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Scritto da nel Numero 112 - 1 Agosto 2014, Politica | 0 commenti

Ricordo di Ustica

Ricordo di Ustica

Il 27 giugno 1980 l’aereo partito da Bologna per Palermo non arrivò mai: fu abbattuto da un missile che solo ora dopo trentaquattro anni comincia ad avere qualche connotato.

Ogni anno si mantiene il ricordo di questa tragedia: questa volta il 27 giugno, nel museo che raccoglie la povera struttura del velivolo e negli ambienti circostanti, un concerto, appositamente scritto da Franck Krawczyk, compositore polacco e suonato da Icarus Ensemble e dagli allievi della  Rete Musicalliceo degli Istituti Superiori di Bologna, ha evocato quella tragedia.

L’occasione è stata anche utile per rivedere l’installazione permanente di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna che circonda i resti del DC 9 e viene mostrato nella cornice suggestiva ed evocativa che l’artista francese ha generosamente e appositamente creato per la città.

Le 81 vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro.

Intorno al velivolo ricostruito 81 specchi neri riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi 81 altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’irreparabilità della tragedia.

Nove grandi casse nere sono state disposte dall’artista intorno ai resti riassemblati del DC9: in ognuna di esse sono stati raccolti decine di oggetti personali appartenuti alle vittime. Scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti che documentano la scomparsa di un corpo, rimangono così invisibili agli occhi dei visitatori. Solo le loro immagini sono state ordinatamente impaginate da Boltanski nella “Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH 870″ una pubblicazione che, coinvolgendo lo spettatore direttamente nella memoria dell’avvenimento, lo vede protagonista nella ricostruzione della verità.

Il Museo si trova in via Saliceto, dove una volta venivano ricoverati i tram (deposito Zucca), e rimangono ancora tracce delle rotaie nel giardino circostante, ora un campo gioco per i bambini con bellissimi e importanti alberi. Nel giorno della memoria tutto era pervaso dalla musica soffusa e dai musicisti che si alternavano fra gli spazi coperti e quelli scoperti mentre scendevano e si allungavano  le ombre di una sera fortunatamente non piovosa.

Mi sento di raccomandarne la visita di questo complesso: fa riflettere sulla caducità della vita ed è molto suggestiva. Per informazioni sugli orari si può visitare il sito

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