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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 117 - 1 Marzo 2015 | 0 commenti

Il Bel Paese a Ravenna

Il Bel Paese a Ravenna

Se volete fare un viaggio nel tempo del nostro paese dall’epoca del Risorgimento alla Grande Guerra (argomento che in occasione del Centenario appare quest’anno ovunque un po’ come il prezzemolo) dovete visitare nel Museo d’Arte ravennate la mostra in programma dal 22 Febbraio al 14 Giugno 2015,  finalizzata a documentare il nostro Paese e le sue bellezze, in quel tratto di tempo.

Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, come recita il titolo dell’esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni tematiche, la rappresentazione del ‘paesaggio’ italiano inteso in tutti i suoi aspetti,  offrendo anche  un palinsesto della società e della cultura dalle premesse dell’Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale.

La mostra offre una  sequenza di documenti pittorici  delle straordinarie bellezze paesaggistiche italiane, e insieme spaccati  di  vita quotidiana  come specchio di  diverse condizioni sociali, in un tempo di grandi trasformazioni – politiche, economiche, culturali – rappresentate  dai maggiori artisti italiani,  ma anche nella prospettiva degli artisti stranieri calati nel nostro Paese per ammirarne e dipingerne le bellezze.

La mostra, curata da Claudio Spadoni, apre con un’ampia sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno, Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati all’epopea risorgimentale.

Si succedono poi diversi altri capitoli di questo viaggio nel tempo lungo la nostra penisola, ma anche in sequenza di modelli espressivi, con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Fontanesi,  Caffi, Lega, Costa, Induno, Bianchi, Palizzi,  Previati, Segantini: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di diversi artisti stranieri.

Non mancano, come già detto, immagini suggestive di tradizioni e costumi, grazie ad opere di figure come Michetti, Signorini, Lega, Morbelli, con rappresentazioni della vita quotidiana di una società ancora rurale ma  che lentamente si avvia all’industrializzazione, con artisti quali Fattori, Cannicci, Cammarano, Boccioni, per citare solo pochi nomi.

A dar lustro ai molteplici aspetti del nostro Paese si trova anche la caratterizzazione di  personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, De Nittis, Boldini. Quasi un album di famiglia  di oltre un secolo fa a memoria di  ’come eravamo’. In questo anche la ricca sezione dedicata alla fotografia, praticamente dagli esordi alla sua progressiva affermazione, ha una parte molto importante, con alcuni dei suoi storici pionieri.

La parte conclusiva è poi una sintesi di queste diverse sezioni, con opere realizzate  tra il primo e il secondo decennio del ’900, che documentano le premesse  divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e l’avvento del Futurismo, l’avanguardia  guidata da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Boccioni, Balla, Depero, Carrà, Russolo, decisi a spazzare via ogni residuo della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima che  la Grande Guerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le avveniristiche utopie del movimento.

Una illustrazione mi ha particolarmente colpito: quella di una solitaria Lanterna di Genova

con pochissime abitazioni cittadine raffigurate: decisamente in questo secolo l’urbanizzazione ha fatto giganteschi passi avanti, ai posteri stabilire se sia stato bene o no…

Per tutti i dettagli consultare il sito http://www.mar.ra.it/ita/Mostra/Il-Bel-Paese

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