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Scritto da nel Numero 124 - 1 Novembre 2015, Scienza | 0 commenti

Se son rose….

Se son rose….

Per i sostenitori della vita extraterrestre queste ultime settimane si stanno rivelando un momento magico.

A fine settembre l’ annuncio della NASA sulla presenza di tracce d’ acqua allo stato liquido su Marte, è invece di due settimane fa la notizia che il telescopio spaziale Kepler ha rilevato un’ insolita radiazione luminosa proveniente da una stella ai confini della via Lattea.

Per quanto riguarda il pianeta rosso, la presenza dell’ acqua è stata dedotta dal ritrovamento di sali che si formano solo in presenza del prezioso liquido. I composti sono stati scoperti in piccoli canali presenti nelle rocce a ridosso della regione equatoriale di Marte. Durante l’ estate marziana, il pianeta ha il ciclo delle stagioni proprio come la Terra, in questi piccoli solchi dovrebbe scorrere l’ acqua, che scompare quando le temperature si fanno più rigide. Restano ancora molti punti da chiarire, a partire dalla provenienza dell’ acqua, se dall’ interno del pianeta o dalla sua atmosfera. Ma se i dati verranno confermati, l’ ipotesi che su Marte possa esserci vita microbica apparirebbe meno fantascientifica.

Dai dintorni di casa ci spostiamo un po’ più in la, per la precisione a 1481 anni luce di distanza, circa 14 milioni di miliardi di chilometri, fra le costellazioni del Cigno e della Lira..

In quel recesso cosmico si trova la stella KIC8462852, il nome è quello che è, ma la sua caratteristica più interessante è un’ altra.

Osservandolo a lungo con il telescopio spaziale Kepler, gli astronomi hanno notato che la luce proveniente da questo corpo celeste presenta delle intermittenze, come se a tratti fosse schermata da qualche oggetto sconosciuto.

Quello che lascia perplessi i ricercatori è l’ irregolarità e la consistenza del fenomeno, i picchi di ostruzione del flusso luminoso arrivano fino al 22%.

Con le cautele del caso non viene esclusa nessuna ipotesi. Dalle più ortodosse, come un errore degli strumenti, peraltro già escluso, o uno sciame di comete attirate nell’ orbita della stella, a quella più suggestiva che a catturare parte della luce emessa da KIC8462852 siano strutture artificiali, presumibilmente simili a colossali pannelli solari, realizzate da una civiltà aliena tecnologicamente così evoluta da costruire simili impianti quando sulla Terra era da poco caduto l’ impero romano. Emblematica è la perplessità espressa da Jason Wright della Penn State University, che sta per pubblicare un articolo sul fenomeno: ” L’ipotesi aliena è sempre l’ultima che andrebbe considerata. Ma quello che vediamo è proprio qualcosa che ci aspetteremmo che una civiltà aliena costruirebbe “.

Parole che suonano come una melodia alle orecchie dei sostenitori di un cosmo con altri inquilini oltre a noi. Non a caso della vicenda si sta interessando anche il responsabile di SETI, il programma per la ricerca di intelligenze extraterrestri che da anni sta scandagliando l’ universo.

Intanto KIC8462852 continua a essere tenuta d’ occhio e all’ inizio del 2016 un’ antenna sarà puntata in direzione della stella per cogliere eventuali frequenze radio compatibili con l’ ipotesi aliena.

 

 

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