Solide radici
Il premio Nobel assegnato a Giorgio Parisi per le sue ricerche sui sistemi complessi è il riconoscimento più recente nella prestigiosa storia della fisica italiana. Una storia iniziata poco più di un secolo fa con Guglielmo Marconi.
Fu lui a vincere il premio nel 1909, a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili.
Se Marconi aveva compiuto da autodidatta un passo fondamentale nella conoscenza delle onde radio, anni dopo anche la fisica atomica cominciò a parlare italiano.
Nel 1926 un giovane professore di 25 anni, Enrico Fermi, ottenne a Roma la prima cattedra italiana di fisica teorica. Sta per iniziare la straordinaria avventura dei ragazzi di via Panisperna.
Fermi chiamò a collaborare con lui un gruppo di giovani ricercatori: Franco Rasetti, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo e il chimico Oscar D’Agostino. A loro si aggiunse successivamente un altro fisico di talento, Ettore Majorana.
Due di loro vinceranno il premio Nobel per la fisica. Enrico Fermi nel 1938, con la scoperta dei neutroni lenti ed Emilio Segré nel 1959 per aver individuato l’antiprotone.
Un altro dei ragazzi di via Panisperna sembrava avviato verso la conquista del riconoscimento, Ettore Majorana. Ma il giovane fisico siciliano scomparve misteriosamente nel marzo del 1938, quale sia stata la sua sorte è un enigma ancora aperto. Nello stesso anno Fermi si imbarcava con la famiglia su un piroscafo diretto negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali che minacciavano la moglie.
Del gruppo di via Panisperna faceva parte anche Edoardo Amaldi, il padre della fisica italiana del dopoguerra. A lui si deve la nascita dell’ Istituto nazionale di fisica nucleare e un contributo fondamentale nella creazione del Cern di Ginevra, uno dei primi centri internazionali di ricerca atomica.
E al Cern nasce un altro Nobel per la fisica all’ Italia. Lo vince Carlo Rubbia nel 1984 con la scoperta di due particelle portartici della forza elettrodebole, una delle quattro interazioni fondamentali della natura con la gravità, l’ elettromagnetismo e la forza nucleare forte.
Il centro di ricerca di Ginevra porta un altro riconoscimento alla scuola di fisica italiana: Fabiola Gianotti è stata la prima donna ad assumere la direzione del Cern e il primo direttore della struttura a essere confermato per un secondo mandato. La scienziata ha svolto un ruolo di primo piano nelle ricerche che hanno portato alla scoperta del bosone di Higgs. Nel 2013 lo stesso Higgs la volle al suo fianco quando gli fu conferito il nobel per la fisica.