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Scritto da nel Intervista, Numero 113 - 1 Ottobre 2014 | 0 commenti

Catalunya: festa nazionale sognando l’indipendenza

Catalunya: festa nazionale sognando l’indipendenza

Per il 4° anno consecutivo, la Diada, ricorrenza che ricorda la fine delle istituzioni catalane, si è trasformata inevitabilmente in una sfida aperta al governo di Madrid. A Barcelona, più di 500 mila persone, in un tripudio di bandiere catalane, hanno formato un enorme V (Vittoria Votare e Volontà) in un tragitto lungo11 chilometri che ha toccato le principali vie cittadine, fra le quali le celebri Gran Via e la Diagonal. Una manifestazione allegra e pacifica, all’insegna del motto  “Ara és l’hora” (questo è il momento) che ha visto la partecipazione attiva dei  principali partiti della regione, dai conservatori di Convergencia y Uniò del presidente della Generalitat (Regione) Artur Mas, alla sinistra di Esquerra Repubblicana, ai Verdi di Iniciativa de Catalunya passando per gli indipendentisti più radicali della Cup, dati in ascesa dagli ultimi sondaggi elettorali.

Nonostante la doccia fredda scozzese, lo sguardo è ora rivolto al referendum convocato per il 9 novembre, considerato illegale dalle autorità di Madrid. Il presidente delle Generalitat in questi giorni,è alle prese con lo scandalo sui fondi neri che ha coinvolto lo storico leader del suo partito, l’ 84 enne Jordi Pujol, presidente per 23 anni del governo catalano, coinvolto in uno scandalo di conti segreti ad Andora.

Se come probabile, la Generalitat di Catalunya porterà il paese la voto, il governo procederà al “commisariamento” della regione. Il parlamento catalano ha infatti dato l’ok al referendum, la mozione approvata a larghissima maggioranza ha visto il voto favorevole anche del partito socialista, da sempre tiepido sul tema dell’Indipendenza. I sondaggi dicono che l’80% dei catalani sia favorevole al referendum, ma il “sì” all’indipendenza sempre stando ai sondaggi, non supererebbe il 45%.  Il catalanismo, un tempo minoritario è ora  predominante fra le nuove generazioni.

I figli dei tantissimi immigrati spagnoli sono perfettamente integrati nella società catalana e ad oggi sono catalanisti convinti. Approvata la legge dunque il referndum si farà. Appuntamento al 9 novembre..

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