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Scritto da nel Internazionale, Numero 124 - 1 Novembre 2015 | 0 commenti

Elezioni Argentina, il derby italiano e il fattore K

Elezioni Argentina, il derby italiano e il fattore K

L’Argentina dopo il primo turno delle presidenziali si appresta al ballottaggio che si terrà il prossimo 22 novembre. Il candidato del “Frente para la victoria”, il peronista Daniel Scioli, è stato il più votato seguito da Mauricio Macri. Si chiude l’era “kirchnerista” di Cristina Fernandez che dovrà consegnare le chiavi della ‘Casa Rosada’ ai due contendenti giunti al ballottaggio. Prima di Cristina il primo ministro fu il marito Nestor. La “presidenta” dopo il primo turno elettorale incontrando i media ha affermato di lasciare il governo di un Paese in cui la povertà è scesa, l’inflazione è sotto controllo e i debiti esteri sono pari a zero. Tuttavia saranno gli argentini a decidere il futuro del Paese dei prossimi anni, chi riterrà positivo il lavoro svolto da Cristina Fernandez voterà Daniel Scioli mentre chi chiede di voltare pagina opterà per Mauricio Macri.

Chi vorrà voltare pagina, chiudere con il potere ‘K’ e aprire ad una nuova fase politica voterà Macri, chi invece vorrà in un modo o in un altro sostenere la continutà sceglierà Scioli.

Daniel Scioli, origini italiane e già governatore della provincia di Buenos Aires, metterà in campo tutte risorse a disposizione per raggiungere il successo elettorale. Una delle carte che giocherà è quella del rapporto privilegiato con Papa Bergoglio, un rapporto sbocciato nel 2012 quando Scioli partecipò ad un pellegrinaggio giovanile promosso all’epoca dall’arcivescovo Bergoglio. In quel periodo Bergoglio era molto inviso ai Kirchner, Nestor Kirchner non esitò a definirlo il “principale oppositore del governo”. Dopo la nomina a Santo Padre Cristina ha cambiato in maniera diametralmente opposta l’opinione dei Kirchner su Bergoglio, come testimoniano i numerosi viaggi in Vaticano. Scioli è laureato in marketing nel 1989 perse il braccio destro a causa di un incidente in barca mentre molti anni prima il fratello, nel 1977 fu sequestrato dai montoneros e poi liberato a seguito del pagamento di un riscatto. La sua vittoria potrebbe permettere alla Kichner di continuare ad avere influenza nel Governo, in un tormentato rapporto politico tra i due, fatto di alti e bassi. Prima delfino di Cristina in una seconda fase Scioli ha mostrato la propria personalità ed indipendenza rispetto al fattore K.

Mauricio Macri, anch’egli d’origine italiane, ex presidente del Boca Juniors, può fare invece affidamento sul ceto imprenditoriale del Paese e quello dei latifondisti. Macri ha concentrato la sua campagna elettorale promettendo agli argentini un cambiamento radicale, promettendo il ritorno alla piena autonomia di settori chiavi di ogni Istituzione democratica come la Banca Centrale e la totale indipendenza della magistratura rispetto al potere politico. I mercati internazionali fanno il tifo per lui, secondo Macri bisogna raggiungere un accordo con i creditori internazionali. Imprenditore, Macri si occupa di edilizia, comunicazione e auto motive. Macri tuttavia già stato in parte messo alla prova dagli elettori, da sindaco di Buenos Aires è stato molto apprezzato per le politiche intraprese sul trasporto pubblico mentre fu duramente contestato per i taglia alla sanità e la creazione della polizia metropolitana.

In questo scenario politico Cristina continua a governare come se il suo mandato non fosse agli sgoccioli. Grazie ai rapporti con il governo cinese, ha ottenuto un prestito di otto miliardi in cambio della fornitura di prodotti agricoli e nel frattempo ha acquistato da Mosca 12 cacciabombardieri con cui spaventare Londra rispetto alla sovranità delle Malvinas.

 

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