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Scritto da nel Internazionale, Numero 111 – 1 Luglio 2014 | 0 commenti

Iraq, l’avanzata del Califfato Islamico

Iraq, l’avanzata del Califfato Islamico

L’Iraq è un pantano da cui gli Stati Uniti, in primis e la Comunità Internazionale non riescono ad uscire.

Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, un gruppo armato attivo in Iraq e in Siria, che fa capo ad Al Qaeda avanza nel nord del Paese e rendono la situazione irachena da codice rosso. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nell’ultimo Congresso, ha annunciato l’invio di altri 200 soldati in Iraq per rafforzare la sicurezza all’ambasciata statunitense e all’aeroporto della capitale Baghdad. Secondo il Pentagono, salirà così a circa 700 il numero di militari presenti nel paese, inclusi quelli che si occupano di training. Obama nella lettera che lui stesso ha notificato al Congresso degli Stati Uniti ha detto che queste forze, e quelle precedentemente inviate, hanno il compito di “proteggere i cittadini e le proprietà degli Stati Uniti e, se necessario, sono equipaggiati per il combattimento”. I soldati “rimarranno in Iraq finché la situazione della sicurezza non sarà tale che la loro presenza non sarà più necessaria”, ha aggiunto Obama.

Gli Stati Uniti si avvarranno naturalmente anche della tecnologia in questa fase; stando a quanto comunicato dal portavoce del Pentagono, John Kirby, stanno inviando in Iraq elicotteri e droni per “migliorare la sicurezza su strada e in cielo”. Obama all’inizio del mese aveva inviato già 300 consiglieri militari, per capire come “possiamo formare, consigliare e sostenere le forze di sicurezza irachene in futuro”.

Una partita difficile quella che sta giocando il presidente Obama il cui mandato quasi paradossalmente volge al termine con la questione Iraq in primo piano, lo stesso Iraq su cui è immediatamente intervenuto nel suo primo mandato con il ritiro di parte dei militari. Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante si è autoproclamato Stato Indipendente, in un disegno di realizzazione del grande stato pan arabico che comprenderebbe l’Iraq, la Siria e il Libano. Nella giornata del 29 giugno attraverso un comunicato diffuso sulla rete lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante ha proclamato il califfato islamico nei territori conquistati in Siria e in Iraq.

Abou Bakr al Baghdadi è il nuovo califfo, successore del profeta, dall’ottobre 2011 il leader dell’Isil è tra i tre terroristi più ricercati dal governo statunitense, che ha offerto per la sua cattura una taglia da 10 milioni di dollari. Il califfato di Abou Bakr al Baghdadi va dall’ovest dell’Iraq all’est della Siria e importanti città del Medio Oriente. I territori “occupati” sono Mosul (Iraq), Aleppo (Siria), al sud dell’Iraq con Rutba (Iraq) e la periferia siriana di Dayr az Zor. Il portavoce Abu Mohammad al-Adnani ha anche annunciato che le parole “Iraq” e “Levante” spariscono dalla sigla Isis, il cui nome ufficiale diventa “Stato islamico”.

Nel frattempo si consumano le barbarie, l’Onu fa i conti con le vittime e i profughi che lasciano i territori martoriati, il governo iracheno annuncia che a giorni gli aerei che arriveranno dalla Russia “saranno operativi e svolgeranno un ruolo importante nella lotta al terrorismo”.

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