portata verso il cuore dell’Europa.

 

Strasburgo, 25 maggio 2014, ore 19.30. I sei personaggi in cerca di Europa formano un crocchio in Promenade Alcide De Gasperi, di fronte al Palazzo del Parlamento ed hanno già avuto modo, per gli strani casi del destino, di conoscersi e poi di fare comunella, nonostante le divergenze politiche. Ferve ancora la discussione fra di essi e si sfidano a duello le tesi iperliberiste di Bryan, venuto sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo dei liberali, con quelle marxiste di Lazaros, venuto sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo delle sinistre. Quelle ambientaliste della spumeggiante Enora, venuta sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo dei verdi, fanno a pugni con quelle nazional-popolari dell’avvilito Tomas, venuto sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo della destra estrema. Infine quelle conservatrici, desiderose di restaurazione, di suor Ana Maria, venuta sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo dei popolari, menano fendenti a quelle progressiste ed un po’ cerchiobottiste di Helmut, venuto sin qui per “non” esprimere il suo voto per il gruppo dei socialisti.

Tutti a loro modo insoddisfatti dalla propria rappresentanza partitica, tutti amareggiati da questa idea di Europa, incapace di crescere sulle proprie gambe come entità politica e di trasformarsi in altro, in una entità, che a più di 50 anni dalla sua fondazione, si ponga l’obiettivo di unire le popolazioni del continente, all’insegna di un benessere diffuso e stratificato. Ecco dunque il gran rifiuto, di questi “comunitari”, di rimanere ad esprimere un voto nelle campagne bretoni, anziché fra i monti ellenici o nel verde Galles. Un voto che avrebbe avuto il sapore della distanza dal centro dei poteri e dell’inanità a mutare lo stato delle cose. Meglio allora una piacevole gita domenicale per raggiungere quel palazzo dove qualche connazionale svernerà, in attesa di gratificazioni personali.

Strasburgo, 26 maggio, ore 00.30. Davanti ad una finta urna, allestita con i cartoni lasciati da qualche barbone stritolato dall’indigenza, ove ha depositato i facsimile delle schede elettorali, il sestetto comincia a godersi l’euforia della socializzazione. Come la notte dell’ultimo dell’anno, come quando il Brasile vince un mondiale di calcio, mettendo da parte le passioni politiche e le polemiche e facendosi trasportare sempre più dai benefici effetti delle vivande “tipiche” e dei fiumi di vino e birra portatisi appresso, i nostri novelli cowboys e cowgirls, fra risate fragorose, sfottò campanilistici e fugace pensierino ad un accoppiamento selvaggio, stante la garantità parità uomo-donna, aspetteranno l’alba del domani e con essa i risultati dell’Europa che verrà.

Se tutti li emulassimo Strasburgo non potrebbe contenerci, le percentuali di partecipazione elettorale scemerebbero al 10% e qualcuno capirebbe che così qualcosa non funziona e che il cambiamento dovrebbe andare alla radice. Chissà se quel pugno di euro allora pioverebbe sulle teste degli europei, al suono della musica di quel Morricone dal cui paese nessuno ha avuto la forza di partire. Buon viaggio in Alsazia.

Per un pugno di giorni invece, a questo giro, non siamo in grado di “garantirvi” le consuete previsioni meteorologiche per la prima metà del mese prossimo, stante l’anticipo con cui le si va ad elaborare. Ciononostante l’invito è alla prudenza, a non farsi prendere dai facili entusiasmi di una nuova luminosa stagione, quella tendente all’estate. Perché l’Atlantico che già ha fatto il suo, specie nel mese di marzo, pare volersi ergere a protagonista anche per l’esordio del mese elettorale. La variabilità a tratti anche molto perturbata che ha caratterizzato la Pasqua ed il ponte della Liberazione continuerà. Pertanto, dopo un paio di giorni soleggiati e caldi, già dal 4 un nuovo affondo perturbato giungerà da ovest a irrigare i germogli e le tenere piantine disseminate nei campi ed esso potrebbe risparmiare solo l’estremo sud e la Sicilia. Le temperature dovrebbero comunque rimanere nella media stagionale. Quindi, come nella più classica delle variabilità di impronta atlantica nonché primaverili, fra il 6 e il 9 si prospetta una rimonta anticiclonica in grado di far scorgere ampi spazi di sereno dalle finestre dei luoghi di lavoro ma già nel fine settimana seguente una successiva onda ciclonica riporterà piogge e temporali. Insomma sino al 25 nulla di nuovo nello scenario climatico europeo. La solita alternanza all’insegna della normalità. Dopo chissà….si avvicina l’estate e con essa venti assai caldi potrebbero paradossalmente far scorrere brividi sulla schiena di molti fautori del rigore economico e monetario.

 

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